D'Ambrosi e  Legge 180
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DARIO D'AMBROSI TORNA IN MANICOMIO (Giornate di riflessione sulla Legge 180)


XVI° INCONTRO DEL TEATRO PATOLOGICO

“D’AMBROSI TORNA IN MANICOMIO”

(Giornate di riflessione sulla Legge 180)

12 Maggio 2006 S. Maria della Pietà – Ex lavanderie





PROGRAMMA



Venerdì 12 maggio ore 18,00



Convegno, incontri, dibattito – Camicia di forza



Teatri e teatranti nati in manicomio

Si presenta e si discute sulle realtà teatrali nate e che nascono negli spazi manicomiali.

Saranno presenti artisti da varie parti di Italia per testimoniare la loro esperienza sull’argomento.

Inoltre parteciperanno magistrati, medici e operatori nel campo psichiatrico.

Per ora ha confermato la sua partecipazione il giudice drammaturgo Gennaro Francione che ha esordito proprio nell’ambito del Teatro di D’Ambrosi con suoi testi sulla follia dei magistrati(Il caso Schreber; Doppelganger iudex vincitore del Pirandello in breve) analizzando poi nel ciclo “Le 12 Pietre della Follia” la pazzia delle classi colte(Poeti, Pittori, Musicisti, Re, Borghesi, Matematici, Scacchisti)

In altri comunicati verranno indicati i nomi degli altri partecipanti e i temi dei loro interventi.



Ore 20,00



Video – Letti di contenzione



Presentazione del Documentario “Teatro e Follia” di R. Keller

Documentario realizzato dalla televisione ZDF “Seconda rete nazionale tedesca” dove vi si racconta il metodo di lavoro dell’Associazione Teatro Patologico diretta da Dario D’Ambrosi con ragazzi malati psichici.



Ore 21,30



Spettacolo teatrale – Lobotomia

“180 Dove devo andare?”

Happening teatrale ideato, realizzato e interpretato da Dario D’Ambrosi.

Il lavoro teatrale cerca di comunicare le difficoltà che hanno avuto i malati di mente ad affrontare la Legge 180 e D’Ambrosi raggiunge lo scopo improvvisando con il pubblico (vedi scheda allegata).



Ore 22,30



Film – Elettroshock

“Il ronzio delle mosche” un film scritto e ideato da Dario D’Ambrosi con Greta Scacchi, Lorenzo Alessandri, Marco Baliani e Nicolas Vaporidis



Un’equipe di medici e scienziati sta lavorando ad un nuovo progetto. Ne fanno parte il Dottor Badii, il dottor Graus e la dottoressa Natalia. L’idea consiste nel prelevare gli ultimi tre folli rimasti sulla terra e portarli in un luogo segreto, studiarli e capire se sia possibile, partendo da loro, far germinare la pazzia, estenderla ad altri al fine di ripristinare quella linea di demarcazione che divide una mente sana da una malata, combattere la noia e la depressione che si sta diffondendo sulla terra, reinserire il sentimento della paura.

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Associazione del Teatro Patologico 

Presenta

D’Ambrosi torna in manicomio 

in 

“180 DOVE DEVO ANDARE?”


Happening teatrale ideato e interpretato da Dario D’Ambrosi con Lorenzo Alessandri, Paolo D’Agostino, Alessandro Corazzi e Danilo Facco

E’ questo il contributo che uno strumento di comunicazione così incisivo come il teatro può dare alle problematiche sociali più scottanti come la legge 180 (Legge Basaglia del 1978) applicata ma mai sviluppata concretamente a favore dei malati e dei loro familiari.

In questi 28 anni la politica ha fatto molta demagogia sul problema della malattia mentale senza mai affrontare i veri problemi sorti con l’applicazione della legge 180 e lasciando malati di mente e familiari in balia di grandi “DISCORSI” e “MANCATE PROMESSE”.

L’happening creato, diretto e interpretato da Dario D’Ambrosi sarà un momento di grande confronto con quello che ha portato la legge 180 sia nel bene che nel male.



Infatti D’Ambrosi interpreta un malato di mente che viene dimesso dall’ospedale psichiatrico in ossequio della legge 180; l’ospedale è aperto, il malato deve mantenere un rapporto con la realtà “esterna”.



L’esterno, rispetto al personaggio interpretato da D’Ambrosi, qui sono gli spettatori stessi, coinvolti dall’attore che intende effettuare la catarsi del suo male con il ruolo di “emarginato mentale”.



Un ruolo che lo spettatore respinge e accetta con lo stesso sorriso d’imbarazzo e di condiscendenza che si fa per i matti che si incontrano per strada.



Ci si rende così conto che la situazione imposta dall’attore D’Ambrosi come finzione scenica corrisponde alla realtà: che veramente coinvolge in modo diretto lo spettatore.







