Cyberutopia di Pace
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CYBERUTOPIA DI PACE

 

di Gennaro Francione

 

"L'Utopia è il motore della storia. Con l'utopia rovesceremo pacificamente il mondo e realizzeremo la pace in terra, accorciando le distanze tra il sogno di armonia universale e la realtà grazie al rizoma informativo dal basso offerto dal web. Nella ragnatela internettiana irretiremo la Mosca della Guerra e, in massa, la succhieremo a morte distruggendola"(Raul Karelia)  

 

  Il 25 di agosto del 2001 nel corso della Giornata del Minore rapito  V EDIZIONE, presso il CESC (Museo del Cinema di Roma) lanciai l'idea di UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI DEBOLI.

I bambini rappresentano la metafora del Debole, tant'è che le prive vittime della guerra sono proprio loro.

Nel romanzo CALABUSCIA [1] racconto la fuga dopo l'armistizio lungo tutto la penisola di due napoletani, padre e figlio(mio padre e mio nonno), alla ricerca di una salvezza che si rivela una mera  chimera. La vita è un'eterna Calabuscia, una gabbia in cui in fase bellica sono irretiti soprattutto i bambini come gli "eroici" guagliuncielli di Napoli.

"E così Napoli, l'indifferente città, si è posta sorprendentemente alla testa della rivolta al nemico. Ridotta senza cibo e acqua ha caricato le sue energie esplosive nella fame e nella sete come nessun altro popolo.

      Ma quante anime innocenti sono morte! Non uno di quei bambini col volto piegato tra i calcinacci e il sangue raggrumato, gli occhi stralunati, puri e increduli, vale la vittoria di un'intera guerra! Vittoria: ma di chi e in nome di che cosa?

      La vita è il principale bene di ciascuno e nessuno ha il diritto di violarla in nome di qualsivoglia ideale pur nobile. Quando poi muore un bambino armato è davvero l'inferno in terra e l'eroismo non salva ché anzi aggrava la colpa nella vanagloria degli adulti di essere stati vincitori col mitra impugnato dall'agnello di Dio.

      Guerra, sei solo merda!".

Merde. Parola edulcorata alla francese. Sedimento  corporeo richiamato nell'incipit  del romanzo:

           "Il coraggio della guerra è di uscirne vivi;

            Il coraggio della pace è di scagliare la

            verità in faccia ai vincitori.

            La guerra è merda universale,

            prodotta dallo spirito collettivo,

            sapientemente incartocciata nelle                       

           multicolori bandiere patrie".

 Un libro di guerra contro la guerra, Calabuscia, che dimostra come la guerra, comunque motivata, sia un crimine e un atto d'ingiustizia contro l'umanità.

       Nel convegno sopra citato al MICS si dibatteva contro i giudici stranieri che in nome di una legge astratta rapiscono i bambini di altri paesi. Fu allora che lanciai il mio "J'accuse" contro l'attuale sistema di giustizia mondiale. Sì perché per evitare le guerre un primo espediente è combattere pacificamente per un mondo più giusto.

In pieno spirito antiglobalizzazione  e per una reale democrazia mondiale avanzai l'idea di un Tribunale Internazionale dei Deboli proponendo di  istituire accanto al Tribunale Internazionale   per i Crimini di Guerra  un Tribunale  Internazionale per evitare i crimini di pace compiuti da Stati  anche Democratici,  avallando procedure pseudolegali come la pena di morte, la tortura, i verdetti sommari  e indiziari etc., ma soprattutto giustificando con finti progetti di democratizzazione le invasioni pseudoilluministiche di altri stati.

La proposta fu lanciata via internet quello stesso anno attraverso il sito MOVIMENTO UTOPISTA, (MOVIMENTO UTOPISTA: IL GIOCO DELL'ANTIPOLITICA IN RETE http://www.antiarte.it/movimentoutopista) con la creazione di un cybertribunale popolare cui affidare il compito di processare quei paesi che commettono crimini ai danni dell'umanesimo in tempo di guerra ma quel che è peggio in tempo di pace, tradendo i principi della reale democrazia e specificamente  restandosene inerti a osservare la strage degl'innocenti nel mondo.

