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Oggetto: R: DIALOGO COI GIOVANI SULLE NUOVE FRONTIERE DELLA DROGA

 

M. "CAP. D. MAROCCO" SUPINO

Indirizzo : VIALE REGINA MARGHERITA, 136

Località : SUPINO

C.A.P. : 03019 Comune : SUPINO Provincia : Frosinone

Numero di telefono : 0775226010

DIALOGO COI GIOVANI SULLE NUOVE FRONTIERE DELLA DROGA

Il giorno 24 marzo ore 9,30

presso la palestra comunale annessa alla Scuola media di Supino

 

Il convegno multimediale, diretto dal giudice drammaturgo Gennaro

Francione, tende a creare un dialogo tra operatori professionali(giudici, avvocati,

professori, poeti, psicologi, penitenziaristi, direttori di SERT etc.) e i giovani

sul problema dilagante della droga per offrire una via solutoria

basata su arte, comunicazione, solidarietà e cultura.

 

Verrano presentati due testi editi dalla casa editrice Herald(Roma):

LE NUOVE FRONTIERE DELLA DROGA: LA VIA MEDICINALE di Gennaro Francione

Francione, in questo testo ispirato, sottolinea l'inutilità della

repressione penalistica nell'uso di droghe, proponendo la nuova via

medicinale che sostituisce al carcere la cura (preventiva e successiva),

le sanzioni amministrative, le misure di sicurezza sul territorio.

Come artista, Francione propone il teatro come terapia alla droga

raccontando la sua esperienza col testo “'A Scigna”,

http://www.antiarte.it/adramelekteatro/a_scigna.htm

http://www.antiarte.it/adramelekteatro/nuova.htm

 

VIA DEI RIARI 48(LA STANZA MORTA- Raccolta di poesie): di Maria Grazia Colombo

Un'idea geniale quella di Maria Grazia Colombo di trasformare sterili archivi di un SERT in materia da cui attingere per descrivere le vicende tragiche, grottesche, sempre doloranti di persone che sono passate in quella struttura alla ricerca di una salvezza dallo stupefacente, il più delle volte rivelatasi vana chimera. Dal dolore della poesia del mondo come è alla speranza di un mondo come sarà di giovani liberati dallo stupefacente con l'aiuto dell'arte e della cultura.

Saranno presenti tra gli altri, oltre agli autori, la preside

professoressa Marcella Maria Petricca, l'editore Roberto Boiardi, l'avvocato Maria Antonietta Corsetti, la psichiatra Carmela Carrieri, l'attore Alberto Ruocco.

UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS): LA NUOVA

UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA:

http://www.antiarte.it/eugius

http://www.comunicati.net/comunicati/arte/teatro/36309.html

http://www.caserta24ore.it/news/articolo.asp?id=18525&TT=Attualit%C3%A0

http://www.capitoloprimo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1138&Itemid=446

http://lists.autistici.org/message/20070318.134156.43041960.en.html

 

 

Via dei Riari, 48, La stanza morta, di Maria Grazia Colombo

 di Nadia Turriziani - Oct 14th, 2009 C

E sono proprio loro, le anime dei morti, dei risuscitati e di coloro che si sono smarriti lungo la via, a sussurrarci di non dimenticarle…
Pagine che danno voce ai giovani ‘perduti’ sia nell’incubo della droga, sia in una società colpevolista ed emarginante che chiede repressione e non prevenzione, protesa ad ‘avere’ e non a ‘pensare’.
“Un’idea geniale quella di Maria Grazia Colombo di trasformare sterili archivi di un SERT in materia da cui attingere per descrivere le vicende tragiche, grottesche, sempre doloranti di persone che sono passate in quella struttura alla ricerca di una salvezza dallo stupefacente, il più delle volte rivelatasi vana chimera. Dal dolore della poesia del mondo come è, alla speranza di un mondo come sarà, un mondo di giovani liberati dallo stupefacente con l’aiuto dell’arte, della cultura e dello stare insieme”.(dalla Prefazione di Gennaro Francione).
“Storie di persone, di donne e di uomini, di ragazzi e di ragazzi, storie di vita a volte violente, sempre laceranti da cui tuttavia appare una straordinaria sensibilità, pari, e non a caso, alle evidenti fragilità.” (dal commento del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio, on. Angiolo
Marroni).