12 Maggio ore 21,00

S.Maria della Pietà “ex lavanderie”



ASSOCIAZIONE DEL TEATRO PATOLOGICO

ONLUS





ADRAMELEK THEATER: Il TEATRO MAGICO E UROBORICO DI 

GENNARO 




http://www.antiarte.it/adramelekteatro/dario_d'ambrosi.htm


http://www.buongiornoroma.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=113


http://www.capitoloprimo.it/lapilli/?p=451

http://www.altremappe.org/Agenda/agendaappuntamenti%20nuova.htm

http://www.ilcavallobianco.it/teatro/index.php?IDnews=1057

 

http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Spettacolo&loid=1.0.421150944
TEATRO: ROMA, DARIO D'AMBROSI INTERPRETA LA LEGGE 180

Roma, 8 mag. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - La legge 180, Legge Basaglia del 1978, applicata ma mai sviluppata concretamente, a favore dei malati e dei loro familiari, al centro di ''180 dove devo andare'', happening teatrale ideato e interpretato da Dario D'Ambrosi con Lorenzo Alessandri, Paolo D'Agostino, Alessandro Corazzi e Danilo Facco.

D'Ambrosi interpreta un malato di mente che viene dimesso dall'ospedale psichiatrico, in conseguenza della legge 180 e, un po' alla volta, il pubblico si rende conto che la situazione imposta dall'attore come finzione scenica corrisponde alla realta'. Lo spettacolo sara' in scena venerdi' 12 maggio alle ore 21.00, presso le ex lavanderie di Santa Maria della Pieta'.


http://it.news.yahoo.com/08052006/201/teatro-roma-dario-d-ambrosi-interpreta-legge-180.htm

http://roma.metropolisinfo.it/article/articleview/102139/1/3/index.html

http://www.civile.it/inews/edicolagiuridica.asp

 

D’Ambrosi mette in scena il dialogo con la pazzia
- di Laura Novelli -

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=88438

 

D’AMBROSI METTE IN SCENA L’ANIMA DI BASAGLIA

 

In coincidenza dell’anniversario dell’approvazione della Legge Basaglia del 1978, Dario D’Ambrosi ci propone uno spettacolo diretto a recuperarne la memoria.

Significativa appare la scelta di rappresentare l’happening teatrale Lobotomia nel Padiglione 31 dell’ospedale Santa Maria della Pietà, mirando a simboleggiare l’apertura dei cancelli della dignità umana alla popolazione esterna, con la quale si è cercato e si cerca un contatto diretto ed integrato.

D’Ambrosi mostra i segni evidenti dell’ emarginazione e del disadattamento legati alle istituzioni totalizzanti. L’interazione con il pubblico e l’improvvisazione conferiscono grande forza e pregnanza di effetto ad una visione drammatica delle cure ed attenzioni spesso riservate ai malati mentali.

Attraverso il contatto con il pubblico presente in sala, D’Ambrosi riesce a realizzare un vero e proprio transfert con il protagonista, uno schizofrenico dimesso dall’ospedale psichiatrico a seguito della entrata in vigore della Legge n. 180. L’innocenza dei comportamenti e la familiarizzazione con il pubblico mostrano l’assoluta semplicità di un individuo malato, emarginato, incompreso e consapevole di esserlo. Il desiderio di ritornare tra le mura del manicomio, tra persone veramente familiari, è il segnale evidente della solitudine e del disadattamento che crea l’istituzionalizzazione.

Studi e ricerche mediche del passato suggerivano il ricorso alla lobotomizzazione dei malati psichiatrici al fine di studiarne l’anatomia interna. Le “vocine”, sintomo di personalità schizofrenica, contro cui il nostro personaggio sente il bisogno di lottare, colgono d’improvviso, spaventano, ossessionano. Le stesse vocine sono il prediletto materiale di studio di psichiatri e chirurghi che ne sedano gli effetti attraverso cure farmacologiche e ne verificano le cause attraverso l’osservazione diretta dell’anatomia del cervello. Eppure, l’anatomia è identica per tutti, il contenuto della calotta cranica – simbolicamente rappresentata da un melone anch’esso lobotomizzato – è il medesimo, il “sapore” non è cattivo , ma squisito!

Il coinvolgimento verbale ed emotivo e la condivisione del sapore del “cervello lobotomizzato dell’amico Masino” riescono a sensibilizzare il pubblico al punto da renderlo sofferente dinanzi alle paure mostrate nel finale dal protagonista.

La straordinaria efficacia della interpretazione di D’Ambrosi mostra la grandezza dell’artista di fama internazionale, capace di produrre nel pubblico indignazione e risentimento, ma anche un senso di straziante solidarietà nei confronti del protagonista, come dimostrano i numerosi gesti di conforto che fluiscono spontaneamente dagli animi degli spettatori.

Impossibile riuscire a trattenere la commozione.

Impossibile fare a meno di tendere la mano ad un uomo incompreso, come estremo gesto di soccorso diretto a sconfiggere innanzi tutto l’indifferenza.

http://www.buongiornoroma.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=212

ADRAMELEK THEATER

http://www.antiarte.it/adramelekteatro

http://www.capitoloprimo.it/lapilli/?p=479