Uroboros Mille
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@ e sempre @

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Appunti,note,divagazioni,

chiacchiere,giudizi su

"Mille e non più mille"

ovvero

Saggio Uroborico a Lemnisco

di

gennaro francione

 

 

 

 
 

ESORDIO ED ESALTAZIONE DEL MERCANTE.

Cosa può l'artista senza il mercante?E non è il mercante lui stesso il titolare di un'arte,il gestore di una disciplina che richiede impegno,organizzazione,creatività e sacrificio?La mia fortuna è stata d'incontrare il mio editore con cui trovo elementi di comunanza astrologica(è nato due giorni prima di me,entrambi arieti),filosofica(predichiamo l'esistenzialismo filosofico),creativa(è scrittore e compositore come me). Quello che mi fa molto piacere è comunque che tra me e lui non c'è gap generazionale.I vecchi spesso vedono gli ostacoli e il loro superamento in maniera diversa dai giovani.E la diacronia nelle attività operative è il peggior male che possa capitare.Ho incontrato editori vecchi ed esperti.Qualcuno era anche saggio.Quasi nessuno,pur stimandomi,in grado di rischiare.La vendita è un'arte,ma anche un gioco,un ludus iuvenilis.La saggezza in un anziano lo rende troppo umano, paternale,distante. La saggezza coltivata tra giovani può essere cosa divina.D'altra parte il vecchio che serba la fiamma della gioventù è un titano che erutta galassie di fuoco.

 

 

 

 

 

                  PREFAZIONE

Un gioco molto in voga in tali giorni serpentini è il ritorno dell'autore su se stesso come l'ourobòros di esoterica memoria.L'usanza è stata sollecitata dai tempi de "Il nome della rosa",cui Eco fece seguire le famose postille per spiegare se stesso a se medesimo e agli altri.

Il gioco,affibbiandogli tutti i connotati seri di Huizinga,è oltre il vezzo.L'operazione letteraria nasce infatti dal fiume impetuoso di un'ispirazione che trascina in omissione appercettiva tutto il background culturale dell'autore, il quale dopo la fatica estatica è spesso sgomento di quanto ha scritto.Non si appellava forse il buon padre Borges,il Noè del diluvio estetico, alla composizione delle sue opere da parte dell'Altro?Se quell'operazione comportava la sparizione temporanea del Grande Cieco,altri scrittori più modestamente baciati dall'impeto scritturale di Dioniso appaiono quanto meno monchi,avendo l'Altro portato loro via soltanto il pezzo di braccio per scrivere!

Mi diverto molto a ritornare su me stesso per vedere lui,il Buffone delle Arti,cosa mi ha fatto combinare,e quanto pezzo di psicosoma si è ingoiato.Nella mia opera prima-se non di cassetta almeno fuori cassetto-"Mille e non più mille" ho giocato all'Ourobòros Mille,ritornando all'infinito su me stesso,per cercare di scoprire nel rizoma della mia opera cos'avevo combinato.Da questo ludo a intreccio autoingoiante è nato il presente saggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INTRODUZIONE

MILLE E NON PIU' MILLE:LA RICERCA DI UN GENERE LETTERARIO IN CUI INSERIRE L'OPERA.

"Mille e non più mille" è un'opera sui generis che si colloca in una dimensione a sé stante nel panorama culturale italiano e che trova difficile allocazione tra gli stessi modelli letterari consueti.

Lo sviluppo della storia nelle ultime due settimane di questo secolo potrebbe far pensare a un racconto fantascientifico,di cui "Mille" presenta alcuni tipici principi,come la deformazione di strutture attuali esasperate dalla loro proiezione nel futuro.Si parla così della videoinformazione che sarà dilagante nel 1999 in maniera tale da surclassare la stampa di Gutenberg fino a far quasi sparire i gloriosi giornali di carta.Il New York Times,uno degli ultimi quotidiani papiracei sull'orlo della chiusura,punta sulla cronaca delle profezie di catastrofe lanciate da un vagabondo di Manhattan,Pat Flanagan,per tentare di risorgere.

Si è parlato di "Mille" anche come di un romanzo "fantapolitico a sfondo religioso",dibattendosi in esso i temi biblici della fine del mondo e della salvazione attraverso la ricerca dei Sette Giusti,fusi all'analisi dell'autodistruzione nucleare e dell'inquinamento ambientale,morale e sociale.Con tale schematizzazione già ci si avvicina di più ai contenuti del libro, che giammai si disgiunge dalla realtà dei temi oggi più dibattuti e scottanti per sfociare nel fantastico puro.

Alla fine ci sembra che l'inquadratura più esatta e nuova sia quella di una "leggenda futuristica",fondendo così nel definitorio sintetico quelli che sono i progetti dell'opera,che armonizza la fantasia più sfrenata alla previsione dei danni tecnologici e morali di un'epoca nominata dall'autore "Medioevo atomico".La paradossalità di termini antitetici in nuce genera propriamente l'atmosfera del racconto,che descrive nel prossimo futuro fatti appartenenti al passato del nostro oscuro medioevo,con l'attualità fresca e drammatica dell'oggi.

Il profeta di sventure,Pat,è un personaggio tipico del millenarismo catastrofista,e anzi quel vagabondo che si fa portavoce di profezie bibliche si eleva addirittura al di sopra del tempo,in quanto continuatore ed epigono di una tradizione cosmica di distruzione per fuoco.In tal senso la figura diventa leggendaria,metastorica,emergente da quelle nebbie dimenticate di una storia che non è più neppure passato,ma memoria mitica di un essere senza tempo.

Il riferimento alla predizioni di Malachia,di Nostradamus,della Madonna di Fatima,sono anch'esse proiettate in questa dimensione di omnipresenza leggendaria di passato,presente e futuro.Così Malachia,pur personaggio del basso medioevo,è quanto mai terribile e concreto nella sua santità chiaroveggente,quando annuncia che ci saranno soltanto altri due papi oltre l'attuale.Lo stesso discorso è farsi per il rinascimentale Nostradamus,in genere così oscuro e sibillino per altri eventi storici,colloca poi il sorgere dell'Anticristo nel settimo mese del 1999.Ex converso la Madonna di Fatima con le sue previsioni di catastrofe nuclere pur così recenti e vivide, sembra collocarsi senza stonare tra gli eventi prodigiosi narrati dalle cronache medioevali di Rodolfo il Glabro.

E che dire poi dei folli ragionamenti del profeta Pat,promulgatore di un panteismo cosmico in cui un'incosciente divinità vuole "provare" la distruzione galattica attraverso l'uso dell'atomica?Si tratta di discorsi deliranti si dirà,ma amalgamati ai temi del nucleare e al neoanimismo scientifico dei fisici contemporanei che paludano semplicemente le innumerevoli eresie di cui era zeppo il medioevo.

A questo punto il raffronto con "Il nome della Rosa" di Umberto Eco appare inevitabile.Se la "Rosa" trasfonde strutture dei nostri tempi nel medioevo secondo le regole del romanzo poliziesco,"Mille" ricompone schemi medioevali nel presente secondo la medesima tecnica gialla.

E qui veniamo a un'altra connotazione interessante dell'opera.In "Mille" non si tratta di scoprire un colpevole di un assassinio,ma di risolvere un arabesque ben più complesso,quello dello stesso mistero dell'esistenza umana.Perché una serie di profezie malefiche,dette da portavoci della divinità e quindi fondamentalmente degne di fede,coincidono nel fissare la fine dei tempi nel passaggio verso il 2000?Riuscirà il nostro eroe,l'irlandese Michael O'Keefe-Antianticristo armato della carta stampata-a trovare la chiave per salvare il mondo?

La storia si dipana in ritmi sempre più serrati attraverso due raid giornalistici,il primo in Europa alla ricerca di dati sulle profezie citate,il secondo in tutto il mondo per cercare in sette giorni quei Sette Giusti che dovrebbero salvarci dalla distruzione annunciata.Il finale è tutto thrilling.Innominabile,naturalmente per non guastare la lettura di questa straordinaria leggenda del Medioevo Atomico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PARTE PRIMA

BACKGROUND E STRUTTURE DI MILLE E NON PIU' MILLE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAP. I

PARABOLA NARRATIVA ED ESTETICA DI MILLE.

 

1) MILLE COME STRUTTURA A QUATTRO CHIAVI.

Mille si presenta nei suoi pilastri narrativi portanti con una struttura complessa a quadruplice chiave,ognuna delle quali sviluppa la triade logico-costruttiva tipica delle storie gialle.Del Giallo,infatti, Mille ha tutti i connotati, offrendosi come un'indagine sempre più serrata sull'esistenza prima e sulla veridicità poi di un assunto.Nel Giallo classico si sviluppa una tesi (scoperta di un omicidio commesso da un assassino ignoto), un'antitesi (l'investigatore si pone alla ricerca del colpevole e delle tracce che egli ha lasciato)e una sintesi(svelamento dell'occulto nel reato).In Mille vengono compiute analoghe operazioni,con la precisazione che al posto dell'assassino mascherato troviamo la Profezia,i cui indizi storici vengono ricercati nelle voci di quelli che le vissero(la Vegliarda di Fatima,Pat Flanagan)o che le sanno(ad esempio il Cardinale Vincenzi)ovvero negli scritti lasciati da quelli che non sono più(Testo di Malachia,trafiletto del Neues Europa con la profezia di Fatima etc.).

La struttura di Mille si presenta dunque complessa come nel Romanzo Giallo.Più propriamente trattasi nel caso di specie di struttura a quadruplice passo(ovvero a quattro motivi originari e susseguentisi organicamente), con un intrecciarsi dominante di situazioni e di personaggi,pur sorretti dall'unico filo di esegesi profetica.La geometria narrativa può essere delineata dalla seguente figura:

 

 

 

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I CINQUE PUNTI DELLA I TESI # ANTITESI # PRIMA SINTESI

PAT IL PROFETA.---------------< # #

§ < # #

FALLIMENTO VERTICE ATOMICO.---- <# #

§ < INCHIESTA # <CATTURA DI PAT

LO STRANO EPILETTICO.------<------------------<E RIVELAMENTO § < # <PROFETICO

LA VEGLIARDA DI FATIMA.-------- <# #

§ < # #

_IL PRETE DI MALACHIA.----------< # #

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II TESI.LA RICERCA DEI § # ANTITESI # SECONDA SINTESI

 

SETTE GIUSTI. # #

§ # INCHIESTA # <FALLIMENTO.

MESSAGGIO DI SALVEZZA.--------------<------------------<I SETTE

§ # # <VIZI CAPITALI.

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III TESI.I SETTE § # ANTITESI # TERZA SINTESI

PICCOLI GIUSTI. # #

§ # <LORO # <FALLIMENTO. PUREZZA DEI BAMBINI.---------------<DISVELAMENTO-----<FINE DI

§ # <LUCIFERINO # <MICHAEL

 

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IV TESI.LA LOGICA E § # ANTITESI # QUARTA SINTESI

LA MACCHINA CONTRO § # #

 

LUCIFERO. § # #

§ # #

LA RAGIONE DELLA MENTE § # < TRIONFO DI #

E DEI SISTEMI.------------§---------<COINCIDENZE----------<L'APOCALISSE

§ # <IRRAZIONALI #

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L'inizio della storia viene presentato dunque in chiave cinematografica e enigmistica.Si usa talora nei film rappresentare visivamente scene scollegate tra di loro(ad esempio nel film di Spielberg"Incontri ravvicinati del terzo tipo"),per richiamare prima facie eventi e personaggi che poi ,intrecciandosi secondo una ratio, creeranno la storia.La prospettiva adottata è tipica anche del quiz enigmatico o puzzle,dove assunti certi elementi apparentemente scoordinati,bisogna trovare un filo comune che li unisce. Mentre il procedimento di tessitura dei tasselli avanza, il fruitore del Gioco-puzzle(Spettatore ,solutore enigmistico,lettore)è preso da una sensazione frenetica di attesa e di suspense,tipica del thriller caratteristico del romanzo poliziesco.Così nel caso di specie colui che legge segue rapito le storie e le vicende giornalistiche che riannodano pazientemente la matassa profetica fino a farne una struttura logica e orribilmente verosimile.

Procedendo ad imbuto si scende quindi dagl'iniziali cinque episodi scoordinati alla prima soluzione provvisoria e fallace.Conoscere le incredibili verità di Flanagan non appaga.Anzi il busillis rovesciandosi su stesso si ripropone non più a livello cognitivo,ma pragmatico.Se c'è verità nelle profezie allora bisogna far qualcosa per salvare il mondo e tale progetto è innestato nella ricerca dei Sette Giusti.La momentanea soluzione del thriller ha permesso appena di riprender fiato, che con ritmo incalzante bisogna fare in sette giorni il giro del mondo per intervistare i sette saggi.Anche qui il puzzle si annida,soprattutto attraverso le strane allucinazioni di Michael,dietro l'apparente serenità dei savi.

Sette fili scendono ancora ad imbuto verso una nuova soluzione,ancor provvisoria.I saggi si rivelano portatori dei sette vizi capitali. Michael che rivela a se stesso e al lettore il senso logico delle sueallucinazioni si pone come Scherlock Holmes che spiega moventi e modalità degli assassinii,provocando gioia anche agli scaltri che hanno risolto parzialmente l'enigma. Purtroppo però ciò che doveva offrire un esito pragmatico alle vicende oscure si rivela ancora mera e terrificante gnosi di una verità occulta. Così il nuovo abisso fatto di sessanta minuti di speranza si apre con una nuova soluzione pratica e semplicistica:i sette giusti sono sette bambini qualunque.Vana speranza!Satana si rivela pervadere tutto ,anche i verdi pascoli dei fanciulli, e allora l'esito,ennesimo gioco ad incastro di combinazioni malefiche,precipita,attraverso la débacle della mente del potere e dei sistemi di controllo atomico computerizzati,verso l'ecpirosi finale.

L'infinito aprirsi e richiudersi delle innumerevoli scatole cinesi sembra arrestarsi alle soglie dell'Apocalisse.Ma non è ancora finita.Flanagan emerge dall'abisso atomico col segno finale della Grande Bestia.E il gioco ricomincia...

Come si può constatare dallo schema precedente Mille si svolge in tre fasi,con un ritmo che va progressivamente accentuandosi con l'avanzare del racconto .Si passa dai toni più studiati della prima parte,a quelli molto serrati delle interviste ai Sette Giusti,alle sequenze spasmodiche infine dell'ultima ora, in cui Michael cerca disperatamente di fermare l'Anticristo offrendogli sette virgulti apparentemente incontaminati dal male.

2)IL TEMPO-SPAZIO GIALLO IN MILLE.

