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13 settembre 2004
 

Rai APA

Sede di Torino

Via Cernia 33

10121 Torino

 

 

 

 OGGETTO: LETTERA APERTA

 

   Spett.le Rai,

ho appena ricevuto una tua lettera (ti do del “tu” perché, secondo me, il “Lei” è per femmine ed il “Voi” per gruppi di persone).

L’ho ricevuta ugualmente, grazie all’efficienza delle Poste Italiane, nonostante tu l’abbia inviata in un’altra città (Dragoni anziché Baia e Latina), sebbene un po’ in ritardo.

La missiva è datata 25 agosto 2004, ed ha per oggetto “Abbonamento TV”

Così recita:

 

 

 

“Gentile Signora Boccia, (Signorina, prego!)

Le comunichiamo, per conto dell’Amministrazione Finanziaria-Sportello Abbonamenti TV, che il Suo nominativo, all’indirizzo su indicato, non risulta presente negli elenchi degli abbonati alla televisione.

Qualora, fosse già abbonato alla televisione, a nome proprio o di un Suo familiare convivente appartenente al medesimo nucleo anagrafico, oppure avesse individuato errori nell’intestazione o nell’indirizzo o inesattezze di altra natura, La preghiamo di non tener conto della presente lettera e di compilare l’allegato questionario preaffrancato.

In caso contrario, la nostra società, sempre per conto dell’Amministrazione Finanziaria-Sportello Abbonamenti TV desidera ricordarLe che la detenzione di uno o più apparecchi televisivi comporta per legge (art. 1 R.D.L. 246/1938 e art. 27 L. 233/1990) l’obbligo di corrispondere il canone di abbonamento alla televisione e che la violazione di tale obbligo è punita con una sanzione pecuniaria.

Nel caso in cui, pur avendo il televisore, non avesse ancora provveduto al pagamento del canone, potrà versare l’importo di Euro 52,84 dovuto per il periodo luglio-dicembre 2004, utilizzando il bollettino di conto corrente allegato (per informazioni sugli abbonamenti Tv consultare Televideo Rai dalla pagina 380 ed il sito internet www.abbonamenti.rai.it).

Il pagamento tempestivo Le consentirà di regolarizzare definitivamente la Sua posizione e di evitare così l’applicazione di qualsiasi onere ulteriore, compresi interessi e sanzioni.

Le ricordiamo che il canone televisivo ha natura giuridica tributaria di imposta, come affermato sia dalla Corte Costituzionale (sent. 26 giugno 2002, n. 284 e sent. 12 maggio 1988, n. 535), sia dalla Corte di Cassazione (sent. 3 agosto 1993, n. 8549): pertanto l’Amministrazione Finanziaria potrà procedere a verificare la Sua posizione rispetto all’obbligo di pagamento del canone, come previsto dalle vigenti disposizioni di legge.

Stipulando un nuovo abbonamento avrà inoltre l’opportunità di poter usufruire del contributo statale di 150,00 Euro previsto dalla legge finanziaria 2004 per l’acquisto di un decoder digitale terrestre interattivo.

Per ulteriori informazioni telefonare al N. verde 840.022.000 – lun, sab. 8.00 – 20.00 oppure consultare il sito internet www.decoder.comunicazioni.it

RingraziandoLa per la collaborazione Le inviamo i nostri migliori saluti”

 

 

   Grazie per i saluti!

Ricambio di cuore, ma… mi sento confusa, cara Rai.

Dopo aver letto attentamente la tua lettera, per almeno tre o quattro volte, ho scoperto di non rientrare in nessuna delle tipologie di potenziali abbonati italiani, ed è sopraggiunta una crisi d’identità: cos’è che manca nella mia vita? Perché nella tua lettera, inviata alla sottoscritta, ci si riferisce a tanta gente tranne che a me? Avrai sbagliato indirizzo?

Marcella Boccia sono io. La via in cui abito è corretta. Non c’è un’altra Marcella Boccia né a baia e Latina, né nei paesi vicini.

Perciò ti riferivi proprio a me!

Cos’è che, dunque, gli altri italiani hanno ed io non ho?

Vediamo un po’…

Ah, si, un televisore!

Mannaggia, come ho fatto a non pensarci prima!

Cara Rai, io non ho un televisore!

Però nella tua missiva non c’è l’opzione: “se non hai un televisore, ignora questa lettera e scusaci tanto per l’intrusione!”.

Non ho mai “detenuto” un apparecchio televisivo.

Tu usi il termine “detenere”, che a me fa pensare ad un’arma.

Non detengo armi in casa, lo trovo immorale, né tantomeno detengo un televisore, che può essere più pericoloso di un’arma, perché nessuna legge (tu parli tanto di leggi) ha mai obbligato le persone a fare un corso di sopravvivenza alla televisione italiana, con esame finale e relativa “licenza” (di uccidere, e te ne spiegherò il motivo).