Il peggior delitto contro la democrazia è l'OMERTA': il non vedere pur potendo facilmente vedere, il non sapere pur sapendo, il non fare pur potendolo.

In spirito no-global denunciavamo l'omertà del mondo civile rispetto ai paesi poveri, ribadendo che non ci potrà mai essere vera giustizia sulla terra finché le risorse della stessa non saranno equamente distribuiti tra tutti i paesi eliminando il gap tra ricchi e poveri.

Oggi la realtà è questa: oltre mezzo miliardo di bambini nel mondo vive con meno di un dollaro al giorno, molto al di sotto della soglia di sopravvivenza.

Lo Stato, gli Stati, sono corresponsabili dei delitti compiuti in nome della miseria.  Inutile cercare capri espiatori singoli quando la fame e la povertà dilagano. Un manifesto visto in questi giorni associa Hitler e immagini di un campo di sterminio con noi, cosiddetti civili, collegati a un'immagine di bambini africani denutriti sulla soglia della morte. Il manifesto reca la scritta "Hitler uno di noi" associando immagini dell'Africa con quelle di Auschwitz (1942-1945). Termina con la frase "Nulla è impossibile".

Inutile colpire solo i turisti sessuali quando gli Stati non fanno nulla per eliminare le sacche di povertà e di conflitto in paesi come la Thainlandia, la Cambogia, l'Eritrea, l'Etiopia dove la gente fa prostituire i propri bambini proprio per guadagnarsi un tozzo di pane.

"Stati ancora Membri della Rivoluzione Francese, assicurate la fraternité e il cibo  e i reati di sfruttamento minorile, diminuiranno!" peroravo nel convegno al  MICS e concludevo con: "Oltre alla costituzione del CyberTribunale Internazionale dei Deboli, unica arma immediata di reazione   a nostra disposizione, noi confidiamo  nella riunione straordinaria dell'Onu dedicata ai bambini e agli  adolescenti del mondo che si terrà a settembre a New York  avallandone in pieno l'intento di chiedere alle nazioni di dichiarare l'infanzia zona di pace".

La realtà peggiore di questo mondo è il permanere del fenomeno guerra che fa strage inutile di uomini ma, quel che è peggio, di bambini utilizzati  a piene mani nei conflitti di ogni tipo.

Solo negli ultimi dieci anni due milioni di piccoli innocenti sono stati uccisi in conflitti, un milione sono rimasti orfani, sei milioni sono rimasti feriti, dieci milioni risentono traumi psichici e altri venti milioni sono stati costretti a lasciare la loro casa e il loro paese per cercare rifugio altrove.

Secondo il rapporto di Amnesty International più di 300.000 minori sono attualmente impegnati in conflitti nel mondo utilizzati come soldati, informatori, per mettere mine e sottoposti a una severa disciplina tanto da comportare in caso di diserzione l'arresto o l'esecuzione immediata. La maggioranza di questi hanno da 15 a 18 anni ma ci sono reclute anche di 10 anni e la tendenza è verso un abbassamento dell'età. 

Nella messinscena di maggio  al Don Bosco di Roma SUONI E LUCI DI GUERRA E DI PACE[2], autore il vostro relatore e Francesco De Cicco, per la regia di quest'ultimo,  abbiamo creato una pièce multimediale a collage dove artisti(un poeta, un pittore, teatranti di strada) ma soprattutto ragazzi e bambini, tanti bambini, tutti uniti insieme, lanciano il loro urlo contro l'infamia della guerra, di qualunque guerra, auspicando un mondo diverso con un nuovo sole che riscaldi la fratellanza degli uomini finalmente accomunati dalla pace, dall'emozione e dalla creatività comuni.

Dopo la fondazione del Tribunale Internazionale dei Deboli, il MOVIMENTO UTOPISTA scese in campo  nella manifestazione la GARBATELLA IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA. Ci fu una  giornata contro la guerra con interventi di artisti, poeti, giornalisti e scienziati, spazi di libero intervento, coinvolgimento dei bambini nella realizzazione di disegni e striscioni contro la guerra, proiezioni di video, pannelli e banchetti di materiale informativo, momenti musicali, e in chiusura cena multietnica. 

