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I MITI FAUSTIANI NELLA LANTERNA DI MEPHISTO

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L'autore de La Lanterna di Mephisto non è nuovo a trattare il tema faustiano. Ne ha trattato in chiave saggistica in vari libri pubblicati e non, essendo cronologicamente la trattazione nella Lanterna la prima sull'argomento in ordine di tempo. La via alchemica di Faust è stata esplorata ne La porta magica133 che contiene l'esplicazione dei glifi sul Libro di Pietra nel centro di Roma scritti dal rinascimentale e anarchico soffiatore Borri134. La via infernale, che tanto animerà Méliès come vedremo, è invece stata esaminata nella Bibbia infernale135, un saggio sistematico sull'inferno in tutte le tradizioni e culture136. La Bibbia infernale offre spunti per definire tempi, modi e luoghi del viaggio nell'aldilà, a partire dalle condizioni necessarie per intraprendere il viaggio e poi ritornare salvi sulla terra. Tra le modalità dei viaggi erebici medioevali molto frequente era una grave malattia quasi ai limiti della morte, che prostrando fortemente lo psicofisico generava nel moribondo orribili visioni dell'inferno. E' quanto capita a Méliès quando è colpito da malattia dissenterica così nociva da quasi portarlo a defungere. Un topos antropologico espresso metaforicamente nell'inferno cinematografico de La Lanterna di Mephisto sarà poi esplicato e analizzato nella Bibbia tartarea. Si tratta della configurazione dell'inferno come vagina.

Nella Bibbia infernale lo scrivente esamina il viaggio nell'aldilà come un percorso nel corpo della donna a partire dalla vagina. In tal senso la dantesca "selva oscura" è l'immagine poetica dei ricci puberali della donna vergine

Ah quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! (Inf. I,6 e segg.)

