Gianni GODI vive a Roma di poesia, moglie, figli, amiche, amici.

 

 

 

elettronico

 

del giardinaggio

 

del laterizio

 

degli smorzi

Passa il tempo tra

pittorico

gli sbadigli

scultoreo

e le molte cose da fare

multimediale

e da vedere nel mondo

pastorale

 

idraulico

 

laico

 

religioso

 

musicale

 

e dell’illuminazione

 

 

Nelle sue opere

il mare

non è blu

il cielo

non è blu

le stelle

non brillano

il sole

non splende

lo zucchero

è zucchero

l’amore dichiarato

è interessato

il mondo è

unisex

dio nominato

ha l’iniziale minuscola

 

È un ometto serio quasi di ics anni nato nel retroterra pesarese, al quale gli sono venuti i capelli bianchi senza averli tinti.

 

È discretamente vanitoso e modestamente falso.

 

È convinto di fare cose bellissime e complicate dalla confusione ed è per questo che da un po’ di tempo ha deciso di dare un taglio sferico alla sua vita museale dove ha finora esposto tutte le sue opere.

 

 
 

 

Gianni GODI

ha partecipato e tuttora partecipa ad attività artistiche piuttosto estemporanee: arti visive multimediali (computer art), installazioni scultoree abbinate a poesia performativa con immagini, suoni, voci, luci, ecc.

Dodici anni fa ha pubblicato - Memorie di Automi - Forum V Generazione.

Nel passato alcune sue poesie sono apparse su Fiera, Poesia, Paese Sera, e diverse altre riviste o rivistucole di quartiere.

Non crede un gran che nei pensieri stampati, per il fatto che si legge sempre meno. Per questo motivo la sua poesia tenta di uscire dalla pagina stampata per divenire Poesia Volumetrica, quasi auto referente e fruibile cogli occhi: Fantasmi di Internet, Cyber Trip di Fine Millennio, Viaggio Sferico nella Materia, ecc.

L’installazione Cyber Trip di Fine Millennio (libro cilindrico, vedi descrizione a parte) è inserita nel Catalogo 1° Premio Trevi Flash Art Museum.

Generalmente le cose lungamente pensate le costruisce con le sue mani.

 

 
 

 

CYBER TRIP DI FINE MILLENNIO

(Libro Cilindrico )

 

L'opera ha un'altezza di 2,15 metri e un diametro di 1,55 m.

Avendo a disposizione un spazio adeguato, la struttura può essere istallata su uno, due, tre o più gradini concentrici, estendendosi in tal caso in altezza, a 2,6 metri o più, e allargandosi in misura proporzionale.

L'oggetto, che ha preso avvio da un testo scritto (dell'autore), ha avuto una lunga e sofferta gestazione (1992-1995) ed appartiene al gruppo di opere denominato "Poesia Volumetrica".

L'insieme racconta le traversie interiori del duo-essere alla ricerca della consistenza della materia al fine di possederla.

Si presenta come una sorta di libro cilindrico di materiale leggero, semitrasparente, illuminato all'interno da un bulbo alogeno puntiforme; libro tutto aperto, inquieto, quasi ultima chance della parola scritta pronta a migrare dal supporto cartaceo verso nuovi mezzi espressivi.

Entrato nel libro-cilindro, il lettore privo di scarpe, (completamente nudo sarebbe meglio), si trova "sospeso" a mezz'aria tra due infiniti, (illusione ottica ottenuta con due specchi che costituiscono il fondo e il cielo del cilindro), e insieme ai personaggi del racconto, partecipa alla fuga dell'ipertesto che lo circonda, nel tentativo di afferrare l'inconsistenza della materia / energia / minima / ambiguità / subnucleare.

Permanendo all'interno del cilindro, il viaggiatore si accorge che la sua materialità resiste alla frantumazione e che ponendosi tra il pensiero e l'infinito, ostacola la vista estrema del punto di convergenza.

Il "viaggio" provoca una emozione.

www.starnet.it/autori/biogodi.htm

 

 
 

I\O

e la Poesia Volumetrica

(Riassuntino per i beatissimi oziosi)

Alcuni amici hanno avuto occasione di visitare, il Libro Cilindrico entrandoci dentro (edito dall’autore in copia unica).

È un Libro a misura d'uomo.

I testi e le immagini raccontano in modo non lineare, l'avventura di due viaggiatori, Tudela and Fiacre (può darsi si tratti di un solo viaggiatore con doppia vita) che partiti per l'acquisto di un paio di scarpe con tacchi a spillo per una cerimonia di nozze, cercano in realtà di raggiungere la materia per possederla.

Avendo dimenticato la ragione per cui sono in viaggio salgono casualmente su di un grattacielo a New York, dove è in corso una riunione di fisici con dio.

Nella notte che segue, durante la Festa della Frantumazione della Materia, bevono misture altamente energetiche e si ubriacano tutti.

 

Tudela and Fiacre completamente sghiandati si sporgono troppo, nel tentativo di afferrare la city, e precipitano dal grattacielo sull'asfalto per poi rimbalzare nel proprio linguaggio (linguaggio che quasi sicuramente risente della sbornia), quindi ricadere definitivamente nella calce viva di un "smorzo" all'Infernetto, luogo incerto, comunque certamente abusivo tra la città di Roma e il mare.

Ridotti a dimensioni insignificanti , forse a livello sub nucleare, finiscono nel materiale di costruzione di un PC monitor e di una sfera enorme la cui superficie interna completamente specchiata, non gli consente di ritrovare né il tempo né lo spazio umano, consumando con ciò la famosa equazione

Poi, che non è poi, forse è già

 

 

 
 

FANTASMI DI INTERNET

è un "work in progress".

Finora sono stati costruiti (e poi allestiti in una gabbia-cupola di tondini di acciaio e fili di nylon) 6 personaggi-oggetto di cellofan e plastica trasparente.

L'hardware-uomo sta perdendo peso.

Parole frantumate diluite nella rete della comunicazione.

La presenza fisica dell'interlecutore è dubbia.

Un omaggio ironico ai costruttori dei monumenti soft (software).

Dimensioni attuali 200x200 cm.

 
 

Gianni GODI

gianni.godi@tin.it

 
                                                                

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