Esamineremo a questo punto la struttura di Mille con più specifico riferimento alle coordinate dello spazio e del tempo.A mo' di paradigma nella cinematografia del nostro tempo sono state rilevate due modalità generali dell'operare nel thrilling.Da una parte c'è la struttura temporale alla Hitchcock,dall'altra quella spaziale alla Tenente Colombo.Hitchcock elabora la trama gialla in conseguenzialità cronologica,assorbendo nella linea continua(A,B,C,D...)solo gli elementi strettamente necessari alla soluzione dell'enigma(Z).Il giallo che ne deriva è stringato,mozzafiato e a sorpresa.L'altro modus procedendi è invece dominato dalla spazialità,ovvero dall'analisi di elementi pur non strettamente connesssi al tema del narrare(ad esempio c'è tempo per esaminare l'impermeabile del tenente talora tatto da macchie d'unto).Qui la struttura del delitto è spesso rovesciata:si sa chi è l'assassino.Ergo lo spettatore-fruitore dell'opera può anche rilassarsi nell'esaminare i particolari della mis en scene,godendo della sua superiorità rispetto a Colombo che non sa ancora e gustando il modo con cui riesce a districarsi nel busillis.

In Mille entrambe le modalità surriferite risultano utilizzate,anche se nella prima parte prevale la spazialità e nella seconda la temporalità.Così la caccia alle informazioni sulle profezie comporta un dilatarsi dell'azione sulla superficie della terra;c'è tempo per soffermarsi su oggetti,luoghi,esteriorità poiché inconsciamente anche nella materialità extensa si nascondono spunti per il disvelamento.Così la più innocua figura di saltimbanco-negromante,il mago di Piazza Navona,offre coi suoi apparentemente inutili(ai fini del giallo) tarocchi,la colorata risoluzione del mistero dei medaglioni della Basilica di San Paolo.

Altrove ho descritto per esigenze analitiche Mille come formato da quattro gialli in uno.Ad un esame più profondo Mille si rivela come un pullulare di gialli,enigmi,cose strane e straordinarie che chiedono risoluzione.Mille può essere paragonato nel suo complesso a un grappolo d'uva nera,ben tornito e cicciotto nella parte superiore della piramide rovesciata che va a digradare fino all'unico chicco della punta infernale.Nella seconda parte dell'opera è proprio il restringimento della struttura che provoca il passaggio alla modalità gialla più propriamente temporale,ricca di colpi di scena in un ritmo progressivamente sempre più serrato. Anche in quel caso però assistiamo,pur nell'incalzare univoco delle interviste ai saggi in posa impressionistica,al dilatarsi della pupilla dell'investigatore per cercare nei corpi,nei gesti,nei timbri della personalità nascosta tracce di una verità profonda che genera poi le visioni per la ricostruzione finale.Quest'ultima rappresenta il superamento operato dal ragionamento sull'intuizione,l'appagamento logico dei sogni infernali di Michael e del lettore attraverso la loro interpretazione.Così il giornalista ripete il motivo dell'indagatore che chiama a raccolta l'uditorio per rivelare chi in mezzo ad essi sia l'assassino.Nelle ultime pagine della storia,attraverso colpi di scena ripetuti,non c'è che il tempo,incalzante inesorabilmente verso quella mezzanotte del passaggio al nuovo milennio.L'ultimo atto,che non è poi tale,è ancora una rivoluzione,ovvero il sovvertimento della regola che nel giallo classico richiede la débacle e la punizione del colpevole.In Mille il Gran Colpevole,Pat Flanagan,si erge,appena sfiorato dalla punizione del veleno atomico,salvo sul mondo infernale del genocidio cosmico che egli è riuscito,malgrado la valida quanto sterile opposizione di Michael,a perpretare.Là,nel 666 immondo marcato sul cuore della Grande Bestia, quando il giallo sembra essersi esaurito in un osceno sovvertimento di valori letterari ed etici ecco apparire tra il rosso e il violetto un nuovo dilemma. Perché il profeta della catastrofe si è salvato?Esiste un senso nascosto nel resuscitare di Pat tra le rovine di Mahnattan invase dal fuoco nucleare?Il giallo,come un eterno ritorno,ricomincia ancora.E da zero.Insensibilmente Mille diventa il giallo sul mistero di un'intera razza.

3) MILLE COME ROMANZO STRATIFICATO(COLTO,DIVULGATIVO E POPOLARE).

Mille narra di storie semplici e complicate ad un tempo.Sorretto da spunti fondamentali di filosofia colta esso si pone anche come ricerca di un senso popolare,tanto che deve essere considerato opera fruibile da chicchessia."L'opera d'arte è tale quando possa essere letta anche dalla serva"-diceva il poeta Lucano.Orbene Mille si pone come romanzo fantastico-filosofico che nella sua stratificazione semantico-espressiva cerca di

arrivare a ogni uomo del mondo.Infatti Mille si mostra come opera stratificata,sicché il buongustaio colto ,il conservatore,il progressista,il rivoluzionario,il poeta,

il religioso e l'uomo qualunque trovi modo,tempo e spazio per identificarsi con uno dei personaggi.

Mille come Parola impone anche un'analisi della struttura linguistica,che si fa metodo portante di una miriade di mondi,storielle,leggende,filosofie.Dimensioni piccole,magne,astruse vengono ridotte ai minimi termini, con l'adozione continua e mascherata della tecnica giornalistica dell'intervista e dell'apprendimento dei dati.Da un lato infatti Michael e Astrid interrogano i vari personaggi sui fatti di loro competenza.Lo spirito dell'intervista è di ingenua curiosità,talché qualunque tipo di lettore può immedesimarsi docilmente anche in discorsi complicati.In tal senso assistiamo a un'anticipazione per così dire verbale da parte dei due giornalisti della tecnica espressiva divulgativa che utilizzeranno poi nei loro articoli scritti.Il procedimento della domanda-risposta,peraltro,è stato usato in testi di diffusione popolare di svariati argomenti,tendenti a mostrare in forma piana anche questioni ardue e delicate(citerò ad esempio il manuale' Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso').Altre volte poi la tecnica giornalistica diventa ricerca libraria(ad esempio nel caso dell'emeroteca romana,dove viene cercato il trafiletto di un vecchio giornale in cui si parlava della profezia di Fatima).Anche qui il lettore viene guidato per mano e stimolato a sapere attraverso una progressione silenziosa,fino ad essere ghermito dolcemente dalle maglie mielate di cultura difficile intessutagli attorno.Se così è, allora la rivelazione da parte di Pat della sua pur ardua filosofia-ricollegantesi alle eresie catare e bogomile-diventa comprensibile e gustosa.

4) MILLE COME FILOSOFIA ROMANZATA.

"Ciò di cui non si può teorizzare,si deve narrare"sta scritto nel risvolto di copertinade'Il nome della rosa'.Potremmo specificare che si deve narrare anche di ciò di cui non è utile teorizzare.La teoria di Mille si fonda sull'Assurdo insito nel processo storico, che affonda le sue radici nello stesso chaos originario del processo creativo di Dio.E'questo un tema esoterico di difficile divulgazione.La mia opera prima 'Grifos.La Scrofa e l'Assurdo' è riposta al caldo, o meglio al freddo nel cassetto.E'stata respinta ovviamente dagli editori,perchè di difficile attecchimento anche presso un pubblico medio.Con Mille la struttura filosofica complessa del mio pensiero si fa racconto allucinante,ma insieme , attraverso il circuito di una vicenda che ci coinvolge umanamente tutti,accenno calibrato alla tavola di un fallimento secolare,cosmico,divino.

Mille è un libro da ricercatore(Adamo).Il suo progetto occulto è una divulgazione mascherata.Quello che negli anni sessanta e settanta veniva detto in forma di saggio, è necessario ora che sia imbastito in una tessitura narrativa.I temi così acquistano un fascino sottile,mentre viene fuori nel lettore la voglia di esplorare.Michael il nostro eroe rappresenta l'uomo medio che viene a imbattersi improvvisamente in una situazione schocking ed è costretto a muoversi andando alla ricerca di segni coinvolgenti.Operazione similare venne compiuta con la storia da Gervaso e Montanelli,i quali raccontano le grandi epoche umane quasi fossero una favola.Io ed Eco raccontiamo una favola ampliandola nella storia.Nel primo caso il conduttore è lo stesso autore del testo,nel secodo caso il timone viene dato nelle mani di un personaggio,un burattino concreto in cui identificarsi che vive una storia verosimile.

 

5)ECO E IL POSTMODERNO.

In Eco il postmoderno s'identifica col già passato.Egli ha coniato la" metafora-profezia":"il Medioevo prossimo venturo".Il Medioevo da lui raccontato ne"Il nome della Rosa" in effetti è già in atto.Anzi è l'atto finale del furore postecnologico,dove i terrori del mil-

lenarismo si fondono agli incubi di terribili apocalissi atomiche.In fondo ogni millenarismo è un medioevalismo.Di più rispetto all'Anno Mille c'è oggi il fatto che l'uomo sia in possesso dello strumento capace di realizzare le sue paure.Intendo parlare della bomba atomica.

 

6) MILLE COME OPERA GROTTESCA.

Quando un lettore qualunque mi ha fatto rilevare che Mille è pervaso da una sottile e gradevole ironia confesso che sono rimasto molto soddisfatto.In effetti mentre non ho dubbi sulla mia capacità di esprimere il serio e il drammatico nell'arte,mi sono accostato al mondo della vis comica con circospezione.Ritenendo la produzione del comico molto difficile,spesso ho preferito rifugiarmi nel grottesco che,a seconda degli stati d'animo di chi legge,provoca il riso,il sorriso o una gradevole digressione amena nel narrato.Credo che Dante Alighieri abbia compiuto un'operazione similare nel suo capolavoro,a cominciare dalla titolazione stessa della sua opera definita "commedia"divina,senza alcun accenno all'elemento drammatico che pur rappresenta almeno la metà della sua struttura poetica.Anche nel particolare il Sommo Poeta finisce col disdegnare l'assolutamente patetico.Così ad esempio è assolutamente ridicola la raffigurazione degli indovini che per il contrappasso sono condannati in eterno a muoversi col viso stravolto all'indietro.Se riflettiamo su questa scena ci sembrerà di essere più in una vignetta del Forattini che in un dolorante girone infernale.Ugualmente ridicole sono le figure di Maometto che sputa sentenze appoggiato su un solo piede e di quel tal Pier de' Medici che,in quanto seminatore di discordie come il precedente,viene raffigurato mentre erutta giudizi con aria emessa da un buco nella gola,avendo la faccia snasata e priva di un orecchio.

Passando all'ironia di Mille il grottesco è più accentuato nella prima parte o meglio più appariscente. La descrizione del contrasto tra l'ultravveniristico tessuto urbano della New York del 1999 e la facciata decadente di un giornale viene riassunta nella percezione di un ipotetico cavaliere errante,che vede nel vecchio edificio"un nano spelacchiato"ovvero un Sancho Panza.Il parco di Mahanattan innevato poi si fa scenario di figure ridicole,come il lentigginoso e dissacrante bambino che tira fuori la pallina dall'imbuto artistico "osannato dalla critica" oppure il nostro sbilenco e maldestro Pat Flanagan,il Profeta della Bomba Atomica, cui i ragazzacci hanno sottratto il cappellaccio.E che dire poi dell'inutile e goffa ressa verbale dei rappresentanti del nucleare che per poco non vengono alle mani?Non è forse ridicolo tutto questo in una alla drammaticità di eventi che avrebbero preteso ben altro esito per le sorti della pace mondiale?

Ci vien voglia già a questo punto di avanzare un'ipotesi:il grottesco esalta le fasi drammatiche che gli sono interrelate nel filo del narrare.Così agli eventi suddescritti fanno da contrappunto, oltre il già detto drammatico fallimento del vertice,la crisi oscena del misterioso epilettico,la patetica preghiera della Vegliarda di Fatima che invoca alla Madonna il perdono sull'umanità,e il tremore di un prete che si trova tra le mani"in quel fatidico venerdì 17"il libro di Malachia sugli ultimi papi.Per tutta la prima parte il tono del libro si svolge sulla stessa ondulazione con personaggi tipici come l'irascibile caporedattore Jimmy O'Hara e il profeta che lancia le sue profezie sulla fine del mondo fluttuanti tra il goffo e il terribile.Non mancano località amene come la Roma del 1999 coi suoi cavatappi regali o l'Emeroteca fratesca,ricca di tarantole e di tonache alacri e fruscianti,o le sue piazze popolate di maghi sdentati che raccontano ridicolmente di leggende e teorie metafisiche pur importanti.

Dopo il dramma dell'autorivelazione di Pat,giocata sempre sulla sua risibile gestualità disarticolata,la seconda parte del racconto incalza a precipizio verso il dramma.Pure là il grottesco emerge sempre,non fosse altro che attraverso le descrizioni stesse dei supplizi infernali visitati da Michael,le quali hanno in una il compito di rendere ridicoli i 7 Grandi Giusti sorprendendoli nelle loro manie,o vizi,o difettucci quotidiani.E poi che dire dello stupido raffreddore che disturba il Grande Profeta ormai lanciato dai mass media come eroe della catastrofe-scherzo che non permetterà di solcare indenni il nuovo millennio?

Scoperta la magagna cosmica di una perfezione terrena impossibile da realizzarsi,Michael O'Keefe in preda al delirio allucinatorio di una fine reale del mondo,provocata da colui stesso che l'annuncia, cerca di fermarlo.Passa allora dalla grottesca considerazione che il demonio ha l'ora dell'America per spiegare come mai in Israele il diverso fuso orario ha portato l'umanità a superare indenne il duemila alla folle corsa negli studi della TvBa,seguito come il flauto magico da uno stuolo di sette bambini urlanti.Lo stesso trucco facciale che ha reso mostruoso il Profeta è grottesco quanto lo è il suo truccatore,"un omettino dal sesso incerto"che esce via ridendo(di che cosa non si sa).Grottesca è la catena di coincidenze malefiche che provocano l'incepparsi del meccanismo di autodifesa nucleare degli USA,come quel 666 che le radiazioni hanno scritto sul torso ischeletrito dalle radiazioni del Grande Pat che continua a lanciare nel vuoto della terra dilaniata i suo versetti.Tutto questo è grottesco.Grottesco,ridicolo e drammatico ad un tempo.

7)ESTRAPOLAZIONE LETTERARIA DELLA TECNICA COMPOSITIVA CINEMATOGRAFICA.

"Mille e non più mille"nasce come tentativo di applicare alla letteratura gerghi,movenze,ritmi propri del linguaggio cinematografico.Si tratta di un'operazione culturale a rovescio rispetto ai ritmi soliti,poiché in genere è il cinema che attinge dalla letteratura.

Nel concreto,oltre a ricorrere ad alcuni standard contenutistici(come la figura del giornalista-investigatore che si porta in giro nelle città,negli edifici,nelle biblioteche alla ricerca di una verità sepolta)ho cercato di utilizzare tecniche di prospettiva espressiva plastico-visive proprie del cinematografo trasfondendole nella letteratura.Ne è derivata una storia basata su ritmi narrativi incalzanti,nonché sull'esaltazone visiva dei personaggi e degli oggetti,colti nel paradosso di un impressionismo espressionistico.

E spiego l'apparente contraddizione.L'idea strutturante originaria,visto che la storia doveva fluire rapida e concisa,era quella di analizzare i personaggi con pochi tratti molto vividi per scolpirli con una pennellata veloce ma bene assestata nella mente del lettore.La velocità e l'accenno del tratto era operazione impressionistica.La gravidità pregnante del segno invece configurava una modalità espressionistica.La formula che ne derivava era la seguente:esprimere il massimo di plasticità nel minimo sforzo descrittivo per esaltare la celerità della storia i cui contenuti erano assolutamente inconciliabili con un ritmo di rallentamento.