La manifestazione fu organizzata da Roma XI social forum in collaborazione con il Roma Sud-Ovest social forum.

Si scendeva in piazza per dire NO ALLA GUERRA che distrugge case di argilla, uccide e mutila bambini, donne, anziani, cittadini inermi, crea nuovi profughi, punisce il popolo afghano e ora quello iracheno che non sono responsabili dei crimini compiuti dai terroristi; per dire NO AL TERRORISMO che colpisce persone innocenti e globalizza una situazione di insicurezza psicologica, clima in cui i potenti del mondo tentano di criminalizzare ogni forma di opposizione, incrementano le spese militari, tolgono risorse all'istruzione, alla cultura, alla sanità e al sociale nel suo complesso programma.

In quella occasione ci fu una sentenza popolare contro la guerra. 

 

IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DEI DEBOLI

riunito in seduta plenaria alla Garbatella con l'intervento di poeti, scienziati, antiartisti e del popolo tutto in occasione del Roma XI Social Forum presso l'Aula Columbus, Università Roma 3 via delle 7 chiese n. 1001 d)

in merito alla guerra mossa dagli occidentali contro l'Afghanistan dopo l'attacco alle torri gemelle di New York

                     sentenzia

L'art. 11 della Cost. afferma "L'Italia  ripudia la guerra  come strumento di offesa  alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ripudia significa... che al nostro popolo la guerra... fa schifo!

Precisamente ci sono due azioni ripudiate:

- la guerra di aggressione;

- la guerra per risolvere controversie tra Stati.

Quanto al primo punto l'analogia con la legittima difesa è più che mai legittimo e si perdoni l'allitterazione.

La legittima difesa è valida a scriminare i delitti quando la reazione è proporzionata all'azione ed è immediata.

Nel nostro caso non c'è proporzione tra il male che si è subito e quello che si arreca. Manca cioè la proporzione tra il vile attentato alle torri compiuto da una banda di criminali e l'attacco a un intero popolo, quello afghano.

Inoltre la reazione alla strage americana non è stata immediata ma meditata, preparata e poi sferrata.

Ergo la legittima difesa non è invocabile perché non ne ricorrono i principi, passandosi con la reazione spropositata e dilatata nel tempo dalla possibile ragione al sicuro torto.

Quanto alla controversia tra stati affinché essa insorga è prima di tutto necessario appurare il punto su cui controvertere. Orbene, prove o non prove, nessun giudice americano o di altro paese ha mai fatto il processo a Osama Bin Laden, attribuendogli la responsabilità specifica e non solo per simpateia dei fatti di New York.

In ogni caso la risoluzione della controversia era da demandarsi ad altri sistemi(intelligence, sanzioni economiche e  produttive etc.) da attuarsi con calma e metodo. Se c'era la possibilità di agire in quel modo, e c'era, bisognava adeguarsi perché questi sono i principi del nuovo mondo democratico che ripudia la giustizia sommaria dell'occhio per occhio... dente per... un'intera dentiera.

Insomma la guerra è ammessa in una situazione realmente agonica ma non si può andare ad attaccare un intero popolo perché nasconde terroristi. E' come sconfiggere la mafia bombardando e massacrando la Sicilia e i siciliani.

Rispondere al terrorismo con una guerra che uccide anche un solo bambino è rispondere a barbarie con ultrabarbarie, è atto da altissimo medioevo. Promettere di ridurre ai minimi i danni alla popolazione civile avversa è pura demagogia e non comporta nemmeno la concessione delle attenuanti generiche.

D'altra parte l'art. 11 della Cost. porta avanti un principio pacifista che lo Stato Italiano ha acquisito sulla scia di autorevoli precedenti come la Costituzione Francese del 1791. Noi stiamo ancora combattendo per la Rivoluzione Francese, qui, come soldati pacifici e disarmati,  perché non vogliamo la guerra né i signori della guerra,  opponendo loro solo i nostri corpi, la nostra fratellanza e la nostra intelligenza.

