Lettera a un detenuto
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Il titolo dello spettacolo prende spunto dal rapporto avuto dall’ispettore superiore di Polizia penitenziaria Luigi Giannelli con Pino Pelosi, l’uomo imputato del delitto Pasolini, durante il periodo di detenzione scontato nel carcere di Rebibbia.

L’opera, scritta dallo stesso Giannelli, affronta alcuni fra i più difficili, scottanti problemi sociali come quello dell’esperienza del carcere, della pena di morte e del difficile rapporto genitori figli lasciando alla prova d’attore di alcuni giovani americani, tutti non professionisti, il compito di dar vita e interpretare le complesse dinamiche psicologiche che si innescano quando si trattano queste tematiche.

                                    

Nella foto Umberto Canico (scoperto e pupillo di Renato Zero) che alimenta con le sue canzoni. lo spettacolo  attuato con danze filmati,