Tale operazione è propria della tecnica cinematografica dove pur soffermandosi la macchina da presa sui particolari,la carrellata è sempre veloce e procede con vedute sintetiche e concise.

Un esempio significante delle motivazioni e del risultato conseguito in questo tipo di funzione compositiva è dato dalla struttura narrativa utilizzata per i Sette Giusti di cui andrò particolarmente a parlare nel paragrafo seguente.

 

8)TRATTEGGIO ESTETICO DEI SETTE GIUSTI.

E' stato rilevato da un eminente critico che la trattazione dei Sette Giusti appare,nella connotazione dei personaggi,appena accennata,pur cogliendosi in essa elementi simbolistici,rapportabili all'irruenza anarchica dei primi surrealisti.Orbene tale analisi ha colpito pienamente il bersaglio delle intenzioni dell'autore. Invero,nell'organizzazione del materiale compositivo,mi trovavo di fronte a tre problemi fondamentali.In primis era la stessa struttura narrativa in quel punto, rapida e concitata,che m'imponeva di procedere svelto e sinteticamente.I nostri eroi, infatti , sono alle prese con un vero e proprio raid giornalistico che li porta a fare il giro del mondo in sette giorni.Era necessario dunque imprimere un ritmo incalzante alle interviste per dare il senso della concitazione e del rapido incalzare del tempo,e questo mal si adattava con un'analisi accurata dei personaggi.

D'altro canto lo stile stesso del porgere la materia,vale a dire l'intervista,richiedeva un ritmo serrato,ansimante, fatto di domande e risposte a mitraglia.Vi è un che di accennato,embrionale sempre nel giornalismo,cui si richiede spesso di afferrare al volo la notizia o l'intervista,per poi integrarla con l'intuito e la fantasia esercitate a tavolino.Al riguardo voglio notare che la prima idea che mi era venuta nello strutturare il racconto dei Sette Giusti era di mostrare sette trafiletti con il resoconto semplice del reportage.Tutto questo però rendeva il narrare oltremodo sterile e così ho preferito mediare con interviste rapide,che assommassero in sé i caratteri dell'incontro con personaggi eminenti con tratti tipici dello stile giornalistico,sia a livello di Quarto che di Quinto Potere.

Vi era infine un'esigenza di scaltrezza narrativa,non volendosi impegnare il lettore in noiosi aperture e lungaggini,sulla vita di persone che in fondo interessavano per tratti salienti carratterizzanti la loro vita e non per altro.Ad evitare la monotonia di sette interviste dallo schema ripetuto si è ricorsi poi all'espediente di inserire rapide varianti dell'agire(la visita alla Piazza Rossa,alla fabbrica cinese,alla missione di suora Maria di Compostella,alla capitale di Andorra, l'impervia scalata a piedi dell'Himalaya,il volo sulle desertiche distese australiane,l'episodio dell'igloo),ma soprattutto di pennellare i giusti con saettanti tratti impressionistici.In fondo di loro interessava sapere il movente della loro saggezza, mentre appariva sufficiente delineare quei gesti che Michael individuerà come segni del male.Astrid,la mia compagna,ha descritto le sensazioni ricevute da questo modus procedendi,come quelle provate dal giocatore che con ritmo incalzante scopre le sette carte che ha in mano e,ad ogni disvelamento di tassello, è già pronto a rivolgersi al seguente,ansioso di scoprire la giocata successiva.Alla fine poi è costretto a constatare amaramente che la sua costellazione di semi e di punti si è risolta in un totale fallimento.

In tutto questo frenetico comporre e narrare,comunque,il momento espressionistico-gotico viene rappresentato dalle visioni allucinate di Michael.Esse servono a rallentare la corsa e insieme a creare mistero,a generare un breck violento nella trama,a meditare per un attimo sui sensi profondi nascosti dall'apparenza di quanto sta verificandosi. Alla fine tutto si ferma nel resoconto finale fatto sull'aereo che trasporterà i due giornalisti a New York e dopo la sconvolgente rivelazione sui Sette Vizi Capitali,il ritmo diventerà ancora più frenetico per cercare nell'ultim'ora rimasta, prima del nuovo secolo,di fermare Flanagan,facendosi scudo dell'innocenza di sette bambini.Là non c' è più la parola che ha dominato l'intera vicenda,ma azione ludica e impetuosa, gioco dei piccoli Sette Saggi festanti rincorrenti il flauto magico di Michael, che li trascina vanamente a fermare quel terribile gioco di fuochi artificiali atomici che va ad innescarsi.

9)EROS DI MILLE.TRA ORDINARIETA',LIRISMO E CORRISPONDENZA D'INFERNALI AMOROSI SENSI.

Uno dei temi meno appariscenti di Mille anche se presente è quello dell'Amore.Tale simbolo traspare appena nell'ordinario rapporto affettivo tra Michael e la moglie Jane.Questa ,quale donna del XXI secolo in realtà senza tempo,mostra l'inizio di una crisi matrimoniale nell'accusa rivolta al protagonista di stare troppo tempo lontano da lei a causa del suo lavoro di cronista giramondo.Trattasi comunque di una pennellata impressionistica per proiettare d'un sol colpo Michael nella situazione esistenziale di un eros quotidiano,stereotipo e senza colpi di scena.

L'improvviso insorgere di un dramma dell'Amore si verifica quando,complici anche i continui viaggi e le conturbanti vicende provocate dal Profeta e dalle terribili scoperte sulla veridicità delle predizioni,lo stare gomito a gomito di Michael e della fotoreporter Astrid li porterà a unirsi un amplesso proditorio nei confronti di Jane.Mille si sofferma una sola volta sull'aspetto plasticamente erotico e peccaminoso di quel rapporto,tale da originare la prima visione di dannazione in capo al cronista:quella dell'adulterio da lui stesso commesso.Nel prosieguo della storia non si parlerà più di questo amore e tutto verrà rimesso alla sensibilità e fors'anche all'immaginazione del lettore,a patto che egli abbia avuto il tempo e il modo di ricordarsi di quel rapporto fedigrafo.Come una macchia indelebile,sia pure nell'incoscienza,il peccato peserà sull'anima di colui che dovrebbe essere il salvatore del mondo e che dunque è anch'egli in odor di demonio.

A dire il vero il tacere del prosieguo nella relazione pur intensa e sentita era nata dall'esigenza già altrove espressa di mozzare il fiato del racconto, per dare il senso del tempo che incalzava rapido nel secondo raid giornalistico attorno al mondo.Soffermarsi sulle ore di copula e d'amore tra i due avrebbe provocato un inopportuno rallentamento,unitamente a un implausibile raccontare di eros nell'ambito di mali,di visioni e di gorghi di azione.Tutto complottava dunque per la risoluzione di un mascheramento della situazione,lasciandola trasparire delicatamente attraverso il comportamento della donna.

Esiste una capacità finale di arrendevolezza all'eros che è l'abbandonarsi di un soggetto alle più grottesche strutture comportamentali e percettive del partner. Tanto accade ad Astrid,donna tanto intelligente quanto passionale,ritrovatasi improvvisamente e profondamente innamorata di Michael. Dopo il coinvolgimento fisico e affettivo Astrid finisce poi con l'essere precipitata anche nei terrori del suo amante.Alla fine essa stessa giunge a credere che l'assurdo visionarismo abbia un senso reale e riesce a cogliere,per un puro transfert erotico,la medesima immagine dell'inferno percepita dall'altro,pur senza mai vederla realmente.

10)MILLE:UN GIRO DEL MONDO NELLA PROPRIA VIDEOSTANZA.

Un tempo si soleva fare il giro del mondo nella propria stanza:il materiale veniva preso dalla propria fantasia e dai libri.Poi sono venute le foto,i giornali illustrati le cartoline e infine quella lanterna magica chiamata cinema.

L'avvento del cinematografico ha cambiato usanze e tecniche degli scriptorstanzanauti,i quali hanno preso ad accozzare materiali prima nelle sale cinematografiche e poi nella propria casa davanti al televisore.

Mille è il frutto di un lavoro di questo tipo.Non sono mai stato negli Usa,né in altri paesi descritti nel romanzo.Avrò conosciuto 12 americani nella mia vita,che come 12 apostoli hanno tutt'al più potuto trasmettermi un messaggio di fede sul loro background culturale e quotidiani.Ma quanti film americani ho visto!

Di là ho tratto la linfa dei gesti,dei tic,dei modi di fare cultura americani,i loro atteggiamenti fluttuanti dall'eroismo pioneristico allo squacchioso domestico e professionale.

Se la tecnica di Mille è cinematografica per la struttura e lo stile in generale,lo è per quanto sopra, anche nella ricostruzione dei topoi concreti basati su riviste di viaggi,guide,cartoline,documentari televisivi.Alla fine,gioco nel gioco uroborico,Mille diventa iperfantastico e ipermoderno,descrivendo il mondo quale risulta dai fotogrammi di celluloide ma non quello concreto.

 

 

CAP. II

LA PROFEZIA.

 

1) LA PROFEZIA COME LABIRINTO.

La profezia può essere sussunta sub specie labirinti.Il Labirinto-Profezia si presenta in tre forme fondamentali.

A)Il Labirinto classico presenta l'avvolgersi su se stessa di una via che a spirale porta verso l'interno della struttura,dov'è sito un unico centro.La Profezia-labirinto con unico centro è quella di Malachia,dove pur coll'enigma sul"qui sit",il numero chiuso dei papi non lascia dubbi che alla fine di quella sequenza numerica il papato finirà e con esso il mondo.

B)Il Labirinto dedalico,irrgarten,è quello più aggrovigliato,dove i centri diventano due.Tale è ad esempio la profezia di Fatima,dove ci troviamo di fronte a due verità entrambi plausibili.Il mondo potrà convertirsi al cuore immacolato e ci sarà salvezza,in caso contrario sopravverrà la distruzione.

C)Il Labirinto rizomatico,ultraramificato,rappresenta un sistema dove il groviglio è tale che appare oltremodo difficoltoso,se non impossibile ,individuare un centro.La profezia di Nostradamus è di tale tipo poiché per le modalità stesse del suo significante,permette una serie pressoché infinita di esegesi del senso,tutte valide.

Al di là di tali strutture labirintico-profetiche esiste comunque un'unità di sistema tra le varie profezie,assunto per ipotesi che tutte siano vere,anche se non tutte decifrabili."Electa una via non datur recursus ad alteram" dicevano i latini in sede di scelta di azione giudiziaria.Il motto potrebbe essere esteso al nostro discorso nel senso che, ammessa una profezia di senso più ristretto ed univoco,essa finirà inevitabilmente per trascinarsi dietro-a mo' di dato rivelato in un'equazione a più incognite- i sensi di tutte le altre predizioni.Così se Malachia dice che vi saranno solo altri due papi e l'assunto è vero,o quantomeno viene creduto tale,si dovrà operare una reductio ad unum sulle altre visioni.

Allora si comprenderà perché la Madonna di Fatima esprime la duplicità di scelta del genere umano in toni cupi o perché Nostradamus da qualche parte parla di catastrofe del genere umano,arrivando anzi-con rarissimo riferimento cronologico-a stabile il settimo mese del 1999 come epoca della venuta dal cielo del Grande Re dell'Orrore.Per l'unitarietà di cui si parlava la profezia binaria va decisa in senso catastrofico per l'uomo, mentre la stessa operazione di pescaggio va compiuta nell'informe profetico ovvero dadaismo visionario di Nostradamus.

L'esame peraltro può essere esteso dall'interno delle visioni al mondo concreto per riscontrarvi,già prima dell'avvento della catastrofe,una reale probabilità della stessa.Senza citare i vari rapporti di scienziati già evidenziati nel libro,che parlano di alta probabilità dell'apocalisse atomica,anche l'uomo della strada percepisce al tatto che la terra è nelle mani di pochi uomini capaci d'un colpo di distruggerla completamente.Allora ,riassumendo, ci troviamo di fronte a una serie di dati di una coincidenza terrificante.Il mondo è sull'orlo della catastrofe atomica.Malachia afferma che vi saranno solo due papi dopo l'attuale.La Madonna di Fatima annuncia che se il mondo non si convertirà,succederanno eventi altamente tragici:i vivi rimpiangeranno di non essere morti(evidentemente perché avvelenati dalle dolorose radiazioni).Alfine tutte le profezie antichissime( come ad es.l'Apocalisse giovannea) ,antiche(la paura dell'Anno Mille e i profeti di sciagura di quell'epoca),o moderne(Garabandal)convergono verso l'ecpirosi del tempo attuale,dove c'è un'altissima probabilità che l'uomo,avendone volontà e potere,faccia saltare la terra sui cui vive.

E così,dopo l'estasi intuitiva nel contatto con le visioni profetiche,anche la ragione sosta ammirata,perseguendo per le vie tortuosi o lineari della logica un'unica,luminosa verità finale.Le Profezie esprimono tutte il reale accadimento di una catastroe prossima ventura.

2)PROFEZIA DEL MILLE E NON PIU' MILLE.

Il titolo del romanzo "Mille e non più mille" si fonda sull'Apocalisse del veggente di Patmos là dove racconta l'"Ultimo combattimento".Ne "Il regno dei mille anni"(20, 1-3) si narra dell'angelo che incatena il Dragone Satana per mille anni,precipitandolo nell'abisso.Trascorsi mille anni Satana viene sciolto per poco tempo.

Da questi primi elementi il calcolo più naturale della profezia biblica è quello che partendo dalla nascita di Cristo arriva all'Anno Mille,epoca in cui il Diavolo fa una breve apparizione.Come non richimare a tal punto i terrori medioevali di catastrofe poi sopiti dall'avvento del nuovo millennio?

Il racconto prosegue nel paragrafo successivo intitolato "Disfatta definitiva"(7-8)quando,trascorsi mille anni,Satana sarà sciolto dalla prigione "e uscirà per sedurre le nazioni poste ai quattro angoli della terra,Gog e Magog,per adunarle a battaglia:il lor numero è come l'arena del mare."

Il quesito che si pone ora è se i Mille anni sono quelli dell'incatenamento poi disciolto di cui al paragrafo precedente.La risposta ci sembra negativa.Trattasi invero di altri mille anni che,portando la cronologia al duemila,faranno assistere alla venuta del secondo Anticristo, quello più terribile e concreto,possessore della bomba atomica capace di una distruzione reale.La società del 2000,sovrappopolata e fitta come l'arenile del mare, scenderà in battaglia ma verrà distrutta dall'ecpirosi nucleare."Ma scese un fuoco dal cielo e li divorò(ibidem 9).

Alla fine il diavolo seduttore,formando corpo unico con la Bestia(il Male ineliminabile del mondo)e il Falso Profeta(il Massmedia diabolico-apocalittico che semina il terrore della coscienza prima di quello reale),sarà scaraventato nello stagno di fuoco e di zolfo,e verrà tormentato giorno e notte nei secoli dei secoli.

3)I SEGNI DELLE PROFEZIE APOCALITTICHE.