L'Italia con questo principio dell'art. 11 si è definito "Stato pacifico", requisito fondamentale per entrare a far parte delle Nazioni Unite che ammettono nel loro ambito solo gli stati "amanti della pace". Bella pace!

Entrando in questa guerra per catturare i terroristi l'Italia ha tradito  la costituzione; entrando in guerra gli occidentali -  Nato o Non Nato(quanto ognuno di noi vorrebbe a tal punto non essere in questo mondo mai... Nato)  - hanno tradito la Carta ineluttabilmente pacifista delle Nazioni Unite attaccando  un intero popolo inerme per catturare una banda di masnadieri.

E tutto questo non trova alcuna giustificazione né nella Legge Scritta degli Uomini Forti né nella Legge Non Scritta dei Fratelli Deboli del Mondo;

                      P.Q.M.

 visti i principi di Liberté, Egalité, Vivacité, Fraternité

condanna  attaccanti e terroristi a  essere bruciati con l'incenso e le poesie sull'Altare della Pace Universale.

 Così deciso in Roma il 17 novembre 2001

 Una sentenza pronunciata per l'Afghanistan che, mutatis mutandis, potrebbe essere stilata ristilata per l'Iraq, con toni comunque ben più aspri perché le democrazie non possono essere forzate senza il dialogo con coloro che devono attuarle, alias conseguendone cruenti guerre civili che sono peggiori dei mali saddamhusseinici che si vogliono estirpare.

Il fallimento di quest'autentica guerra di aggressione degli occidentali è sotto gli occhi di tutti.

Il 3  marzo 2004, giorno del 60° anniversario della Tragedia di Balvano, fondai la Cyberassociazione "Treno di Luce 8017" con il compito di riunire i familiari ed amici delle circa 600 vittime del treno [3] che si fermò nella Galleria delle Armi(poi rinominata Galleria della morte) nella notte tra il 2  e 3 marzo 1944, uccidendo i suoi occupanti (per lo più contrabbandieri di fame) con l'ossido di carbonio.

Il Treno di Luce era non solo un convoglio materiale ma un mezzo celeste per ricordare tutti quei morti, vittime di un olocausto inutile, frutto della guerra e della vita cosiddetta civile che sopraffà i poveri. Per questo il Treno di Luce nacque con l'intento di viaggiare sulle rotaie del Cyberspazio per portare il suo messaggio di pace contro la guerra e contro la sopraffazione dei deboli ad opera dei forti.  Da qui la creazione del sito TRENO DI LUCE 8017 (L'INNO ALLA PACE DEI 521 MORTI DELLA TRAGEDIA DI BALVANO  http://www.antiarte.it/trenodiluce).

Ha scritto  Albert Einstein: "Vi parlo della peggior specie delle creazioni: quella delle masse armate, del regime militare, che io odio. Provo un profondo disprezzo per colui che può, con piacere, marciare in ranghi dietro una musica: ha ricevuto il cervello per errore; un midollo spinale gli sarebbe stato più che sufficiente. Bisognerebbe far scomparire il più rapidamente possibile questa vergogna della civiltà".

Per far sparire questa vergogna  al MOVIMENTO UTOPISTA si unirono altri movimenti da me fondati come l'UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS: LA NUOVA UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA:  http://www.antiarte.it/eugius) e ANTIARTE 2000(LA RIVOLUZIONE DELL'ESTETICA NEL CYBERSPAZIO. http://www.antiarte.it/antiarte).

E' scritto nell'home page di Eugius: "L'Associazione Europea dei Giudici Scrittori ha lo scopo di associare i giudici-scrittori d'Europa al fine di diffondere un messaggio universale di giustizia e arte nel presupposto che ciò che è bello è anche buono e giusto. Ergo si può contribuire all'unione delle persone, alla crescita dell'umanità e della solidarietà in nome di una giustizia intesa non come mera punizione ma come ricerca dei sistemi creativi per rendere l'uomo retto, mediante l'arte, la cultura, lo spettacolo, l'informazione, la cooperazione culturale e sociale".

