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               T.T.T

         TEATRO 

            TRAPPOLA 

                   TOPI

 

          Di Agius & Francione

 

L'Associazione Culturale mumblemumble ha aperto la stagione teatrale 2002/2003 del Teatro Dafne (http://www.teatrodafne.it)con Trappola per topi(tit. orig. Mousetrap) di Agatha Christie. In scena dal  3 al 20 Ottobre per la regia di C. Melillo.

 

                               

 

La pièce è il  rifacimento teatrale di un vecchio racconto della stessa autrice intitolato Tre topolini ciechi, richiamante l’omonima musichetta sinistra che aleggia sulla storia, un’autentica “sigla dell'assassino”.

La trama. Isolati per il maltempo nella locanda di Castel del Frate, Mollie e Giles Ralston, i proprietari del locale, e i loro cinque strani clienti sono costretti ad affrontare una drammatica avventura. Si tratta di  un artista mattoide, una signora di mezza età noiosa e petulante, un maggiore dell'esercito inglese in pensione, una ragazza disinibita e mascolina, un ospite straniero inatteso. Tra di loro si cela un assassino psicopatico che ha già ucciso una persona a Londra. Ma sotto quale travestimento si maschera il colpevole? Ciascuno dei presenti sembra avere qualcosa da nascondere, qualche segreto vergognoso legato ad un fatto di sangue avvenuto molti anni addietro. Prima che ogni comunicazione venga interrotta, la polizia locale riesce  ad inviare un suo agente, il sergente Trotter  nell’albergo isolato dalla tormenta di neve. Toccherà a lui individuare l'omicida intenzionato a colpire di nuovo con effetto finale a fantastica sorpresa com’è nella tradizione giallo-drammaturgica di Agata Christie.

            Il segreto del successo  della commedia, rappresentata incessantemente dal 10 ottobre 1952, prima al teatro Ambassador poi al St. Martin’s Theatre in West Street, va colta nella scorrevolezza  del racconto,  dove il brivido che tiene legati alla sedia risulta reso leggero dall’umorismo inglese che caratterizza  soprattutto i due strani personaggi dell’architetto e dello straniero appiedato. La stessa autrice ha cercato di definire il senso della pièce parlando di mélange tra dramma, spettacolo dell’orrore e commedia brillante.

            Un plauso particolare va rivolto alla messinscena del Dafne,  alla compagnia di attori assai compatta dei mumblemumble,  ma soprattutto alla scenografia costruita con una precisione rara e inusitata per le nostre squattrinate rappresentazioni italiche. Lo spazio della pensione Castel del Frate è descritto con minuzia di particolari(quadri, telefono, mobiletti, quadri, piantine, la bottiglia di wiscky, il giornale inglese etc.), davvero certosina , fino ad arrivare alla costruzione della magica finestra ammantata di neve.

            Lo spazio del teatro, davvero piccolo  in  perfetto stile da strindberghiano teatro da camera, con la gente pigiata nei 75 posticini come in una gabbietta,  porta all’acme l’effetto trappola del topo, poiché il pubblico - come in un gioco  di scatole cinesi – subisce a catena montante l’onda di ingabbiamento che genera il fascino della pièce, imperniata proprio sulla chiusura dei personaggi nella piccola pensione, tagliati fuori dal mondo per la tormenta di neve e  per i fili del telefono tagliati. Là dentro,  asserragliati nelle poltroncine dove finanche le gambe  sono rattrappite per la paura, ci si dimentica che non siamo nella campagna londinese ma ad Ostia e che fuori c’è la brezza marina, libera e odorosa, di questa tiepida serata d’ottobre.

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