L'Apocalisse,intesa come deflagrazione cosmico nucleare è il frutto di una serie di apocalissi variegate,morali e materiali,private,ambientali e sociali.Secondo la linea parabolica delle catastrofi ideata da Thom è proprio l'accumulo di questi microfattori disgreganti che ad un certo punto fa entrare in crisi la macrostruttura provocandone il crollo.Il problema a tal punto,presente già nelle Visioni apocalittiche religiose è quello di scorgere i segni che annuncino la Débacle imminente.

I segni,sintetizzando la semantica delle apocalissi religiose e laiche di tutti i tempi,si possono raggruppare in tre tipi principali:

a)sovvertimento morale(degradazione dei costumi,dif fusione del vizio,demolizione della tradizione rappresentata dai vecchi);

b)sovvertimento del comportamento sociale(decadenza delle istituzioni politiche e religiose,rivoluzioni sociali ed eresie);

c)sovvertimento ecologico(distruzione boschi,inquina mento etc.).

In Mille la vicenda dei Sette Giusti,mentre rivela l'impossibilità di una perfezione umana e divina,estrema realizzazione di quell'ondata d'iniquità prevista dai profeti,adombra nel contempo la presenza dei segni,allarmi non ascoltati dall'umanità della catastrofe imminente.

1)Il Papa.E' scritto che quando il Vangelo sarà diffuso in tutta la terra,sarà la fine.Tale diffusione è indicata come indizio della fine,unitamente all'antinomico scisma dalla sovranità romana, anche nello Speculum Historiale di Vincent de Beauvais(libro XXXII, cap.CVI, Dei segni della prossima fine dei tempi,XIII sec.). Il Cattolicesimo realizza il suo sogno di ecumenismo planetario anullandosi e rinnegando se stesso.Il I Concilio Universale è una vittoria della fratelanza umana,ma anche la sconfitta delle religioni specifiche tutte accomunate in nome di un Dio Incolore,il comune Grande Architetto dell'universo che fa venir meno le fazioni.Il Vangelo è diffuso nell'anonimato teistico, massima espressione dello spirito pacifista di tolleranza.

2)Il Comrade Sovietico.Realizza il segno indicato dalla Madonna di Fatima della conversione del popolo russo,avallandone vieppiù la potenza profetica,il segno di veridicità del messaggio di catastrofe.

3)Il Premier cinese.L'uniformità massificata della specie umana,la maledizione del lavoro meccanico al massimo grado,è il segno della catastrofe sociale,del dissolvimento finale della coscienza individuale nell'universale robotico.

4)Il santone del Tibet.L'egoismo diffuso nella santità,l'eremitismo anch'esso impregnato di male,è un altrosegno ineluttabile di una fine irreparabile.

5)La suora convertitrice.La distruzione della cultura antica,sia pure sotto forma d religione totemica e animistica,rappresenta il segno di una frantumazione della tradizione.La religione antica è colma di anatemi contro i violatori del tabù.Una tradizione australiana prevede l'avvento di una gigantesca ondata che annuncerà la catastrofe cosmica(vedi film "The last wawe"di P.Wair-Australia 1978).La marea gigantesca è indicata anche tra "i quindici segni della fine che il venerabile Beda dice trovati da San Girolamo negli _Annali degli Ebrei (riportati poi da Pietro Comestore in _Historia Scolastica,in Evangelia ,CXLI e ancora da Vincenzo di Beauvais nella sua enciclopedia medioevale di si è sopra detto _Speculum Historiale,op. cit.).

6)Il Poeta Nobel.Il segno del male morale nel poeta che canta l'epoca d'oro della natura è grave,quanto la corruzione dell'ambiente da lui narrata. La catastrofe ecologica è l'allarme più ricorrente nelle visioni apocalittiche.Tra i segni negli Annali degli Ebrei sono indicati le erbe e gli alberi che"emetteranno sudore di sangue"(distruzione e avvelenamento con pesticidi,conservanti etc.),la terra che "si livellerà" (abbattimento dei boschi).

7)Lo Scienziato Nobel.La droga peste del secolo era stato uno dei segni più tipicamente medioevale:la malattia mortale,che dal personale si epidemizza annunciando la fine totale e forse trasformandosi essa stessa in catastrofe cosmica.La sconfitta del segno è apparente,poiché diventa ineliminabile il narcotico secreto naturalmente dalle ghiandole umane,ovvero l'imonda lussuria.E' il ritorno di Sodoma e Gomorra tra le pieghe dei genitali umani.

Tutti questi segni unitamente ad altri ricavabili qua e là nelle profezie,come la moltiplicazione delle scienze e l'inclinazione alle guerre della ragione umana riferite da Vincenzo de Beauvais(op. cit),indicano la distruzione del mondo condannato ora dal fuoco,dopo l'acqua del diluvio universale."Salirà il fuoco premonitore del giudizio quanto sairono le acque del diluvio, cioè XXV cubiti oltre l'altezza dei monti...anche la terra dunque e il mare per la grossezza dell'aria saranno attaccati dal fuoco..."(ripreso da V.de Beauvais op.cit.,libro XXXII,cap.CXI,Della depurazione del mondo ed eccellenza del Giudizio che verà,XIII sec.,in Apocalisse-Enrico Baj).Come non pensare da questo passo il riferimento all'ecpirosi finale provocato dal fungo atomico librantesi ad altezza immane?

4)MILLE COME SUPERPROFEZIA.

Mille,in quanto struttura romanzesca narrante tutte le dette profezie,si pone come Superprofezia.In tal senso la funzione pronosticatrice insita nel genere fantascientifico si erge al grado sommo della predizione,dove si va al di là dell'assunzione probabilistica dell'evolversi di un evento per arrivare al senso oracolare stesso di un'intera civiltà.Il libro risulta composto nell'84 e pertanto nel momento in cui viene pubblicato già ha subito la sfida dei tempi ,che avanzano con una velocità impressionante a verificare la veridicità degli assunti.

Avevo appena scritto Mille e m'imbattei in una predizione a rovescio,o meglio a ritroso nel tempo.Presentando il testo a un grosso produttore cinematografico,abituato a film e viaggi in America,apprendevo da lui che la figura del matto che va in giro per le strade tra i grattacieli a predire la fine del mondo si ritrova di frequente nell'universo yankee.Dunque con Pat Flanagan,secondo canoni realistici di verosimiglianza, avevo colto nel segno.

In questi tre anni confesso che ho vissuto nella paura talora che le mie predizioni potessero essere smentite.Non certo perché volessi assumere attraverso la mia opera la veste del profeta,ma più pedestremente temendo che il verificarsi di eventi avversi ai fatti narrati,logorasse la struttura narrativa della storia. Cercavo di superare tali incubi richiamando alla mente che l'attualità di Mille non doveva diventare un'ossessione,permanendo pur sempre i simboli indicati anche nel mutare storico di alcune chiavi del racconto.D'altro canto Mille è costruito come una girandola di eventi tale per cui non c'è veramente tempo per soffermarsi oltremisura su uno di essi in particolare.

Intanto voglio rilevare un altro fenomeno preconizzato dalla mia opera,forse all'epoca della scrittura già in atto,ma che ha avuto il suo boom solo recentemente,vale a dire la presenza massiccia dei predicatori in tv.Un articolo di Richard N.Ostling, pubblicato su Panorama del 23 marzo 1986,si titola significativamente "Come Dio telecomanda".I predicatori delle più svariate confessioni, in America e ora anche in Europa, tendono a prendere il controllo spirituale del tubo catodico,facendosi una concorrenza spietata.Da Billy Graham a Oral Roberts"le star della chiesa elettronica e della telepreghiera hanno sfoderato il loro migliore repertorio".

Passando ad altro,è stato soprattutto verso la fine dello scorso anno che una di queste chiavi predittive di Mille è stata fortemente scossa.Confesso che in quel caso mi sono augurato fortemente che il mio pronostico crollasse,quando Reagan e Gorbaciov si sono incontrati a Reykjavik e là stavano per concludere un accordo nucleare.Il successivo accordo intervenuto tra i due,dopo i primi attimi di euforia per le felici sorti dell'umanità,mi si è rivelato,anche per note lette sulla stampa alternativa lucida e critica al di là di facili osanna,come atto di mera propaganda politica.Altre riduzioni di armamenti interverranno,è probabile,ma le due superpotenze conserveranno i loro arsenali decurtati in percentuale,ma sempre in grado di di sterminarci tutti. D'altro canto il problema nucleare non potrà mai essere affrontato e risolto in nuce senza l'intervento all'accordo di tutti i paesi nuclearizzati.Infine sino a quando due sole testate nucleari punteranno i loro musi minacciosi su New York e Mosca non ci sarà mai una reale sicurezza per l'umanità. Una delle tesi di Mille è proprio che alle soglie dell'anno 2000 questi signori siederanno ancora al tavolo delle trattative, alla ricerca di un trattato sulla denuclearizzazione che non arriverà mai.

L'incontro delle religioni ad Assisi,per merito della chiesa cattolica,sembrava in un primo momento far perdere di freschezza all'idea preconizzata nel mio libro di un incontro similare che avrebbe dovuto iniziare nel segno della pace il 2000.Invece ,nella riflessione matura,mi accorgevo di aver vaticinato l'ipotesi con un calcolo probabilistico inevitabile e neppure tanto difficile.L'apertura del cattolicesimo al mondo moderno e alle altre religioni sfociava naturalmente in manifestazioni religiose di quel tipo.Ad ogni buon conto io ero comunque andato al di là dell'occorso,avendo previsto addirittura un Concilio Universale tra le religioni,per il quale il convegno di Assisi potrebbe rappresentare nel reale il primo atto concreto.E'in cantiere per il 1990 una Conferenza mondiale delle Chiese Cristiane sul tema"Giustizia,pace e salvezza nella creazione".Carl Friedrich von Weizsacher ha proposto un "Concilio per la pace"(dati attinti da un articolo intitolato'Padri nostri lassù nei cieli'di Giancarlo Zizola pubblicato su Panorama del 2 novembre 1986).Ma di tale argomento,per i caratteri luminosi di fratellanza universale tra i popoli che esso presenta,accennerò più diffusamente nel prossimo paragrafo.

Un tema non previsto da Mille,quello dell'Aids(fenomeno allora ancora alle origini),si ripresenta peraltro oscuramente attraverso la storia dello scienziato Robert Newmann che ha debellato la peste bianca,la droga.E come nella vicenda romanzesca droga e sesso vengono intrecciati,così nel reale in una babilonia resa spesso incomprensibile dai mass media -tanto che la casa editrice Enitalia ha cercato di fare un'opera divulgativa e chiarificatrice in merito-si mescolano droga,sesso,omosessualità e Aids.

5) UNA GRANDE PREDIZIONE LUMINOSA DI MILLE SULLA VIA DELL'AVVERAMENTO.L'INCONTRO AD ASSISI FRA TUTTE LE RELIGIONI.

L'incontro di Assisi fra i rappresentanti di tutte le religioni è stato un fatto occasionale e rivolto a un fine specifico:pregare insieme per la pace.In quell'aggregazione momentanea ogni fede ha mantenuto la sua individualità,tant'è che non è stata coniata ad esempio una preghiera comune,pregando ciascuno secondo la sua fede.Il I Concilio Universale preconizzato in Mille è l'estremo atto di una serie di iniziative del tipo di quella verificatasi.E'il riconoscimento finale di una Religione Universale,che si sovrappone alle singole espressioni religiose,tant'è che si arriva nel racconto addirittura a creare un rito unitario,mutuandolo dalla fusione dei diversi riti.La Supereligione è non solo un monito per la pace,ma è, o dovrebbe essere, essa stessa la pace,la Dichiaraziomne Spirituale in Israele della Fratellanza Cosmica.Oggi essi dichiarano "la tregua di Dio",come i vescovi dell'Anno Mille.Nel primo giorno dell'Anno 2000 essi dichiareranno" la tregua degli dei".

E per finire voglio citare un versetto tratto da Matteo 24:14."Questo vangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo,onde ne sia una testimonianza a tutte le genti:e allora sarà la fine".

6) LA PROFEZIA COME VERBO ELETTRONICO.

E'stato detto che Mille è un romanzo atipico,perché in esso c'è troppo dialogo.In effetti se Mille è la storia delle profezia,la Profezia è Parola Somma,che si pone come prosecuzione del Verbo Originario.La Parola è un continuo uscir fuori da sé col flatus vocis per esprimere una verità misteriosa del futuro,in un'ebbrezza estatica provata dal visionario.Quando poi tra gli ascoltatori del vaticinio sorge chi voglia interpretarlo,costui ricorrerà ancora al Verbo per spiegare quanto ha compreso.La decifrazione avviene dunque su un piano prevalentemente auditivo-verbale da parte dei fruitori.

Bisogna ancora considerare che dopo l'avvento e la successiva crisi della scrittura manuale(fenomeno attuatosi in sommo grado con l'invenzione della stampa da parte di Gutenberg da Magonza)per paradosso siamo ritornati a forme antichissime di trasmissione orale del pensiero e dei sentimenti.

Viviamo la civiltà dell'immagine e del suono,esaltata dalla capacità della televisione di trasmettere l'attimo a distanza.Ora non c'è più bisogno di leggere libri astrologici:basta sintonizzarsi su una qualunque Tv-Ba per riceverne in diretta le immagini di un profeta in carne ed ossa.Tutti attorno a lui ,schierati in gran pompa con la coorte di giornalisti che lo sostengono,lo stimolano,lo interrogano.L'informazione attinta personalmente,interpretata coralmente de visu o trasmessa via etere a milioni di persone,è comunque Verbo.La profezia delXXI secolo è giornalismo,suono dilagante attraverso le antenne,Verbo Elettronico.

 

 

 

CAP. III

LE APOCALISSI.

1)GLI ULTIMI PROFETI:I FILOSOFI E I POETI.L'APOCALISSE COME PERDITA DELL'INNOCENZA.

Ora che il fanatismo religioso è pressoché scomparso nei funerei toni profetici propriamente medioevali,tocca ai filosofi e ai profeti assumere su di sé escatologie di distruzione.Marx predica il ribaltamento catastrofico della società borghese,attuato in maniera cruenta e inesorabile dalle masse operaie.Oswald Spengler elabora nell'opera "Declino dell'Occidente"una visione apocalittica della storia,concepita simile a un immenso apparato biologico attraversato da "cicli di cultura"che attualmente stanno portando il nostro mondo verso lo sfacelo.

I toni di questa catastrofe già in atto raggiungono toni esasperati in E.M.Cioran.Il suo linguaggio è tanto impetuoso quanto mortuario.La speranza nell'avvenire è un "cimitero virtuale" dove vagan "cadaveri per bene".L'inferno è già in atto su questa terra cancerosa pervasa da ideologie che sono "farse sanguinarie"."Oggi si uccide in nome di qualcosa,in quanto non si osa più farlo senza motivazione".In questa società"somma di mostri addormentati",ammasso di faux-vivant, si vive la pestilenza delle parole distruttive lanciate a mitraglia nei nostri crani tra reclame di dentifrici,di carne in scatola,di cibi per cani,gatti e maiali a farci balenare innanzi l'incubo del Suicidio Cosmico.Poi la coscienza frastornata dai raggi dell'era elettrica si assopisce, subentra la dimenticanza,il vago ricordo dei Chernobil e delle gigantesche catastrofi sfiorate in paradoxo non dal nucleare per la guerra ma dall'atomo meschinamente edulcorato a fini di pace.