Stiamo elaborando un progetto di Diritto 2000 che sostituisce al medievale diritto penitenziale(basato sulla punizione) il neoumanistico diritto medicinale(cura, sanzioni e misure di sicurezza). Ci battiamo per l'abolizione del processo indiziario e letterario, a favore di quello a prova epistemologica, per l'umanizzazione della giustizia e del sistema di pena, per il recupero dei devianti e degli emarginati attraverso l'arte in particolare drammaturgica.

Infine abbiamo  proposto una drastica riduzione del copyright, non più proprietà intellettuale esosa ma detentio, ovvero possesso in nome dell'Umanità, per cui l'opera d'arte va smerciata a prezzi alla portata della tasca del popolo con procedura da estendersi ai brevetti in particolar modo a quelli farmacologici.

L'Antiarte è, invece, il Movimento Estetico del Nuovo Millennio il cui compito è di affratellare tutti gli artisti di trincea, non venuti alla luce del successo spesso dovuto alla fortuna e a deprecabili agganci politici.

Il target è creare nel Grande Numero degli Eguali la forza rivoluzionaria che con mezzi pacifici e  gandhiani creerà il Nuovo Stato Estetico. Qui ci sarà veramente spazio per tutti nel manifestare le proprie opere liberamente e gratuitamente presso tutti i grandi e piccoli mezzi di produzione editoriale, artistica, televisiva, cinematografica, teatrale, massmediale.

In home page si legge il proclama: "Antiartisti di tutto il mondo, Fratellini e Sorelline Esteti, aggregatevi gratis con noi e buon viaggio nell'Estasi del  cyberspazio!".

Noi dell'Antiarte-Movimento Utopista sosteniamo  il primato dell'arte  e della cultura sull'economia, il che rende la tutela del diritto all'arte e al sapere dell'uomo prioritaria di fronte ad ogni altro interesse materiale ed economico. Attraverso quest'ultima via veniva ribadito il principio già espresso nella sentenza anticopyright  che emisi il 15 febbraio 2001, quando assolsi 4 venditori extracomunitari di cd contraffatti per aver essi agito per stato di necessità(bisogno di alimentarsi) e per analogia con lo sviluppo antycopyright in Internet[4]. Per quella sentenza fui sottoposto ad azione disciplinare dall'allora Ministro della Giustizia Castelli, venendo poi prosciolto dal CSM che, con quella pronuncia, ribadì la validità della pronuncia  e la piena indipendenza della magistratura. In quel verdetto affermai il nuovo cybervangelo connesso al diritto di accesso totale all'arte e alla cultura:

      Anche la New Economy depone nel senso dell'arte a diffusione gratuita o a bassissimo prezzo, per rendere effettivo il principio costituzionale dell'arte e la scienza libere(art. 33 della Cost.) e, quindi, usufruibili da tutti, cosa non assicurata dalle attuali oligarchie produttive d'arte che impongono prezzi alti, contrari  a un'economia umanistica, con economia anzi diseducativa per i giovani spesso privi del denaro necessario per acquistare i loro prodotti preferiti e spinti, quindi, a ricorrere in rete e fuori a forme diffuse di "pirateria" riequilibratrice[5].

L'azione degli oligopoli produttivi appare, quindi, in contrasto con l'art. 41 della Cost. secondo cui l'iniziativa economica privata libera "non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Solo un'arte a portata di tasca di tutti i cittadini e soprattutto dei giovani può essere a livello produttivo umanitaria e sociale come richiesto dalla Costituzione, per far sì che davvero tutti possano godere dei prodotti artistici.

 Entrambi i movimenti EUGIUS-ANTIARTE partivano dal principio basilare per cui il Sapere (inteso come Arte e Cultura) deve prevalere sull'Economia. Affermavano che al Mondo della pseudodemocrazia, fondato sulla Piramide Sociale, va sostituito quello della Sfera dove tutti hanno reale eguale possibilità di partecipazione alla vita spirituale e materiale del mondo. In questo progetto se oggi lo "Stato è forte coi deboli e debole coi forti", bisognerà creare un nuovo mondo in cui "Lo Stato è forte coi forti e debole coi deboli".

Un sforzo planetario del sistema realmente democratico mondiale  è necessario per una più equa distribuzione delle risorse ciò ad evitare la materia prima dei conflitti.

