Poeta e regista ha fondato con Francione l'associazione Antiarte
2000, di cui è Presidente.
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Pensavo che il dire di Stefano sulla sua esperienza dell'oscuro fosse metafora di poeta. Un giorno, in sala hobby, vicino alla cantina, mi ha rivelato che è nato pressoché cieco, vedeva solo ombre, a causa di cataratte. Né i genitori né i medici se ne accorsero. Solo al primo dì di scuola la cosa venne fuori. Faceva asticelle sul foglio e quando la maestra vide la "mappa geografica"(espressione di Stefano) lo rimproverò. Ci furono reprimende anche dei genitori che pensavano fosse un atto di ribellione. Almeno fosse stato così. Genitori godete dei vostri figli iperdiscoli con gli occhi sani! Naturalmente la cosa continuò e finalmente ci si accorse che qualcosa non andava. Sentenza dei medici: cataratta e rischio di perdere la vista. 5 anni di sofferenze per il bambino negli ospedali e finalmente a 10 anni recuperò la vista grazie all'ausilio di occhiali spessi oggi divenuti invisibili lenti a contatto. Oggi quel bambino sogna spesso di levitare davanti a un pubblico che lo guarda. Oggi quel bambino ha non solo la seconda vista, ma la terza, la quarta, la quinta, la sesta, la settima visione del mondo ... Stefano, fratello mio, tu sei l'antiOmero. Il caro Omero è ancora una figura mediovale con questa cecità assoluta fisica del poeta che se ne fa forza per una luce tutta interiore. Basta con la sofferenza che non ha fine! Il tuo corpo è la metafora dell'Antiartista Nuovo, quello che non vuole più soffrire. Il tuo corpo la metafora vivente della rigenerazione buddista da un dolore che nella sua irrefragabilità dobbiamo combattere con tutte le nostre forze alleandoci all'arte della scienza. Grazie Stefano per esserci. Grazie Stè per la tua fania, per la luce che col dolore dei tuoi occhi stai trasmettendo a tutti noi antiartisti stanchi di soffrire. Grazie da noi ribelli tutti. tuo Gennaro
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Nel 2001 Loconte, sulla scia dell'Antiarte, ha fondato Artisti-Ka(Centro
solidale di arti libere).
Intanto è diventato una colonna portante dell'Adramelek Theater organizzandone le compagnie, collaborando con Francione all'adattamento teatrale dei suoi testi, dirigendo la regia a partire dal magistrale CyberCyrano Chat.
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