McLuhan descrive l'implosione del mondo occidentale attraverso l'elettronica,dopo che lo stesso "è esploso per tremila anni con mezzi tecnologici frammentari e puramente meccanici"(da "Gli strumenti del comunicare"-Ed.Garzanti).La nuova Torre di Babele che genera la confusione delle lingue è l'accatastamento sempre più convulso,feudale,atomizzato di dati,sensazioni,linguaggi,morali.La polivalenza d'informazioni dei mass media genera la confusione totale,con l'avvento di Satana il divisore delle coscienze che regge ghignante tra le mani la freccia atomica.

Filosofia apocalittica.Profezie della mente.Veggenti del cuore.

Veggente è il poeta.Egli si fa veggente attraverso la "sregolatezza di tutti i sensi...Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede,di tutta la sovrumana forza,e dove diventa il gran malato,fra tutti,il gran criminale,il gran maledetto-e il supremo Sapiente!Infatti giunge all'ignoto."Così Jean-Arthur Rimbaud descrive la funzione primaria dell'aedo che,in vece dei profeti, rivela il senso nascosto,il destino oscuro del mondo.I romantici crearono il senso dell'uomo su un mondo in sfacelo.Rimbaud,il Simbolista maledetto, trascorre "Une Saison en Enfer" e ne riporta,a soli diciannove anni,la cronaca di uno sfacelo dell'Occidente."Il progresso universale(o la rovina universale)avverrà attraverso l'avvilimento degli animi"-ha gridato un giorno Charles Baudelaire,i cui fiori del male evocano sinistre escrescenze fatte di cancro,di parole verminose,di polpastrelli fetidi che sfiorano le ossa della morte atomica.Il dramma del mondo elettrico è che tutto è fondato sull'utilità.Le sterili e kafkiane gerarchie pragmatiche,si arrampicano sulla volgarità,sul banale e sul romanzo d'appendice,fino ad arrivare a una cima insulsa,dove si sbudella dalle risa il cretino delegato a premere il bottone rosso dell'ecpirosi nucleare.

Il pensiero e la musa poetica così si fondono un unico canto di distruzione,in un inno fondato sulla"deprecatio temporis" che si fa allucinazione apocalittica dopo l'annuncio irrazionastico della morte di Dio.La "crisi dello spirito"di Paul Valéry riecheggia in Stefan Zweig che annuncia la "fine dell'età dell'oro della sicurezza",anche negli intelletti più abbarbicati a quel rimasuglio minuscolo di luce divina che ancora permane nelle tenebre dell'ipertecnologia.Ma fino a quando durerà la resistenza delle élites fideiste?"Il concetto di un'armonia divina che comprende in sé il napalm e il gas nervino,supera l'intelligenza anche dei più illuminati" scrive Jeffrey Burton Russell nel suo saggio sul Diavolo(Satana,il Diavolo e l'Inferno tra il primo e il quinto secolo-Mondadori-Milano 1986).

Il finale di quest'epopea occidentale è amaro. "Mille e non più mille" tenta una trasfigurazione usuale per gli aedi:cercare la salvezza nell'infanzia,nell'innocenza salvifica.Ennesimo fallimento perpetrato da una ragione che ha voluto scarnificare tutto,sinanche l'anima dei nostri bambini.Freud è disceso nel cuore di quei fragili virgulti e vi ha scoperto una sessualità incestuosa,peccaminosa,perversa.Si è imposto allora uno sforzo ancora della ragione e dell'artifizio che hanno cercato di edulcorare quel vizio atavico qualificandolo come "male incosciente".

E' bastato un passo in più compiuto dai labirintici metodi esplorativi della psiche per scoprire che in quegli esserini,descritti talora nella letteratura e nella filmografia di fantascienza come alieni,si nascondono dei piccoli nmodstriciattoli.Allora dietro a quei sorrisi innocenti è riapparso il Diavolo stesso in forma di gnomo,ovvero il germe in gestazione del nostro stesso male adulto.Miro',il pittore surrealista autore di figurine coloratissime e fiabesche,esplica un'inquietudine che traspare dalla sua discesa nel mondo infantile in quest'aforisma:"Io non contrappongo infanzia e violenza. Al contrario l'infanzia è il paese della violenza,lasciato per pigrizia e disciplina"(da "Il colore dei miei sogni-Edizioni Emme).E come non ricordare l'accomunamento compiuto da Baj tra i mostri nucleari e gli "atroci bambini",quasi ricordo di quelli che Baudelaire chiamava "Satana in erba".

Siamo al rovesciamento dei valori.L'adulto cosciente è meno cattivo della violenza bestiale e incosciente.L'artista è sgomento e con lui tutto il genere umano che da lui attende il suono profetico e un universo di significati apparso improvvisamente frantumato. Quando il filosofo perde la poesia,quando il cantore dell'animo umano perde il fanciullino che è dentro di sé è veramente la fine dei tempi.L'Apocalisse è alla soglia di quest'uomo che ha completamente perduto se stesso.

2)APOCALISSE COME ROVESCIAMENTO DELL'IPOCRISIA COSMICA.

Apocalisse significa scoperta e svelamento di ciò che era nascosto.Coperto è l'inguaribile male dell'essere,la sua carenza angosciosa e ineliminabile di bene.La mancanza di perfezione nel creato e nell'uomo compromette l'eternità.Le profezie sull'Apocalisse, dunque,ovvero lo svelamento alle genti di quello che è nascosto è mostrare una fine necessaria in ciò che ab origine nacque col germe della degenerazione della distruzione.

Fatta la suddetta premessa c'è da rilevare che l'Ipocrisia avanzata in Mille come fonte della caduta umana acquista un significato ontologico e gnoseologico,prima che etico.Il nudo Adamo del Paradiso che ha voluto per un peccato di spontaneità catarchica conoscere e assaggiare tutto l'essere,fatto di bene e di male,si è poi coperto di panni fisici ma soprattutto di indumenti spirituali.A tanto ha portato l'essere stato morso dal pudore di aver scoperto le sue radici demoniche infisse nella terra che generò la mela poi disintegrata dalla sua bocca.Se l'Ipocrisia in una prima fase si pone come candida velatura degli orrori conosciuti,si fa poi esasperazione della pudicizia critica che porta al formarsi della Maschera.

Il velo diventa dunque duro,compatto,maschera tribale.Il mantenimento della Maschera genera odio,irrigidirsi di posizioni,intolleranza,guerre sociali e religiose,doppiezza tanto più malefica in quanto scaltro aggiramento dell'apparire che si scinde dall'intendimento.Le sfaccettature del mondo si moltiplicano all'infinito,s'intrecciano,si occultano,e il male ineliminabile ha gioco più facile nell'imbroglio cosmico delle coscienze appannate.Alla fine la Maschera,attraverso il ghigno comico o tragico impresso sulla sua cera,si sostituisce all'essere autentico,sottacendo disperatamente il lato cancerogeno del mondo.L'Ipocrisia(lett:giudizio che sta sotto,conoscenza nascosta) si correla come equivalente antitetico all'Apocalisse,il cui compito è appunto quello di rovesciarla ,ovvero di togliere il velo fattosi maschera sovrapposta alla conoscenza.L'Ipocrisia nasconde l'irrefragabile doppiezza dell'esistere e l'Apocalisse la disvela e, in un unico atto purificatorio finale,quanto meno di natura gnoseologico-mnemonica,fa sì che l'essere occultato si riappropri di se stesso e della sua demonicità socratica.Se l'Ipocrisia in quanto maschera statica rendeva l'uomo altro da sé, l'Apocalisse opera la sua rigenerazione,togliendo il nascondente e ridonando la primigenia nudità e consapevolezza del doppelganger.Qualunque morale nuova nascerà su questo fondamento,sulla base del ri-creato Adamo,in ciascun Adamo di questo mondo che raggiunga l'Anticristo nascosto nella profondità della propria coscienza.L'estremo atto dello yoga,della psicanalisi,dello "gnoti te sautòn" è dunque la conoscenza ctonia del proprio male,l'abbandono di ogni forma di sterile esorcismo,il gettar giù la maschera.La riconquista del Demonio sepolto in noi opererà la redenzione etica attraverso una nuova armonia con le forze distruttive.Bisogna dunque gettarsi nella profondità della terra spirituale fino a raggiungere il nucleo incandescente del peccato nascosto,per poi riemergere fuori tra le zolle fresche di rugiada di vita rinascente e di là ascendere,con polvere di terra e di zolfo addosso,all'aria soprastante per sublimare il tutto.La via dell'alchimia è la via della riconquista del sé,della propria angelica diavolezza,dell'autenticità paracelsiana.

3) L'ESORCISMO DEL TERRORE.

Nella prefazione a Mille il mio editore accenna a una funzione esorcistica assunta dal racconto.Il finale terrificante,dove finanche i bambini sembrano non dare spiragli alla visione di un'umanità che si salva attraverso l'innocenza,potrebbe lasciare perplessi sull'asserto liberatorio.Eppure esso c'è al di là di canoni di valutazione superficiali.Invero la via della catarsi delle coscienze può passare più efficacemente attraverso una storia dal finale agghiacciante, che ad opera di una soluzione edulcorata con lieto fine.C'era all'origine l'idea di una chiusura salvifica.Essa però avrebbe sopito solo i nostri timori più esterni,continuando la bomba atomica a pendere minacciosamente sulle nostre teste.

D'altro canto l'esito drammatico era insito nello stesso senso culturale delle profezie e nell'andamento della vicenda,riassumente in quindici giorni le paure,le ansie,i fallimenti di un'intera razza.Perché mai i visionari avrebbero continuato a spaventarci nei secoli se non ci fosse stata una concreta possibilità di autodistruzione?

Già altrove(L'universo caleidoscopico della fantascienza)ho espresso la funzione catarchica reale, passante attraverso uno scuotimento violento delle coscienze,della catastrofe e delle sue descrizioni romanzate.Gershom Scholem,sionista amico di Benjamin,il Cavaliere dell'Apocalisse(come viene descritto da Sergio Quinzio in un articolo pubblicato sull'Espresso)afferma in modo provocatorio che la redenzione è una distruzione.L'evento che sembra aver caratterizzato maggiormente la sua vita è l'essersi finto pazzo per ben due anni(passando fra l'altro sei settimane in manicomio),allo scopo di sottrarsi al servizio militare a favore della Germania.Sarà definito uno "schizofrenico inguaribile".Orbene quest'esperienza drammatica di follia mistificata lo porta a concepire una forma di risoluzione delle problematiche umane attraverso il negativo.Rapportando le sue teorie a quelle di Mille, potremmo dire che com'egli attraverso la messa in scena della follia si rivela a se stesso, così Pat Flanagan,con la pazzia da me escogitata, rende più accessibili le sue rivoluzionarie teorie e si mostra al lettore.

La laicizzazione per Scholem è una necessaria opera di distruzione.Il Vaticano aprendosi al mondo moderno,alle altre religioni,fino ad arrivare a proclamarsi come particella di una Religione Universale,finisce col distruggersi.Il nichilismo apocalittico di Scholem rappresenta la morte finale del conservatorismo religioso,la democratizzazione estrema di Dio che così si dissolve.La paradossalità dell'operazione salvifica della storia umana,attuandosi attraverso la sua distruzione totale,in chiave microcosmica viene rappresentata dalla vita del Santone apostata Sabbatai Zevi, che nel XVII secolo si proclamò messia,abiurò e si convertì all'Islam per salvarsi la vita.Egli era già l'Anticristo,il Giuda che viene santificato come salvatore del mondo attraverso il peccato.La dissoluzione finale della morale nicciana,applicata alla vicenda di Sabbatai, implica uno sforzo eroico,poiché tale è l'impresa che compie soprattutto il religioso,per il quale è più strenua che per un laico la liberazione dai precetti etici.

"La redenzione è una distruzione,uno sprofondameto titanico,una sovversione,una calamità"-afferma Scholem nel suo "The Messianic Idea in Judaism".Dalle sue pagine vediamo dunque come anche per i profeti e i maestri ebrei la storia va verso la sua fine ,verso una realtà completamente nuova che non è celeste ma terrestre.Tale realtà,terribilmente umana,potrebbe essere rappresentata da una catastrofe nucleare o quanto meno dal suo incombere perpetuo e terribile sui nostri sogni.

Per tornare alla funzione esorcistica in paradoxo di Mille voglio ancora citare un ultimo pensiero di Scholem:"Non ho mai cessato di credere che il fattore di distruzione,anche tenuto conto delle sue potenzialità nichiliste,è sempre stato la base di una speranza utopica positiva".

4) LA BOMBA ATOMICA.

Il problema della bomba atomica è tale da coinvolgerci tutti.Leggo da "Vivere con la bomba" di Antonio Gambino,Laterza:"il pericolo maggiore è quello di provare a cancellare la novità fondamentale del mondo nato nell'estate del 1945".Aggiungerei a tal punto che in tale pericolo bisogna ricomprendere anche la letteratura edulcorata che affronta il problema della bomba e,col rischio di assopire le coscienze,lo risolve a lieto fine.La bomba rappresenta una forma di guerra totale,quella affermatasi dalla Rivoluzione Francese in poi,e permanente.Signori,noi siamo in guerra."In base alla teoria della deterrenza e della mutua distruzione assicurata,gli Stati Uniti,per sentirsi sicuri,hanno bisogno che l'Unione Sovietica abbia la capacità di distruggerli"(Richard Pipes).Ognuno di noi è un ostaggio del conflitto atomico in atto,attualmente sotterraneo e "nessuno può pensare di chiudersi in se stesso fino al punto di essere totalmente al riparo di ogni minaccia ed offesa".

Purtroppo tale coscienza di impotenza di fronte ai giochi della stanza dei bottoni sfiora solo marginalmente l'animo delle masse mondiali.E qui rileva l'amara sentenza enunciata da Marschall McLuhan ne"Gli strumenti del comunicare"

"...per quanto riguarda la bomba atomica e la ritorsione come deterrent,è ovvio che il prolungamento del terrore produce sempre apatia,come ci siamo accorti quando è stato annunciato il piano per i rifugi contro il fall-out.Il prezzo dell'eterna vigilanza è l'indifferenza".

Ora mi meraviglio come 1000 provochi scandalo nel suo finale apocalittico.Mi meraviglio e mi rallegro. Dunque la stategia del terrore continuo non ha provocato apatia fino al punto da far sì che la gente se ne freghi di un finale a lieto o a cattivo fine in una storia qualunque.

5) LA STAMPA MOSTRO APOCALITTICO.