Attraverso l'inferno vaginale Dante risalirà al vuoto dell'alvo, per poi spingersi oltre e pervenire attraverso la zona mediana del corpo(il Purgatorio del cuore sospeso tra la testa e l'eros)alla mente nobile della sua Beatrice. Pura immaginazione? Niente affatto. Il Dolce Stil novo è solo una poetica fondata su un'edulcorata metafora sessuale. Quando l'aedo perde la mano spunta l'eros come nel Fiore, un poemetto allegorico scoperto in un manoscritto del sec. XV, pubblicato per la prima volta nel 1881 e attribuito proprio a Dante Alighieri137. Il Fiore nasce come una briosa imitazione e riduzione del Romanzo della Rosa, opera iniziata da Guillaume de Lorris e ultimata da Jean de Meung. Come stile si avvicina più ai toni spregiudicati di tale ultimo autore che ai modi raffinati di Guillaume. Infatti vi domina l'esaltazione dell'eros, la polemica anticlericale, la gioia di vivere e di godere, essendo comunque privo delle sovrastrutture teologiche e scientifiche del modello francese. Il poemetto descrive in 232 sonetti le peripezie incontrate dall'amante nella conquista della donna e del suo fiore, che negli ultimi sonetti si rivela nel suo sfolgorante significato erotico. Venendo alla Lanterna Charlotte-Stéphanie Faës(alias Fanny Manieux), in arte Jehanne d'Alcy è l'attrice, cantante e ballerina, estroversa, volitiva, seducente che farà perdere la testa a Méliès. Costui inizia il suo viaggio infernale con Torrini-Mephisto proprio invocandolo di essere liberato dalla vagina in cui è intrappolato. Come l'Innamorato dei Tarocchi, Arcano n. 6, ha da un lato una donna cattiva dall'altra una donna pura, così Méliès presenta a un fianco la spina infernale della conturbante Jehanne, dall'altro quella lieve della moglie Eugénie. In metafora le due donne, simbolo rispettivamente di Mollezza e di Virtù, sono rispettivamente la Margherita e la Elena del negromante Faust il cui viaggio alchemico passa simbolicamente anche attraverso il nero-vagina della Lussuria, come in molti versi si rivela. D'altra parte in una delle metafore dei soffiatori la via non era porprio scoperta nella coniunctio maris et feminae overo in un autentico atto sessuale ermetico? Un altro testo che tratta il tema faustiano è l'inedito Il patto diabolico. Dalle potenze iperuraniche al faust. Qui entra in scena il giudice che analizza il patto come strumento di diritto. Il saggio comincia dalle entità sovrumane per arrivare alla figura storica,leggendaria e letteraria di Faust, con analisi del patto col diavolo dal punto di vista, drammaturgico, antropologico e giuridico. Lo studio precede quello per la messa in scena de Il giudice Fausto e l'avvocato Mefisto. storia di straordinaria corruzione. Opera in 3 atti, con un prologo e un epilogo. Faust è un giudice e Mefisto un avvocato che lo corrompe promettendogli le quattro chiavi della felicità: l'oro, l'eterna giovinezza, il sesso e l'homunculus, ovvero la procreazione spirituale. Un versione moderna, originale e spettacolarizzata, nell'interpretazione dell'eterno mito del Faust. Ma veniamo alla Lanterna che come detto precede cronologicamente tutti gli altri scritti, essendo stata l'opera composta intorno al 1983-84 come trattamento e sceneggiatura, nell'87 come romanzo. Méliès ha trattato in più riprese il mito faustiano in chiave spettacolare e parodistica, sotto forma di melodramma à machine. Effetto primario: creare sorriso e meraviglia. La cinematografia mélièsiana annota una serie di film sull'argomento a partire da Faust et Margherite, del 1897138, La damnation de Faust del 1898 per arrivare a Faust aux enfers, del 1903, che ne riprende la storia, oltre a La damnation de Faust sempre del 1903 e Damnation du Docteur Faust, del 1904. La Lanterna di Mephisto si regge su vari topoi il principale dei quali è proprio quello basato sulla dialettica classica tra Faust e Mefistofele. Faust è Georges Méliès cui Mefistofele-Torrini cede i segreti della magia in generale e quella ottico-cinematografico in particolare, ricevendone in cambio un'anima vergine. Il mito del dualismo Scienza-Magia s'innesta poi nell'altro topos riecheggiante il Lanternino di Diogene che cercava l'uomo. In questo caso la Lanterna per la ricerca dell'essere è quella luminosa del gesuita Kirchner con cui gettare luce tra le tenebre della Caverna di Platone. Infine per Méliès la figura dell'amante Jehanne d'Alcy finisce con l'identificarsi inevitabilmente con la Margherita che egli cerca con tutte le sue forze di conquistare chiedendo aiuto a Torini-Méphisto una volta intrappolato dal corpo della inebbriante donna. Il patto, pur acquistando suggello attraverso un vero e proprio viaggio infero, diventa un affare favorevole per Méliès il quale ne ricava dal contratto la filosofia di una superiore saggezza. Invero, se Dio e Diavolo sono la stessa cosa, allora non c'è né perdita né salvezza. O meglio la soteria risiede nella consapevolezza, scettica a livello logico e stoica a livello morale, che non c'è proprio nulla da salvare. Una delle metafore più pregnanti del rapporto Méliès-Torini, alias Faust-Mephisto, è la discesa nell'inferno del cinema che si basa su una serie di film infernali di Méliès. Su Faust aux enfers è impostata la chiave di volta dell'inferno cinematografico nella Lanterna di Mephisto139. Morta Margherita Mefistofele porta seco Faust all'inferno interrompendo il getto di una cascata che ostacola loro il passo. Nella cavità retrostante intraprendono un periglioso viaggio nei cunicoli sotterranei, costellati da stalattiti e stalagmiti luccicanti di luminosità magica. Alfine giungono nella stanza del trono del demonio che scompare per dare il posto a una caverna di ghiaccio trasparente. Le rocce si spostano e appaiono divinità femmine attorniare da ballerine,che si dissolvono a un gesto di Mefistofele, lasciando posto a una cascata con seducenti naiadi fluttuanti all'interno. Si fanno da parte per cedere il posto a un'idra a sette teste e a un torma di demoni che mutano in fiamme le correnti del ruscello. Mefistofele fa sparire tutto e trascina Faust in oscuri recessi sino alla fornace infernale dove Faust piomba per l'eternità. I demoni alati con ali da pipistrello giubilano. Il film dà anche il segno di alcune maestrie tecniche del Mago, vere e proprie diavolerie e trucchi cinematografici degni di Lucifero, ovvero il Signore della Luce Cinematografica. Nella scena della caduta di Faust si usa un tunnel, nel quale i due personaggi precipitano, con doppio sipario rotante mosso da rulli fatto scorrere di fronte all'obiettivo. I due si muovono per creare l'effetto della velocità nel passaggio dalle valli fiorite alle dimore dei più. Orbene i materiali filmici alchemici e tartarei di Méliès vengono usati nella sede del letterario puro per creare questa novità assoluta dell'Inferno cinematografico unitamente proprio al rapporto inedito tra Faust e Mephisto individuati come contraenti della magia cinematografica che il primo acquista dal diavolo in cambio dell'anima. Il sentiero percorso che qui in primis interessa è quello del Faust, figura tra lo storico e il leggendario la cui fama nacque in Germania e invase il mondo intiero, nel succedersi d'innumerevoli opere ispirate a quel topos. Al riguardo accanto alla ripetuta rievocazione letteraria della figura reale del dottore maledetto, ribelle, chiromante, taumaturgo quattrocentesco, troviamo forme innovative che hanno voluto identificare il personaggio nel coinventore della stampa, il tedesco Johann Faust di Mainz(ad opera di Maximilian Klinger), nel geniale compositore Adrian Leverkuehn, che vende l'anima per riavere l'ispirazione musicale perduta(ad opera Thomas Mann), o in un giudice che per la conoscenza universale vende l'anima al diavolo(ad opera dello scrivente). Per concludere alla maniera di Méliès La Lanterna di Mephisto attinge a piene mani prima dalle trattazioni demonologiche e alchemiche faustiane e poi da Méliès Mago stesso, per crearne una sorta di racconto underground che fonde in maniera fantastica le strutture fantasmagoriche delle tenebre in cui si lancia ardita in esplorazione la luce della Cinepresa di Dioniso.