Maria Grazia Colombo pittrice e scrittrice, si è dedicata con passione anche alla scenografia e al teatro. I forti temi sociali che affronta nel libro rappresentano una realtà scomoda che troppe volte si vorrebbe nascondere voltando la faccia dall’altra parte. “Per credere ancora nell’umanità, bisogna volare. L’attimo in cui planerò, sarà per morire”, afferma l’autrice. Il suo obiettivo è di scrivere pensieri spontanei, liberi e istintivi, scaturiti dalla ribellione, dalla rabbia, dalla tristezza, dalla violenza, dal dramma, insomma, degli ‘ospiti’ della stanza morta, che sono vissuti e scomparsi (o ancora sopravvivono), nuotando disperatamente “contro corrente” senza trovare la barca di salvataggio che li avrebbe potuti trarre in salvo. “Il mio successo interiore sarà dunque unicamente quello di essere riuscita a scrivere sì con la mia penna, ma con il loro cuore. Nata nel settentrione italiano, attualmente vive nel Centro sud dove svolge con amore e dedizione il volontariato.

“Via dei Riari 48”  non è solamente il titolo del libro ma anche l’indirizzo dell’ambulatorio dove in Italia venne trasferito il primo centro antidroga (CSM).

Mentre “La stanza morta” altro non è che un vasto seminterrato comunicante con i locali superiori di Via dei Riari 48. Nome inquietante per indicare un archivio dove seguendo un ordine meticoloso (quasi maniacale) sono raccolte le cartelle di centinaia di persone che hanno smesso, per varie ragioni, di frequentare il centro. Ognuna di esse contiene una storia di vita sofferta e sfociata in una vittoria, in una speranza o purtroppo, in alcune circostanze, in una tragedia.

Nell’archivio polveroso del centro ci sono meticolose annotazioni sullo stato di salute dei ragazzi in terapia. Ci sono le storie di vita di tante persone: uomini, donne, ragazzi e ragazze; molti dei quali non sono più tra noi.

Ventotto poesie il cui titolo, nella maggiore, corrisponde al nome di fantasia o reale dei protagonisti e le cui sofferenze hanno ispirato la poetessa.

Giuliano ad esempio. Una famiglia agiata, problemi di droga, la depressione ed infine i ricoveri in vari istituti psichiatrici.
Eleonora. Anche lei proveniente da una famiglia facoltosa. La sua esperienza con l’eroina. Per assurdo sarà l’eroina il mezzo attraverso il quale cercherà di riconquistare la stima perduta ed il perdono  dell’unico uomo che lei ama realmente: suo padre.
Delfina. Figlia di  biologi marini. La perdita del padre ed il senso di soffocamento provato in una città che ormai sente stretta la condurrà, a sedici anni, alla tossicodipendenza. A venti anni, un giorno in mare, due delfini sembrano voler attirar la sua attenzione. Saltano, giocano e si immergono. L’inaspettato incontro la ricondurrà  alla vita. Niente più droga. Ora è anche lei biologa marina.
Storie belle ed a lieto fine. Non tutti però hanno avuto la fortuna di Delfina ed Eleonora.
Paolo ad esempio si innamora e all’abbandono della sua amata, il declino. Marijuana ed hashish un cocktail micidiale. La vita di strada e la mancanza di accorgimenti igienici saranno la causa dell’AIDS che lo condurrà alla morte.
Zaira: nomade ed emarginata. All’età di dodici anni viene stuprata dal padre e rimane incinta di un maschio. Viene successivamente venduta ad un losco individuo che la indurrà alla prostituzione. Alla solitudine ed allo sfruttamento si aggiungerà un’altra pesante schiavitù: l’alcolismo.
Carmelo: Sarà l’eroina la sua fidata compagna fino alla morte.
Gianluca: Un incidente stradale ed a diciannove anni che lo fa sprofondare in uno stato di depressione grave. Inizia con l’eroina fino a quando in un giorno di burrasca lascia gli abiti sulla spiaggia e scompare in mare. Il corpo non è stato mai trovato.

La Casa editrice Herald Editore(Roma), nasce nel 2002 con la finalità di promuovere la cultura attraverso pubblicazioni sia di argomenti di più largo spessore che di specifici settori cosiddetti di “nicchia”.
In tale azione la H.E. si avvale di autori sia alle prime armi che di provata esperienza nel settore, unendo la passione per la ricerca e per la scrittura.
Tra gli autori “reclutati” figurano oltre a docenti universitari, giornalisti e storici, anche degli adolescenti che, pur se giovani, sono dotati del talento della scrittura.
 

http://periodicoitaliano.info/2009/10/14/via-dei-riari-48-la-stanza-morta-di-maria-grazia-colombo/