La stampa è un mostro apocalittico(Karl Kraus)e la televisione ne è l'immondo parto,il feto più orrendo ancora della madre,per la capacità che ha di informare sul bene ma soprattutto sul male il mondo intero.La diffusione della parola con rapidità ossessiva tra le masse,quando venga vista come operazione di ramificazione teratomatica nelle coscienze,alimenta i fantasmi della confusione babelica degli intenti.Così quelli che rivelano il veleno di certi fenomeni sociali finiscono poi per contribuire ad estenderelo stesso virus di disgregazione sociale prospettato.Così Karl Kraus nel dramma in 5 atti"Gli ultimi giorni dell'umanità" (1922) prevede la guerra come una massa fluente di parole pronunciate che fanno la distruzione.Il Verbo di quello che dovrebbe essere è già essere,anzi un farsi,per cui ad esempio il riferire lo sterminio"alimenta la distruzione nel profondo delle coscienze e le spinge a realizzare il loro micidiale progetto alla prima occasione.La fine del mondo è già in atto, e ci aspetta al varco sorniona.Nascerà dall'esplosione susseguente a un eccessivo accumulo di gas prodotto dalle scorie della nostra defecazione spirituale apocalittica.

La Parola è il diavolo e il mass media è il suo veicolo."Basta gridare:"Usa la bomba!E'bello!",e la gente sarà spinta a usare o quantomeno a desiderare che sia usata la bomba.La Parola crea immagini,mondi terrori,enfasi,slogan,pubblicità,distruzioni,corruzioni, rinascite,attraverso meccanismi non sempre individuabili che prendono a sostegno catastrofi sommerse nell'incon= nscio archetipale.Egli grida:"Serba!"e l'altro per tutta risposta distrugge,mentre qualcuno sta ancora perdendo tempo a studiare perché talora la gente risponda a uno stimolo in maniera contraria allo spinta normale dello stimolo stesso.

6)L'APOCALISSE IN UNA TESI SCANDALEUSE:IL PAPA PIETRO SECONDO E' UN DEMONIO?

Dobbiamo forse scandalizzarci forse se un papa è inserito in un budello infuocato?Penso proprio di no...Se lo poté il Divin Poeta...

Dante colloca almeno quattro papi all'inferno.In un avello nella zona degli eretici colloca Papa Anastasio II,reo di aver ammesso alla comunione il diacono di Tessalonica Fotino.Questi era seguace della teoria eretica di Eutiche,propugnatore del monofisismo ovvero della sola natura umana presente in Cristo(Canto XI).

Nella bolgia dei simoniaci Dante incontra poi l'orsino papa Niccolò III,che lo scambia per Bonifazio VIII.Con simile escamotage anche tale papa viene collocato all'inferno insieme all'altro ancor vivente all'epoca e destinatovi secondo la previsione dantesca,vale a dire Clemente V(Inf. Canto XIX).Papa Niccolò,che se ne sta in uno stretto foro a testa in giù e coi piedi fuoriuscenti lambiti da fiammelle,spiega poi che sotto di lui altri papi simoniaci stanno pigiati e che al sopraggiungere di uno nuovo quello che sta sopra andrà sotto.Una posizione e una girandola grottesca dunque per quei re della religione in vita fieri e prezzolati,che alla fine numerosi sembrano essere già precipitati nel budello.

Allora,di fronte a questa giostra di papi infernali,la collocazione erebica del goloso Pietro II appare come una minuzia letteraria,assunta per necessità simbolica a giustificare l'imperfezione anche negli uomini più santi,pur capaci di affratellare religiosamente le razze.

7)L'APOCALISSE COME DISTRUZIONE E CATARSI NELL'ANALISI DI UN PAZZO.

L'allucinazione in uno tempore terrificante e placida di un'ecpirosi rigeneratrice del mondo si riscontra in maniera allarmante nella lettera di un giovane pazzo scritta al suo psichiatra.Il giovane tedesco era stato mandato in manicomio dopo che,impazzito,si era armato di un fucile,era sceso per strada e aveva preso a uccidere gente.

La lettera è stata scritta dopo aver visionato un filmato sulla deflagrazione nucleare d'Hiroshima.Il matto rileva che la bestia ingabbiata dentro di lui ha tutti i materiali per costruire la bomba atomica e per sganciarla sul genere umano che egli odia.Chi l'ha detto che costruire è meglio che distruggere?Chi l'ha detto che la distruzione è male?Egli ha visto la distesa desertica regno di catastrofe,di morte,di oggetti logori e inutili(vestiti,un occhialino contorto,il sandalo di un bambino),di silenzio.In quel silenzio strano e lontano ha presagito che nella distruzione può nascere il germe di una pace misteriosa.In quel silenzio nasce l'illuminazione che in un dato tempo e luogo la pace è possibile,ma come pura tregua temporanea alla irrefrenabile distruttività umana.

 

8) QUALE FINE?DALLO SCRITTORE ALL'UOMO.

Ho visto talora pormi una domanda fatidica,dopo aver narrato la vicenda di Mille."Ma tu ci credi a queste cose?".La questione mi ha sorpreso soprattutto perché spesso non proveniva da gente sprovveduta ,ma da persone colte,come ad esempio mio cognato,che è professore di Storia all'università di Birmingham.Mi stupivo soprattutto perché in tal modo i miei interlocutori davano quasi a vedere o di non aver mai letto un libro fantastico,o più in generale di misconoscere le stratificazioni correlate allo scrivere.E qui s'impone,mi si perdoni l'immodestia, una lezione sull'arte dello scrivere.Ove l' autore non si ponga in una chiave nettamente realistica-il che peraltro è impossibile per non scadere in crudo giornalismo, sussiste un'oscillazione perenne, quasi di carattere platonico,tra il mondo reale e quello onirico proprio di chi scrive.D'altro canto la questio sulla realità del mondo descritto è priva di senso,poiché la creazione letteraria vive di vita propria indipendente da quella dell'esistenza concreta.Si verificano così paradossi esistenziali come quelli del magistrato, famoso autore di opera teatrale , che,autore di dolci e serene poesie,nella sua attività di giudice era addirittura inesorabile e quasi crudele con gl'imputati.E cosa dire poi dei poeti avidi,di quelli colmi di amore retorico sulla carta e di lussuria porcina a letto,degli animi candidi nel sociale che si avvalgono del letterario per scagliare le loro invettive a un mondo che nel fondo non accettano...

Per concludere io non ho una conclusione.Mille sembra concluso,ma esso stesso non lo è.E non solo per l'accidente materiale che un giorno mi spinse a comporre il soggetto della seconda parte del ciclo("Il Regno dell'Albero Secco").Ma perché tutto ciò che rilancia al destino di un'intera razza,quand'anche essa tutta fosse realmente spazzata via per opera di un cataclsma naturale o provocato dalla faccia della terra,continuerebbe a sopravvivere nell'eternità di un ideale.Sembra così che,nel concreto,fingendo di concludere sull'originaria querelle,io non abbia fornito alcuna soluzione deviando con metodo.Allora mi sbilancerò richiamandomi a Giosuè Carducci.L'autore dell'"Inno a Satana",aprendo i suoi "Cinque discorsi dello svolgimento della letteratura italiana" scrisse:"V'immaginate il levar del sole nel primo giorno dell'anno mille?".Io dirò:"V'immaginate il levar del sole nel primo giorno dell'anno duemila?Sarà bello sognare che la luce Grande Astro c'inondi e che quel fiume di riverberi puri non scorrerà per un solo dì".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAP. IV

L'ANTICRISTO.

 

1)L'ANGELO DELL'ORDINE E IL DEMONIO DELLA FOLLIA.

" Mille e non più mille" è la storia di due persone comuni,ovvero di un matto vagabondo,Pat Flanagan,e di un giornalista qualunque,Michael O'Keefe.Questi due esseri ordinari vengono chiamati dal destino e dai mass media a impersonare due ruoli mitici,addossandosi così titanicamente le sorti dell'umanità negli ultimi giorni del medioevo atomico.Accade che Michael inizia l'indagine giornalistica sulle profezie citate dal matto,a livello professionale,ma poi viene gradualmente coinvolto dalle sue scoperte,fino ad identificarsi con l'Arcangelo San Michele.La sua controfigura,il piccolo uomo matto di Manhattan diventa invece i mille profeti televisivi e finisce con l'identificarsi alfine nello stesso anticristo ,il cui avvento è stato annunciato verificarsi dai visionari sulle soglie del XXI secolo.Un regista,Carlo, ha riscontrato in questo mancanza di equilibrio.Secondo la sua impostazione Michael dovrebbe esser l'arcangelo ab initio,trasfondendo il suo alone santo attraverso occhi misteriosi ed angelici.Ho contestato il suo assunto spiegandogli che la struttura del mio racconto esigeva proprio un lento disvelarsi.Le scoperte dell'angelicità e della diabolicità dovevano essere sorprese,gimmick.E'l'ordinarietà assunta dai due personaggi,borghese nel giornalista,metafisica e dadaista nel profeta,a fare da ponte di rimbalzo per il colpo di scena della rivelazione mitica.Michael fallirà il suo processo identificativo con l'angelo della salvezza,o meglio l'arcangelo uscirà sconfitto dalla tenzone cosmica.Pat invece impersonerà perfettamente la follia di un'intera razza,realizzandosi perfettamente nell'anticristo distruttore.

2)LA FOLLIA DI PAT FLANAGAN E LA SAGGEZZA OCCULTA.

Le teorie di Pat,fatte passare come il vaneggiare di un matto,sono in realtà molto profonde,attingendo al mondo oscuro delle filosofie occulte.Esse si basano sull'equivalenza dei due principi reggenti il mondo:il Bene e il Male.Si tratta de' La Luce' e 'Le Tenebre',che coi nomi di Orzumud e Ariman caratterizzano il Mazdeismo(VIII sec.a.C.)e che vengono divinizzate nel Manicheismo(III sec.).Ma già nell'ebraismo Dio,Javhè,è buono e spietato a un tempo(Ismaele 18:109).Nella Bibbia si legge che il diavolo esiste veramente e che egli è "il dio di questo mondo"(II Cor.4:4).La magia antica si fonda sul principio di polarità,per cui nel positivo c'è il negativo e nel negativo c'è il positivo,secondo l'insegnamento di Ermete Trismegisto.Anzi nei papiri di Nagar Hammadi si afferma che il cosmo è intimamente cattivo"perché chi lo creò volle crearlo imperituro e immortale,ma commise un errore e non riuscì a raggiungere l'oggetto delle sue speranze"(da'Povero Dio ,che pasticcione'di Umberto Eco che recensisce 'Il mondo creato'di Franco Ferrucci-Mondadori- su L'Espresso).

Nel Cristianesimo assistiamo a un fenomeno di demonizzazione negativa del diavolo.Diavolo dal greco diabollein,letteralmente separare,in sé ha un connotato neutro:si può separare per distruggere ,ma anche per costruire da un'altra parte.In tal senso bisognerebbe considerare le derivazioni della Trimurti,da cui discendono Visnù,il Bene,la Luce e Shiva,il Male,il Distruttore,per valutare la possibilità del prevalere puramente ontologico e non etico di una delle due forme(donde lo sgorgare rispettivo del Visnuismo e dello Shivaismo).Nel Cristianesimo, invece,c'imbattiamo in un moralismo logico(inteso come quadratura del cerchio, ovvero chiudere una volta per tutte il circolo),proveniente direttamente dallo spirito ellenico-platonico (Bellezza=Ordine=Bontà),che comporta un'assolutizzazione del polo positivo e una persecuzione delle forme sataniche.In quella speculazione infatti dio viene identificato con la perfezione dell'immagine dell'Essere nel mondo iperuranico,mentre al demiurgo intermedio viene attribuita quanto meno, come causa efficiente,la creazione di questo mondo.Questo artefice divino nella sostanza si configura come un vero e proprio diavolo insufflando egli la purissima anima originaria del mondo ideale nella materia degenerata.

I Concili della Chiesa,da quello di Nicea, che afferma l'esistenza materiale del Demonio(787)a quello Lateranense(1215), che lo pone a livello puramente spirituale,rappresentano la storia di un'ossessione secolare,diretta ad esorcizzare il diavolo,sia nella sua dimensione metafisica di oppositore a Dio,sia nelle sue forme concrete(stregonerie,messe nere etc.).Ma questa è storia della chiesa ufficiale.Basterà spostare un po' il tiro e andare ad esplorare le cosiddette eresie per capire perché Paolo(II Corinti,IV,4)definiva il demonio"Dio di questo mondo".Gli Ofiti erano adoratori di Satana,inteso come Lucifero,portatore di Luce.Il Serpente Luminoso rivelò ad Adamo la gnosi e con essa provocò la ribellione ad un Dio Tiranno.I Cainiti esaltavano i demoni ribelli come Giuda,elevato al rango di un Dio per aver liberato il mondo da Gesù.Un mito che si ricollega particolarmente alla filosofia di Pat, per il quale Satana e Gesù Cristo sono due fratelli figli della Madonna,è quello diffusosi in Bulgaria tra i Bogomili,secondo cui fu Satana(Sataniel) a far crucifiggere Gesù suo fratello minore.Ma il paradosso più singolare di questa guerra contro il Dionisius-diaballus(il calunniatore)è lo sterminio dei catari da parte della chiesa.Qui gli adoratori del diavolo diventano i'veri puri',mentre gli adoratori di Dio,i cattolici,si trasformano in crudeli sterminatori.

Nella Fin de Satan di Victor Hugo Dio alla fine dei tempi non sa più distinguere

"......Padre,colmo di gioia,

Belial da Gesù."

Anche la filosofia gnostica si svolge su linee similari,guardando essa alla divinità dell'Antico Testamento come al demiurgo,considerato ora bene ora male.Valentino lo identifica col Bythos(l'Abisso,l'Inferno),ovvero l'ultima emanazine dell'essere originario che partecipa della realtà della materia e dello spirito.Come si vede il passo per identificarlo col cosiddetto Spirito Santo,a parte elementi moralistici,è molto breve.Tale passo viene compiuto in Mille per bocca del pazzo Pat.