133Titolo originario: Rebus ianuae rebis.

134Ed. NES, Roma, gennaio '91.

135produzione fantasmagorica di abissi infernali.

136settembre '91; 3°, aprile '92.

137quibus?

138erotico.

139pezzo nella sua struttura più essenziale e spettacolarizzata.

 

 
 

 

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BIBLIOGRAFIA DI SCRITTI DI FRANCIONE SUL FAUST

 

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SCRITTI SPECIFICI

 

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SAGGISTICA

 

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1)Il patto diabolico. Dalle potenze iperuraniche al Faust. Qui entra in scena il giudice che analizza il patto come strumento di diritto. Il saggio comincia dalle entità sovrumane per arrivare alla figura storica,leggendaria e letteraria di Faust, con analisi del patto col diavolo dal punto di vista, drammaturgico, antropologico e giuridico. Lo studio precede quello per la messa in scena successiva del giudice corrotto.

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DRAMMATURGIA

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2)Il giudice Fausto e l'avvocato Mefisto. storia di straordinaria corruzione. Opera in 3 atti, con un prologo e un epilogo. Faust è un giudice e Mefisto un avvocato che lo corrompe promettendogli le quattro chiavi della felicità: l'oro, l'eterna giovinezza, il sesso e l'homunculus, ovvero la procreazione spirituale. Un versione moderna, originale e spettacolarizzata, nell'interpretazione dell'eterno mito del Faust.

3)I nervi dell'anima(Schreber il giudice pazzo). Opera in 3 atti sul dramma di Daniel Paul Schreber, il Presidente della Corte d'Appello di Dresda, reso folle dai tirannici metodi educativi del padre e rinchiuso in manicomio. Nella seconda versione a due soli personaggi emerge in maniera netta che lo psicanalista Flechsig è Mephisto e Schreber il Faust. Nell'opera presentata al Goethe-Institut l'autore ha esplicitamente definito Schreber, il Giudice Maledetto, come il Faust del 2000, essendo la figura del negromante tramontata.

 

4)Doppelganger iudex(I due giudici: il genio e il folle). Dramma grottesco in un atto. In fase di montaggio scenico. In un corridoietto che collega due camere di consiglio s'incontrano due giudici: Oziero, il genio, e Pannone, il picchiatello. Entrambi a causa degli opposti versanti d'intelligenza, non promossi al grado superiore della carriera. Solo apparentemente i due sono distantissimi perché li accomuna il sincronico destino di disfatta professionale, ma nel profondo una scempiaggine intelligente che ne fa due estatici visionari, profeti della vera profonda giustizia. Nel coagulo finale, là dove le forme non si rilevano più, ciascuno è Fausto e Mephisto rispetto all'altro.

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NARRATIVA

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5) La Lanterna di Mephisto. Romanzo. Georges Méliès, moderno Faust illusionista, ebbe la meravigliosa ventura di imbattersi, da ragazzo, in quel Mefistofele di Luce che gli vendette i segreti magici dell'Arte Cinematografica.

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SAGGISTICA DI RIFERIMENTO

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ALCHIMIA

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6)La porta magica contiene l'esplicazione dei glifi sul Libro di Pietra nel centro di Roma scritti dal rinascimentale e anarchico soffiatore Borri.

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INFERNO

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6)Bibbia infernale, un saggio sistematico sull'inferno in tutte le tradizioni e culture.

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EROTISMO DIABOLICO

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7)Il Fiore di Dante Alighieri.