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Goya incanta al Nuovo Sala Gassman

Prosegue la stagione teatrale al Nuovo Sala Gassman. Nel fine settimana è andato in scena con successo e partecipazione di pubblico "Goya, la stanza del sordo" di Gennaro Francione con l'ottima interpretazione di Paolo Perelli e della Compagnia l'Essenza.

Le passioni, le inquietudini, le crisi e gli slanci di Francisco Goya prendono corpo nella "Quinta del sordo", nella casa di campagna, rifugio del pittore vicino alla sordità e quasi cieco. Il respiro, il suo respiro fa rivivere i ricordi di una vita avventurosa e tormentata in cui la felicità ha sempre dovuto pagare un caro prezzo alle disgrazie. Il lavoro di Gennaro Francione apre tante finestre sulla storia personale del grande artista spagnolo e sulle figure che la popolano con intensità. E' un viaggio fra il racconto, la confessione, la testimonianza e, soprattutto, le sensazioni e i sentimenti del protagonista che procede con crescente intensità all'insegna dell'ironia, della tenerezza, dell'ira e della follia. Un procedere che si dispiega dai ricordi della passione giovanile per la pittura, dagli insuccessi, fino alle prime soddisfazioni, ai viaggi lontano dalla propria terra, in Italia, in Francia. E' un ricordare le tre donne della sua vita e tornare insistentemente alla figura della madre che è un rifugio nell'infanzia, lontano dai dolori che costellano la sua vita. Perseguitato dall'inquisizione, provato da un fisico sempre più malandato, provato negli affetti, Goya vive con le sue confessioni il mondo magico popolato di fantasmi che si è impossessato di lui, fino alla follia e alla violenza.

Le voci di dentro, gli incubi, i tormenti caratterizzano la sua maturità. E sulla scena compaiono le danzatrici come streghe, come ninfe ammaliatrici di questo percorso che si arricchisce dei ricordi delle sue opere più importante, più vissute intensamente. Il Goya della Compagnia dell'Essenza per la sapiente regia di Paolo Perelli trova la giusta collocazione nello spazio e nel clima del Nuovo Sala Gassman con un pubblico attento e preparato che sa apprezzare il grande valore della prova del protagonista regista, mai sopra le righe, istrionico e tenero, folle e riflessivo, con una forte presenza fisica accompagnata da una voce che sa modulare i diversi stati d'animo, e raccontare con intensità. Bravissime le tre danzatrici, le tre donne di Goya, Enza D'Auria, Paola di Tullio e Daniela Sonnino, e Lorena Coppola che è la madre misteriosa e enigmatica, ed ha curato le coreografie dello spettacolo.

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