La verità è che gli esorcismi non solo cattolici,ma anche progressisti contro il diavolo,sono falliti.Il demonio è ineliminabile."Bisogna accendere una candela al Cristo e una al diavolo","Cristo fa le case e il diavolo fa i tetti"-si dice popolarmente.Il demonio che Gesù in persona dichiarò "Signore di questo mondo", è stato pure definito la"scimmia di Dio",la"faccia d'ombra di Dio"(in questo senso si è espresso Eliphas Levi,il formulatore della dottrina dello Jeohva nero).Un poeta cattolico colto come Guido Ceronetti parla del demonio come sintomo di"una condizione tragica ineliminabile".A questo punto,contro la tesi di moralizzazione e progettualizzazione del cosmo,potremmo dire che l'universo non è etico,semplicemente è.La bellezza selvaggia di una tigre che azzanna e squarta una gazzella può sembrare immorale,ma è.Il mondo non è fondato su una morale posta da chicchessia,tant'è che dopo 2000 anni di cristianesimo non si è giunti a nulla,anzi c'è oggi più male di quanto ce ne fosse un tempo,prima di Cristo...Bisogna allora prendere atto che il progetto del Redentore cristiano è fallito.Cerchiamo di distruggere il male in tutte le sue forme,morali,fisiche,spirituali e sociali ed esso riaffiora rafforzato da tutte le parti.Guerre,bombe,terrorismi,stermini sono sorti non per la salvaguardia dei nazionalismi o per moventi politici,ma in nome della religione(basterà ricordare gli stermini di intere generazioni di eretici,le crociate,e per venire a tempi più recenti i conflitti nell'Ulster,la guerra santa di Komeni).Qui ritorna alla mente la lezione di Krishnamurti,il quale afferma che la divisione tra le fedi ha già in sé il seme della violenza e della discordia.Né si può ascrivere il fenomeno a mere degenerazioni dei purissimi messaggi dei grandi profeti.Non starò qui a parlare di Maometto che si prospetta in nuce come il Santo guerriero,ma citerò la violenza di due asserzioni similari tratte dal linguaggio del Cristo:"Chi non è contro di noi è per noi" (Vangelo di Marco,9,39)oppure:"Chi non è con me è contro di me"(Vangelo di Matteo,12,30).Vi è di fondo a queste antiche manifestazioni religiose un'intolleranza che si lega strettamente alle aspirazioni di popoli afflitti (gli ebrei senza terra,le tribù disperse dell'Islam)che attendevano un liberatore fisico prima che spirituale.Di fronte a questi rovesciamenti di senso nel comune modi d'intendere la profondità etica delle visioni religiose più accreditate bisogna forse ritornare al ciclismo antico senza fine e all'induismo in particolare.La Ruota dei Cicli è più umana,perché nell'apparente tornare del mondo su se stessso si crea una minima forma di libertà. Il mondo passerà senz'altro,ma noi possiamo essere artefici in certo senso dell'an e del quando.Con la bomba atomica siamo noi a poter inserire un progetto di sopravvivenza all'interno della storia. L'uomo ridiventa così un Dio,artefice del destino personale ed universale.Si dice che egli sia fragile.Al contrario questo essere è dotato di un potere titanico,potendo distruggere il mondo con forza pari a quella di un cataclisma naturale.

3) L'INFINITA MISERICORDIA UMANA.

Alcune critiche sono state mosse a Mille,soprattutto negli ambiento cattolici,e noi intendiamo rintuzzarle con metodo ed eleganza,sperando di non incorrere nella scomunica(né lo potremmo essendoci già autoscomunicati col nostro ateismo alla maniera del Budda).Mille è fondato su una rigorosa interpretazione delle profezie,a prescindere da qualunque fideismo telologico e moralistico.La prima tesi è che Dio non è misericordioso,poiché non è disposto ad accettare i nostri peccati pur gravi e permette che ci autodistruggiamo.Qualcuno si ribellerà a questa proposizione apparentemente blasfema,cercando di addossare ogni responsabilità del male all'uomo.Allora si dovrà replicare che noi siamo più misericordiosi di Dio,perché cerchiamo disperatamente una spiegazione filosofica al suo deliberato progetto di genocidio.

E qui si pone il problema dei 7 Giusti.Esistono al mondo 7 uomini completamente puri?La risposta di Mille è negativa,perché,come disse un prete,il bene avanza in progressione aritmetica(2,4,6,8)e il male in progressione geometrica(2,4,8,16,32).Così non c'è da scandalizzarsi se un grand'uomo come Pietro II,il papa che ha indetto il I Concilio Universale,è affetto dal vizio della gola.Già nella concezione popolare c'è la visione del prete panciuto e mangione che,in tempi moderni,viene accusato di non mandare la sua ricchezza economica e di cibo ai paesi morenti del Terzo Mondo.Comunque il tema non è così blasfemo come qualcuno vorrebbe farlo passare,in virtù di un'antirealistica visione della virtù.Il vizio può avere la funzione di rendere più umano un uomo pur fondamentalmente santo,com'è accaduto a Papa Giovanni che amava tracannare vino con un amico in quel di Bergamo.Comunque il tema trattato s'inserisce nell'altro secolare dell'infallibilità papale,che denegata è stata uno dei cardini della riforma luterana.Uno storico cattolico August B.Hasler ha pubblicato recentemente il libro"Come il papa divenne infallibile",con prefazione di Hans Ku"ng,il quale parla di 'chronique scandaleuse' in relazione alla manipolazione cui andò soggetto il dogma dell'infallibilità.Esso fu voluto da Pio IX che viene descritto dall'autore"cuore di pietra","pazzo","epilettico",avallando l'assunto con il detto di un vescovo venuto al suo cospetto:"Ci tocca mangiare quello che abbiamo vomitato".

A questo punto il vero problema non sembra essere neppure più il vizio capitale in se stesso,quanto un originario peccato di mascheramento e d'ipocrisia.Essere se stessi ,sia pur nel difetto,santifica.Ecco la base di una nuova morale.L'uomo è doppio,ma ridiventa uno nel riconoscimento della propria binarietà,che è Dio e Demonio insieme.

4)IL PAROSSISMO MORALE.

Il parossismo morale e filosofico rappresenta uno stile costante nelle profezie,cosicché esse appaiono permeate di medioevalismo irrefragabilmente.Nelle visioni di tutti i tempi infatti si afferma l'avvento inevitabile del demonio,ovvero la metafisica di un male come presenza ineliminabile dell'essere che si affermerà totalmente o parzialmente.Per la prima ipotesi citeremo le visioni profetiche degli albigesi o sette similari dove si annuncia un'apocalisse ab ovo,per cui il mondo viene concepito come lento disvelamento non di Dio- che è absconditus, ma del diavolo che generò tutte quante le cose.Per la seconda configurazione-avvento parziale del male, basterà ricordare la stessa apocalissi giovannea che parla del trionfo della bestia,che però alla fine verrà ricacciata sottoterra.In tutte le profezie comunque predomina l'idea di un Dio distante e inaccessibile,a suo modo cattivo o perchè,alla maniera della divinità epicurea, disinteressato ai mali del mondo, o perchè colpevolmente omissivo nel trionfo dell'Assatanato.Dio comunque latita.

5) SULL'ESISTENZA REALE DEL DEMONIO.

Riferirò un passo tratto dal mio ultimo libro Krisbeng.Narra di un alto magistrato che viene concretamente preso dal demonio.Quando percepisce l'inquietante realtà visionaria che lo avvolge,da uomo scientifico qual'è va alla ricerca di spiegazioni affidandosi ad esperti di quel mondo misterioso a lui completamete estraneo.S'imbatte a un certo punto in Padre Tebaldo,l'ultimo esorcista di Torino e gli chiede se il diavolo esista realmente.Riporto ivi integralmente la risposta del sacerdote.

"Il demonio esiste realmente,egregio giudice.Anche in questi tempi di trionfo della scienza egli si annida malignamente tra le nostre macchine superpotenti e si beffa di noi.E mi creda non sono io a parlare ma i nostri stessi capi...Paolo VI,il 29 giugno 1972 giorno del suo onoastico pontificale e festa di San Pietro,an unciò il suo pensiero sulla concreta esistenza sdi Satana,il cui fumo era penetrato attraverso qualche fessura nel Tempio di Dio.Il 15 novembre di quello stesso anno precisò il suo pensiero,attribuendo l'infiacchimento e l'anarchia del mondo moderno all'influenza di un agente oscuro e nemico...".-Il sacerdote,tradendo i suoi propositi,cominciò ad infervorarsi,si alzò e cominciò a girare per la stanza alzando il bicchiere a sostenere l'impeto di quel discorso papale che sembrava ricoradare a memoria...".

E altrove:"Era il 13 agosto dell'86 ed io ero presente quando Giovanni Paolo II,parlando ai fedeli,accennò alle forme concrete del diavolo,un serpente,un leone,una capra con le corna,un drago...".

E per finire:"...Il demonio!Il male non è più soltanto una deficienza,ma un'efficienza,un essere vivo,spirituale,pervertito e pervertitore.Terribile realtà misteriosa e paurosa!".

6)UN FINALE SENZA SPERANZA?

...e la Storia continua.Sulla terra dilaniata dagli effetti disastrosi delle radiazioni atomiche ancora si affronteranno le forze del Bene e del Male,capeggiate rispettivamente da Michael O'Keefe e da Pat Flanagan.L'esito della tenzone e altre vicende del medioevo postatomico vengono descritti nella seconda parte del ciclo,intitolata"Il Regno dell'Albero Secco".

CAP. V

IL MILLENARISMO.

 

1)LA GRANDE PAURA DELL'ANNO MILLE.

"Mille e non più mille".E'la frase che la tradizione attribuisce a Gesù Cristo.

Tra il 585 e il 945 una trentina di documenti-donazioni e testamenti-cominciano con la formula:"Indici certi annunziano l'avvicinarsi della fine del mondo,moltiplicandosi le rovine"(da "L'Apocalisse è per oggi"di Salvatore Garofalo").

D'altra parte è da considerare che la frase "Appropinquante termine mundi" si ritrova in molte donazioni a conventi ,Chiese,Confraternite.Ora tenendo conto di quei tempi poveri e difficili,si può arguire che i religiosi beneficiandi tendessero quanto meno a non screditare tali terrori così lucrosi per i loro affari. L'atteggiamento moderno degli storici e della chiesa è stato quello di far rientrare tali paure nella leggenda e precipuamente di negare che mai le autorità cattoliche abbiano avallato quelle immagini di catastrofe.Forse già a quei tempi i capi della chiesa proibivano che si parlasse di fine del mondo,anche se poi in loco la cosa regolarmente avveniva.E'possibile anche che vi fossero officianti in buona fede i quali,privi di spirito venale,si limitavano a rapportare quell'epoca fosca alle numerose profezie agghiaccianti di cui è ricca la letteratura sacra.Ma è certo che di profeti di sciagura con abiti talari ve ne dovevano essere parecchi.D'altro canto era difficile trovare degli storici imparziali all'epoca,essendo molti provenienti da ambienti ecclesiastici e sottoposti quindi ad accurata censura preventiva o successiva.I documenti ufficiali,le Cronache dell'epoca,i testi papali e conciliari,le biografie di santi morti in quel periodo di tempo in genere nulla lasciano trasparire sui terrori dell'anno mille.La ricerca sulla storicità di quei terrori è pertanto di carattere preminentemente indiziario e va fondata su dati minimali ma significativi emergenti da quel marasma di omertà.Una traccia la si trova negli atti del Concilio di Trosly,che si tenne nell'ambito del IV Concilio Lateranense in quell'antica città che il repertorio porta come "Trosleium Palat e poi Trosly Breuil,village de la Picardie,près Soissons". Lì, nell'anno 909,s'invitarono i vescovi a rendere conto delle proprie azioni perché il giudizio universale era vicino(da"La grande paura dell'anno 2000" di Henry Kubnick-pag.86"Dopo Nostradamus"di A.Voldben-pag.39).

Nel 940 il predicatore Abdon de Fleury annunciò pubblicamente a Parigi la fine del mondo.Nel Liber Apologeticus,scritto da Abbone nel 998 e dedicato al re di Francia Roberto il Pio,si parla di un episodio accaduto nel 960.L'abate di Saint-Benoit-sur-Loire ha sentito predicare in una chiesa di Parigi l'avvento dell'Anticristo nell'anno mille che sarebbe stato seguito dal giudizio universale.Abbone si oppone al discorso,ma si è che qualcuno parli dell'apocalisse.Anzi succesivamente Abbone prende in considerazione un'altra voce del genere diffusasi in Lorena nel 975 e la contesta.Ergo il fenomeno delle voci sulla fine del mondo era diffuso,se Abbone si scomodava, in un testo dedicato al re, di prenderle in considerazione.

A tal punto si deve ritenere che robuste cronache,successive all'Anno Mille,essendo state composte in tempi più liberali e comunque distanti dai fatti narrati,non riportassero leggende,ma eventi ,terrori,profezie realmente accaduti.Intendo qui riferirmi alla Cronaca del 1048 di Rodolfo il Glabro(o Glaber)-un monaco francese che nell'Anno Mille aveva 15 anni- e alla Chronographia di Sigeberto di Gembloux,tratta dalla precedente testé riferita e scritta all'inizio del secolo XII.Esse narrano di prodigi,terremoti,presagi,angoscie, comete,eclissi di sole e di luna,insomma segni straordinari che avrebbero annunciato un'apocalisse poi non verificatasi.Essi vennero presi spunto per fondare quella leggenda che, come forma mitica,cominciò a formarsi nel secolo XVI, quando negli Annali di Hirsau si legge:"Nell'anno mille dell'incarnazione violenti terremoti fecero tremare l'Europa intera,distruggendo dappertutto edifici solidi e magnifici.Lo stesso anno apparve nel cielo un'orribile cometa.Molti,vedendola,credettero che fosse l'annunzio dell'ultimo giorno".

Certo è che, secondo la cronaca di Rodolfo il Glabro intorno all'Anno Mille si ebbe un pellegrinaggio verso Gerusalemme tale da costituire un vero e proprio grande esodo di ricchi poveri,preti e regnanti .La motivazione espressa che la gente colà si recava perché quella era la terra dove sarebbe apparso l'Anticristo di cui si era in attesa è espressa come giudizio non proprio,ma di"spiriti attenti e pensosi di quel tempo".Rodolfo aveva in tema di parlare del demonio che avrebbe generato il giudizio universale,ma ne parla con i toni cauti dovuti a un monaco cistercense pur superprotetto come lui.

2) RODOLFO IL GLABRO.TRA STORIA E LEGGENDA.

Voglio a tal punto soffermarmi sulla figura di Rodolfo il Glabro,questo monaco benedettino anarchico e virulento che ebbe il coraggio di trasgredire il probabile divieto di riportare cronachisticamente i terrori della catastrofe.Leggendo la sua biografia ci verrebbe da chiederci se questo tonacato dallo strano aspetto- detto Glabro perché affetto da atrichia o allopecia-fosse un demonio,essendo per di più come il nostro Pat e come l'anticristo delle profezie figlio illegittimo di un ecclesiastico,o non piuttosto un illuminato e coraggioso prerinascimentale!Nel primo senso deporrebbe la sua vocazione "obbligata",il suo disadattamento sociale nella vita monastica,l'incontro adolescenziale col diavolo in persona apparsogli in forma di gnomo scoliotico col cranio appuntito ...Ma è anche possibile seguire la seconda via,pur logica e interessante,soprattutto se sostenuta dal seguente ordine di considerazioni.L'anarchia religiosa del Glabro difficilmente avrebbe potuto avere uno spazio letterario o culturale,ove se non fosse stata sostenuta da una di quelle figure di Mecenate che meglio si svilupperanno nei secoli successivi.Qui la protezione va intesa in senso puramente culturale,oltre che politico-religioso, con riferimento alla figura di Guglielmo da Volpiano che fu suo grande amico per oltre un ventennio.Guglielmo favorì l'elezione a re d'Italia di Arduino,rappresentante della grande feudalità laica, che contrastava la politica dell'ultimo imperatore tedesco di concedere forti poteri economico-militari ai vescovi dell'Italia Settentrionele.Tale ultimo programma fu sostenuto da Leone di Vercelli che divenne il grande rivale di Guglielmo, il cui fine era di garantire l'indipendenza dei cenobi.E'evidente a tal punto che, sorretto da questo guerriero religioso, Rodolfo poté non censurato fare le cronistorie esatte sui terrori dell'Anno Mille.Anzi la redazione delle cronache avvenne per ordine dello stesso Guglielmo presso l'abbazia San Benigno di Digione,dove i due si erano trasferiti dopo il 1015.Quando il grande abate morì,Rodolfo passò sotto la protezione del suo discepolo Odilone,entrando ,verso la fine del 1031,nell'abbazia di Cluny, il potentissimo centro culturale, politico ed economico della cristianità.Odilone rinnovò l'ordine di scrivere le Storie,tanto che a lui è dedicata la Prefazione alle stesse.Per la cronaca Le Storie furono ultimate tra il 1040 e il 1046,sopraggiungendo in quel tempo la morte del Nostro.