Inoltre, nel progetto di affratellamento culturale ed artistico tra i  popoli, le intellinghentie metastatali formeranno l'humus basilare per un grande dialogo tra le nazioni, come stiamo realizzano nel nostro piccolo con paesi come l'Albania (Progetto Scanderbeg[6]), la Romania(Progetto Vlad Dracula[7]), la Turchia (Progetto Atatürk)[8], la Cecoslovacchia (Progetto Rodolfo)[9] etc..

La prima consapevolezza del sapere umanitario sarà agire per lo smantellamento delle società costruttrici di armi e il loro riciclaggio  in imprese per la pace, ovvero produttrici di tecnologie favorevoli all'uomo, di cibo, di farmaci etc..

La seconda consapevolezza sarà disintegrare la proprietà intellettuale sotto forma di copyright e di brevetti, micidiali soprattutto in tema di farmacologia  tale ora per cui chi non ha i soldi per pagare il salvavita può pure crepare. Lo sforzo comune sarà indirizzato al progetto di dare accesso davvero alle fonti d'informazione  di salute spirituale e materiale  a tutte le popolazioni mondiali, anche a quelle del terzo mondo.

La terza consapevolezza sarà destabilizzare i sistemi che consentono solo a pochi e sempre gli stessi di accedere alle risorse culturali, economiche  e massmediali, purificando le pubbliche amministrazioni globali e locali in nome di un reale accesso di tutti alla cosa pubblica, col diritto di ciascuno a non essere escluso.

In questa prospettiva va eliminato il gap tra i paesi ricchi e  poveri, progettando per questi ultimi non mere elemosine, ma esportazione di tecnologie, imprese, sapere per far sì che in loco essi possano avere risorse per lo sviluppo dei loro paesi, così arginandosi nell'unico modo possibile la giusta invasione dolce di immigrati nelle terre occidentali.

Per il momento il web è la fonte d'informazione più forte che abbiamo a  disposizione e non è un caso che  il  Tribunale Internazionale dei Deboli, organismo puramente virtuale, agisca attraverso internet.

Solo in questa chiave di umanesimo cybersocialist, universale  e integrale sarà possibile minare le basi della discordia, intesa come divergenza tra popoli senza dialogo, e cercare così di costruire una reale pace di eguaglianza tra i diseguali.

Noi crediamo, via web, all'Utopia di una mondo senza guerra.

Davvero in questo mondo della cyberimmaginazione, come concludeva il manifesto unificante Auschwitz e l'Omertà sulla fame nel terzo mondo, nulla è impossibile. Noi vogliamo combattere con mezzi pacifici e gandhiani per un mondo di armonia tra Natur e Kultur. Per noi un altro mondo, fatto di Fratellanza e Dialogo, nel breve tempo che ci è concesso di vivere, è davvero possibile.

 


[1]G. Francione, Calabuscia(Aetas Internazionale - Roma, ottobre 1994), per cui vedi http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/calabusc.htm

 

[2]Vedi http://www.antiarte.it/adramelekteatro/suoni_e_luci_di_guerra_e_di_pace.htm

 

[3]Tra di essi mia nonna Giulietta Brancaccio. La tragedia è narrata nel citato CALABUSCIA.

 

[4] La sentenza ha suscitato ampio dibattito in internet e fuori, citata in numerosi articoli e saggi tra cui la serie edita dalla Ed. D'Agostino "Sentenza anticopyright atto I, II, III etc." (Roma 2002) con i titoli: Immigrato. Sì, questo è un uomo (C. D'Agostino,  R. Karelia e S. Proietti); Sentenza Anticopyright - Atto II (C. D'Agostino,  R. Karelia e S. Proietti); Biopirateria  -  Droga mediatica (Costanzo D'Agostino e Raul Karelia); Brevetti sulla vita  -  Crisi della giustizia (Costanzo D'Agostino e Raul Karelia); Democrazia, globalizzazione  e giustizia (Costanzo D'Agostino con poesie di M. G. Colombo; Agonia e morte  del  diritto  d'autore - Intervista (immaginaria) a Erich Fromm (Costanzo D'Agostino con poesie di M. G. Colombo); Intervista  immaginaria  a George  Ivanovic  Gurdjieff  - Da  Gurdjieff  all'olismo  moderno (Costanzo D'Agostino con poesie incarcerate di Visar Zhiti); Intervista  immaginaria  a Jiddu Krishnamurti (Costanzo D'Agostino  e Visar Zhiti, Poeta dell'Abisso). Si può consultare il "Dossier Sentenza Anticopyright" nel sito EUGIUS(UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI) cliccando su: http://www.antiarte.it/eugius/sentenzaanticopyright_1.htm

