L’AMICO DI PAPA’  ALLE MUSE

 

                                      di

 

                          Agius & Francione

 

          Va in scena al Teatro delle Muse di Roma la  commedia di Eduardo Scarpetta  L'amico di papà,  capitanata dai bravissimi Wanda Pirol e Rino Santoro. La regia è di Geppi Di Stasio che ne ha curato anche l'adattamento perfetto in chiave antiartistica(http://antiarte.studiocelentano.it), riscrivendola  completamente per attualizzare soprattutto il linguaggio, adattandolo alla recitazione dei nostri tempi con soluzioni linguistiche meno leziose e ritmi più sostenuti.   

      La prima operazione – spiega il regista - è stata ridurre il  testo di Scarpetta in due tempi partendo dai tre atti originari, senza però operare tagli. E aggiunge: ”Ho provato a dare più spessore ad alcuni personaggi che ritenevo ne avessero poco, questo naturalmente non per demerito di don Eduardo, ma solo, forse, perché il padre dei De Filippo conosceva in partenza le potenzialità dei componenti la sua compagnia. Proprio come me”.

          L’operazione di ri-scrittura  è riuscita nel perfetto sincronismo tra testo scritto e recitato, con un ritmo calibrato, avvolgente, sincronizzato dell’intera compagnia.

         La storia è  ambientata nella Napoli dei primi del '900. Una famiglia di agiati commercianti, con  a capo il  commendatore Don Liborio Paposcia(Santoro) vede turbata la proprio serenità domestica dall'arrivo di un simpatico personaggio allegro e pasticcione, don Felice Sciosciamocca(Di Stasio), che si presenta in casa dichiarandosi un vecchio amico di famiglia. Da ciò ne deriva una serie di equivoci, tresche d’amore ambigue  e malintesi a non finire che coinvolgono i personaggi della commedia, finché la serenità generale non viene ristabilita. In attesa dell'arrivo del suo amico, Liborio si disinteressa a tutto, anche al letto nuziale tanto che  sua moglie  Angiolina(Pirol) assume le forme di moglie trascurata in cerca di emozioni erotiche che riuscirà a trovare solo dal suo legittimo sposo dopo che questi reagirà all'ennesimo gesto di amicizia “pericolosa” di Felice.

            Insomma una  commedia permeata di quei pruriti che sono alla base dei nostri sensi, con una chiave giammai mai greve, né troppo salace, “forse solo un po’ ridicolazzatrice della condizione dell'essere umano di fronte al suo più forte istinto”: l’eros.

               La  fortunata commedia di Eduardo Scarpetta è  diventata un classico del teatro comico partenopeo. La farsa diverte perché in tutto il suo svolgimento mostra gli equivoci dei quali Felice cade vittima per cui male informa Liborio che, dal canto suo, riceve dai travisati racconti dell'amico una serie di danni che  rischiano di compromettere finanche la sua incolumità. Leggiamo nella presentazione “Come Cechov ne I danni del tabacco faceva finta di prendersela con le conseguenze del fumo, si può dire che Scarpetta se la prenda con gli effetti collaterali di un'amicizia morbosa”.

            Essere amici dei drammaturghi trapassati, come insegna l’antiarte, significa riscriverli per adattarli al gusto del tempo nuovo in cui vengono rappresentati. Quello che conta è mantenere lo Spirito dell’autore. Geppi & company ci sono riusciti perfettamente .