Passando ora ad un'analisi non più sociale ma intima e psicologica di Rodolfo,si pone naturale la questione se la la sua rabbia di monaco per forza abbia potuto portarlo a inquinare la sua visione critica degli avvenimenti,arrivando addirittura ad esagerarli o a inventarli.In primis bisogna rilevare che le cronache vennero scritte anche in età matura,quando i bollori giovanili si erano da tempo estinti.Ma poi la presenza costante,da vero storico,di uno spirito critico incontaminato,è ricavabile aliunde,quando egli ad esempio si scaglia contro Stefano, un ciarlatano giunto a Susa a vendere ossa rubate da un anonimo in un cimitero e fatte passare per le ossa di San Giusto.Orbene quando questi pseudosacri resti cominciarono a produrre miracoli e tutti ,anche religiosi e potenti come il Marchese Olderico Manfredi , vi fecero ressa attorno,Rodolfo prese le distanze.Parlò di prodigi operati dalle forze del male e voluti da Dio per mettere alla prova gli uomini.Come si vede,pur assediato dal miracolo,egli non è certamente uno spirito credulone,ma al contrario mostra una mente attenta e pensosa.

L'ultimo parere sopra espresso non è stato quello degli storici positivisti francesi che,dopo lunghi secoli di silenzio- a parte sporadici casi di saccheggiamento,come quello di Sigeberto di Gemblaux già citato-riscoprirono nel 1700 il testo de quo.Lo riscopre precisamente nel 1733 il De La Curne Sainte-Palaye,un letterato dell'Accademia Reale di Francia,il quale lo bolla negativamente con effetto protraentesi nei secoli.Rodolfo sarà definito dai francesi"pettegolo,credulo,maldestro"(colloca il Vesuvio in Africa),"bavard impenitent"(Lucien Musset-1948),autore di "una mescolanza confusa di aneddoti presi da numerose fonti,di leggende miracolose,di sincronismi incerti o addirittura falsi"(Monod-Revue Historique-1885).Orbene manca in tutti questi giudizi,uno sforzo primario da parte di questi censori di purgazione critica dei pregiudizi personali,che erano poi quelli di un'intera epoca e di un'aria culturale.Per poter comprendere la storia e i metodi storici di una generazione passata sempre bisognerebbe fare una preliminare opera di espurgazione degli idola dalla propria coscienza,seguita da uno sforzo quasi mistico per entrare nella mentalità di un'epoca.E'vero che Rodolfo confonde l'Oceano col Mediterraneo,ma ciò è il difetto di strutture informative generali di cui il Nostro,col più zelante sforzo,difficilmente sarebbe riuscito a liberarsi.

Esiste una cultura di base che va appresa e poi lasciata là a sedimentare,senza rimetterla perennemente in discussione,generando altrimenti ossessioni analizzatrici del background culturale del tempo in cui si vive,contrario allo spirito sereno di attingimento di dati nell'ambito di un metodo già calibrato e accettato.D'altro canto Rodolfo ricevette un'educazione culturale lunga,ripetuta e di prim'ordine presso le abbazie che lo accolsero ancor adolescente e quindi si potrebbero imputare a questi anni primi di formazione i difetti originari della sua cultura.Bisogna ancora fare un'analisi della parte più fantastica dei suoi racconti, riferendola al tempo in cui visse e assumendola sub specieaeternitatis per quanto riguarda le modalità espressive storiografiche.Sotto qualunque epoca lo storico del proprio tempo oscilla tra il desiderio di una cronistoria esatta ed immediata degli eventi che si prospettano alla sua percezione,e un'indagine critica anticipatrice di quella funzione che più tipicamente viene assolta dallo storico retrospettivo.Orbene Rodolfo riporta in primis cronache dell'Anno Mille ed egli stesso è un uomo del suo tempo,quindi non gli si può richiedere di riportare solo eventi credibili-alla luce poi di un criterio illuministico discronico rispetto al suo vissuto-quando la gente e quindi la storia attorno a lui percepiscono avvenimenti incredibili.Descrivendo la balena vista in località Berneval solcare il mare egli riporta l'atteggiamento di un' epoca,ovvero il modo di pensare della gente del tempo,che si meravigliava per un nonnulla.Non si può pretendere che un cronistorico stia continuamente a verificare i dati della sua percezione, come per l'episodio della vendita di false reliquie sopra riferito.Alla fine di tale discorso si può ritenere che i detrattori criticando Glabro finiscono quasi per demonizzare la sua intera epoca,quasi che fosse stato proibito credere in quelle incredibili fantasticherie.Si finisce col trasporre un'etica dell'essere razionale-rifentesi ad altra epoca-ad un già vissuto, creando poi il sillogismo successivamente invadente"il terrore della fine del mondo è un fatto irrazionale;ergo la gente dell'Anno Mille non può aver pensato che il mondo finiva".Purtroppo ,proiettando il dogma hegeliano "ciò che è reale è razionale" ai massimi termini,se ne deve concludere che, siccome il reale è anche irrazionale,l'Assurdo e la Superstizione sono atteggiamenti storici concreti.Tali categorie sono riassumibili nella razionalità di un atteggiamento esistente e proprio perché tale facente parte comunque di un sistema operante.

Solo recentemente,nell'ambito della rivista "Annales",c' è stata una rivalutazione del medioevo fantastico attraverso il metodo storicistico che potremmo definire "simbiotico".Marc Bloch ne"I re taumaturghi. Studio sul carattere soprannaturale attribuito alla potenza reale particolarmente in Francia e in Inghilterra" propone appunto di mettersi nella prospettiva psicologica dell'uomo medioevale studiarne il modo di porsi di fronte alla magia.Sulla stessa via hanno proceduto altri illustri storici come Rousset,Duby e Davy,i quali hanno rivalutato il medioevo e particolarmente l'opera di Rodolfo il Glabro.

(Rifer.bibliografici:"Storie dell'Anno Mille" di Rodolfo il Glabro-Jaca Book-Europìa).

3) PROFEZIA E PROVVIDENZIALITA'DELLA STORIA.

Il postulato della veridicità della profezia implica una forma di progettualità ex ante inserita nella storia da Dio.Tale idea è prettamente medioevalistica,tanto che nelle Storie di Rodolfo il Glabro si rivela nettamente lo schema di una provvidenzialità divina,dove i toni foschi dell'intervento del Giudice Terribile nel mondo vengono mitigati dall'idea che Dio sottopone a prove gli uomini per renderli meritevoli del paradiso finale.L'idea di un fallimento della creazione ,tipicamente popolare,non poteva non attecchire in quei tempi cupi anche negli spiriti religiosi.Oggi la democratizzazione estrema delle idee e dei comportamenti ha portato a un moltiplicarsi all'infinito di mondi umani,esterni e interni,con una babilonia di ideologie,religioni,politiche,razze,fazioni.Il segno di questa primordiale disgregazione moderna si ebbe appunto nel medioevo col venir meno del potere centrale e con la frantumazione all'infinito dell'autorità provocata dal feudalesimo.Con procedimento sinusoidale avvolgentesi su se stesso accade che là dove non c'è autorità c'è violenza in progressione che opera contro il riformarsi dell'autorità.In tale situazione politica disgregativa le genti ancora più si stringono attorno alle forme contingenti di potere a loro disposizione,materiali o spirituali che esse siano.Una di queste era rappresentata appunto dall'esorcismo operato dalle classi colte sull'apparente ingiustizia del mondo.Ci si aggrappava così in tempi di stragi,roghi,carestie,violenze all'idea paradossale che nonostante tutto Dio c'era e che si serviva di quei mezzi astrusi per valutare la forza dei suoi fedeli.La telogia sotto forma di ragionamento sulla giustizia immanente della divinità nonostante tutto,si levava su dubbi secolari,avvalendosi del dogma agostiniano"credo quia absurdum".Più spontanea e meno razionale era invece l'impatto con la divinità terribile dei personaggi biblici.Il profeta Abacuc non riesce a capire perché in questo mondo l'empio trionfi sul giusto e nello stesso tono si esprime il libro di Giobbe.Ma poi il tema dell'assurdità e gratuità apparente della sofferenza lo troviamo urlato sulla croce nientemeno da Gesù Cristo, il quale grida:"Padre,Padre...Perché mi hai abbandonato".

4)IL RE DEGLI ULTIMI GIORNI.

La leggenda del Re degli Ultimi giorni si diffonde nell'Anno Mille come si può rilevare nel Libellus de Anticristo dell'Adson.Secondo tale leggenda il regno del "novello Davide,re giusto"doveva essere lunghissimo,con un ritorno all'età dell'oro,fino al sopraggiungere dell'Anticristo.Questi si sarebbe annunciato con segni premonitori(guerre,disordini, nascita di animali mostruosi e principi malvagi,apparizioni di comete, pesti e carestie,catastrofi naturali,come siccità estese,inondazioni,inverni rigidi).Egli avrebbe installato il suo regno a Gerusalemme,traendo in inganno le folle e perseguendo i Giusti che avrebbero rifiutato di farsi ingannare.Alla fine sarebbe venuto San Michele il vincitore.A quel punto subentrava il secondo avvento di Dio,preceduto da due regni di violenza,quello del Bene seguito da quello del Male(Guy Fourquin-Le sommosse popolari nel medioevo).

Non si tratta solo di leggenda.Infatti nel IO95 Urbano II in un discorso annuncia l'arrivo dell'Anticristo,invitando i cristiani a spingersi verso l'Oriente e conquistare la terra santa.Tra i prophetae ricorderemo Pietro l'Eremita,predicatore e capo militare descritto da Gilberto di Nogent.Il fenomeno della religione armata,tipico dell'islamismo e del suo capo Maometto,si rivelava così una costante metastorica.

5)I DUE MEDIOEVI.MEDIOEVO RELIGIOSO E MEDIOEVO ATOMICO.

Il medioevo fu epoca di parossismo sociale e religioso.L'anarchia politica portò i popoli a concepire un forte senso della divinità,sicché sembrò riprodursi quell'ancestrale contatto estatico tra lo sciamano e la sua tribù e il dio della Natura terribile.Le popolazioni nomadi della paleostoria,a contatto con elementi naturali di un mondo colmo di pericoli,sfaceli,terremoti,diluvi,entravano in un contatto con le forze animiche di carattere estatico.Tale migrazione reale verso il metafisico,risultò poi sconosciuta alle forme simboliche e filtrate di altre culture religiose,in cui l'altezza di speculazione teologica sembrò irrimediabilmente compromettere un contatto concreto con il Sommo.Nei tempi antichi l'estasi sciamanica era resa possibile dalla fusione dell'uomo-bestia con le energie magiche dell'universo.Animalità,sangue,droga e religio si fondevano dunque,sulla base di uno scenario di vita,privo dell'urbs,e colmo di nemici umani e naturali.

Nel Medioevo la situazione socio-ambientale suddetta si riprodusse,tanto più per l'intrusione nel sistema di strutture(ad esempio l'ordalia)tipiche del sistema barbarico.Così se lo spirito religioso dell'epoca raggiunse vette impensabili,è ugualmente dimostrato storicamente lo stato di estrema animalità in cui erano costrette a vivere quelle popolazioni.

La scoperta,per modo di dire,sorprendente è che nel mondo attuale troviamo un fenomeno similare di essere teratomatico Dio-Bestia.Ma qui gli estremi si toccano e al primitivismo estremo che si pone a fondamento del fenomeno,si sostituisce un razionalismo esasperato, sfociante nelle mirabilie tecnologiche e scientifiche.Se un extraterrestre venisse su questo mondo da un altro pianeta,al vedere la nostra scintillante civiltà elettronico-atomica,potrebbe pensare che esseri riuscenti a trasmettere la propria intelligenza negli elaboratori elettronici o capaci di controllare l'energia cosmica debbano necessariamente essere puri e semidivini.Al contrario dobbiamo ancora rilevare l'estrema bestialità attuale dela nostra razza,persa nell'utilizzazione della materia conquistata a fini distruttivi.Il nuovo mostro bicefalo partorito dagli ultimi lustri del secondo millennio è la Macchina-Bestia.E la Bestia è ancora l'uomo, che ha ammantato la sua corporea belinuità di corrusche lamine metalliche e il suo cervello da scimmia di sofisticati microprocessori pulsanti di vita elettronica.

6) L'ULTIMA VISIONE.

Quando penso al medioevo mi si para innanzi agli occhi l'immagine di un tempo-spazio fosco e nero.Tempo cupo come kronos e come condizione atmosferica.Un'atmosfera attraversata nell'incombente foschia esangue delle grandi valli da improvvisi bagliori di morte,di lame e di grida disumane.Un'aria che,nel più pieno e solare giorno d'agosto,si mostra pallida e ovattata,appena sfiorata dal brusio di guerre tanto silenziose quanto cruente.Uno spazio che è terra secca,appena umettata dal sangue degli stupri,dei colli decapitati nelle giustizie ordaliche,dei capretti uomini fatti a pezi per imbandire le tavole dei ricchi assediati...Quando poi sento,in questo deserto desolato e arido,levarsi lamentose le voci dei profeti di sciagura,predicenti in nome di Dio l'ecpirosi del Demonio, allora il cielo del mondo plumbeo squassato dall'atomo mi subentra.E vedo l'aria violentata dalle scariche delle radiazioni violacee,sento il fremito dei corpi toccati dallo schifoso teratoma incalzante,avverto i lamenti strazianti dei corpi moribondi infilzati dalle lance del terribile veleno uranico.Allora,in quel crescendo di orrori senza fine, i due medioevi terribile,la paura del mio passato e il terrore del vostro futuro,si fondono in un'unica,angosciosa,ineliminabile immagine di sacrificio cosmico.E'l'immagine della fine reale,del mostro che giunge via dall'abisso per materializzarsi.E' il finale della tragedia umana nel Medioevo Atomico.

 

Pubblicata dal Vaticano la lettera di suor Lucia
L'ultima parte del messaggio ai tre pastorelli


Il testo integrale
del terzo segreto di Fatima



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CITTA' DEL VATICANO - Ecco il testo integrale del terzo segreto di Fatima, così come riportato nelle lettera in cui suor Lucia rivela il messaggio della Madonna di Fatima del 13 luglio 1917.

"Scrivo in atto di obbedienza a voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Eccellenza Reverendissima il signor Vescovo di Leiria e della Vostra e Mia Santissima Madre. Dopo le due parti che ho già esposto, abbiamo visto a lato sinistro di nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembra dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza.

E vedemmo in una luce immensa che è Dio: 'Qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti' un Vescovo vestito di Bianco 'abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre'. Vari altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire su una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacilante, afflitto di dolore e di pena, pregare per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi d'arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatorio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio".

(26 giugno 2000)