 

 

[5]Nel saggio di G. Francione, Hacker, i Robin Hood del Cyberspazio, Lupetti, Milano 2004, si avanza l'ipotesi di una "legittima difesa economica". Vedi anche la rivista Tutto da capo, Lupetti, maggio 2004.

 

[6]G. Francione, Scanderbeg, un eroe moderno(Multimedial hero), Costanzo D'Agostino Editore, Roma 2003 con prefazione di Alessandro e Giulio Castriota Scanderbeg d'Albania. Narra di Giorgio Castriota Scanderbeg l'imbattibile piccolo grande principe d'Albania che nel '400 salvò il suo paese dai continui tentativi d'invasione dei turchi, la più potente armata del mondo all'epoca. Vedi http://www.antiarte.it/adramelekteatro/scannerebecco.htm. Nell'ambito dell'alleanza italo-albanese è prevista, in collaborazione col Teatro di Valona una messinscena dello Skanderbeg di Francione in tour in Albania e tra i paesi arberesche, ma anche un film per la regia di Roberto de Feo.

 

[7]G. Francione, Domineddracula.vita,gesta,morte  e  resurrezione  di  vlad  tepes l'impalatore.Pag. 664.Presentato dal Direttore dell'Accademia di Romania a Roma, prof. Eugen Uricaru. Si tratta di un romanzo storico-biografico, descrivente gli orrori draconiani di Vlad Tepes l'Impalatore,voivoda rumeno ertosi coraggiosamente col suo piccolo popolo contro i turchi di Mohammed il Conquistatore. L'operazione di scrittura vampirica è rovesciata rispetto al Dracula di Stoker: non più dalla realtà di Vlad al mito del Vampiro, ma dal sanguinario dell'inconscio collettivo leggendario alla storia reale. Vedi http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/domineddracula.htm

 

[8]G. Francione, Diario segreto di Atatürk  nel controcanto  del poeta ottomano, Costanzo D'Agostino editore(in  fase di pubblicazione). Mustafa Kemal, detto Atatürk ovvero Padre dei Turchia, è stato un eroe moderno ma già passato alla leggenda. Dopo aver vinto innumerevoli battaglie per scacciare dal suo paese nemici interni ed esterni, ha conosciuto il valore della pace e, durante la sua presidenza, ha fatto il suo massimo per assicurarla e rinforzarla nel suo paese ma soprattutto nel mondo intero. Pochi dei giganti dei tempi moderni hanno parlato con l'eloquenza di Atatürk sulla necessità vitale di generare un ordine rinnovato del mondo basato sulla pace, sulla dignità di tutti gli esseri umani e sull'interdipendenza costruttiva di tutte le nazioni. Ha dichiarato, subito dopo la guerra turca d'indipendenza, che "la pace è il senso più efficace affinché le nazioni possano raggiungere la prosperità e la felicità".

 

 

[9]Gennaro Francione, Rodolfo, il Re Antiartista,  Costanzo D'Agostino editore(in  fase di pubblicazione). Rodolfo era il primogenito e successore di Massimiliano II d'Austria (1527-1576) e di Maria della Spagna (1526-1603), essendo sua madre figlia di Carlo V di Spagna. Entrambi suoi genitori erano nipoti di Giovanna la Pazza  di Castiglia (1479-1555). Fu considerato anch'egli pazzo perché, contrario alla guerra, amava circondarsi di artisti, alchimisti, maghi, scienziati, piuttosto che di strateghi trascurando i suoi doveri di sovrano per dare il suo tempo alla meravigliosa corte rinascimentale da lui creata.