Si, cara Rai, Ho SCELTO DI NON DETENERE UN APPARECCHIO TELEVISIVO.

E, allora, perché mai tu non rispetti la mia scelta?

Siamo o non siamo in un paese democratico?

Con la tua missiva, le tue leggi, articoli di qua, sentenze di là, hai ignorato palesemente una legge importantissima, quella in assoluto più democratica che vi sia, sul diritto alla privacy.

Chi ti dà il diritto di inviarmi lettere in cui mi si chiede di pagare un servizio che io ho scelto di NON avere, minacciandomi di sanzioni pecuniarie?

Non ti bastano i soldi che pretendi dagli italiani per un posto “in prima fila”?

In prima fila per vedere che?

Omicidi?

Descrizioni dettagliate di come un serial killer possa uccidere un mucchio di gente?

Di come ragazzini possano lanciare sassi dai cavalcavia, ispirati da un tuo servizio intelligente?

Guerre?

Sequestri?

Politici che ipnotizzano gli elettori durante le elezioni?

Ma che servizio dovrei pagare?

Ecco, lo sapevo, a pensarci mi è venuta la nausea…

Ora mi toccherà andare alla Guardia medica…

Dimmi un po’: dov’è finito tutto ciò che nel nostro Paese c’è di buono?

Perché non racconti qualcosa di felice, ogni tanto?

In Campania, ad esempio, regione in cui sono orgogliosa d’esser nata e vissuta, non c’è mica solo il problema dello smaltimento dei rifiuti… Anzi…

Volete darmi un contributo statale?

Non basta al governo italiano aver mandato in rovina l’economia della nostra meravigliosa nazione? Cosa dovrei farci con un contributo statale di 150.00 euro “previsto dalla legge finanziaria 2004 per l’acquisto di un decoder digitale terrestre interattivo”?.

Non ne avreste uno “extraterrestre”, magari proveniente da Marte? Lo gradirei.

Ecco, se a condurre il telegiornale fosse un omino grigio, con una simpatica antennina posta sulla sommità del capo, che spieghi come sia possibile eliminare dalla faccia dell’universo la violenza fisica e verbale, la censura, la superficialità della gente di spettacolo, dei politicanti, allora… potrei anche acquistare un televisore, chissà…

Cara Rai,

ti do un consiglio da amica, anzi da “figlia”, visto che ti fai chiamare “mamma Rai”: nelle tue prossime lettere, chiedi prima al destinatario se abbia o meno intenzione di usufruire del tuo servizio e, soprattutto, se “detiene” un apparecchio televisivo.

Non ho bisogno di pagare per avere un “posto in prima fila”.

Un posto in prima fila mi è stato regalato, senza l’obbligo di alcun canone, ed è quello che mi permette di guardare lo spettacolo della Vita, la Vita Reale, non quella finta della tua tv.

La Corte Costituzionale di casa mia, con decreto di oggi, ha stabilito che la tua lettera ha disturbato la mia privacy e che potresti andare incontro ad una sanzione pecuniaria perché, oltretutto, si tratta di pubblicità gratuita ai tuoi servizi ed al digitale terrestre, che non ho mai richiesto.

Riunirò nuovamente il gabinetto e ti comunicherò la sentenza.

 

   Per ulteriori informazioni, telefonare al numero (purtroppo non verde, ma assai ecologico) 0823-980099 (a tutte le ore!), oppure consultare il sito internet www.marcellaboccia.it.

RingraziandoTi per la (eventuale) collaborazione a non disturbarmi più in futuro, invio a te e tutti i tuoi parenti ed amici i miei migliori saluti ed auguri perché si cominci, finalmente, a combinare qualcosa di buono in quella scatola magica che ha perduto la sua magia da tempo.

 

 

 

Marcella Boccia

Via Erbagaudi – Contrada Grotte, 3

81010 Baia e Latina, Caserta

NON ABBONATA RAI

 

RAI

 

Roma, 21 settembre 2004

 

Con riferimento alla Sua lettera pubblicata dal quotidiano Liberazione, Le comunichiamo di aver preso atto della Sua dichiarazione in ordine alla circostanza che attualmente non detiene alcun apparecchio televisivo e di aver provveduto a cancellare il Suo nominativo dall’archivio dei potenziali possessori di apparecchi televisivi.

Con l’occasione, precisiamo che i nominativi dei soggetti raggiunti dalle nostre comunicazioni informative sono desunti, tra coloro che non risultano appartenere ad un nucleo familiare abbonato alla televisione, da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque.

Tale operazione rientra nell’attività preparatoria del procedimento tributario che, come confermato dalla giurisprudenza amministrativa (TAR Lazio 16 giugno 1997 e Consiglio di Stato 2 aprile 2000 e del 5 dicembre 2001), è legittimamente svolta dalla nostra Società relativamente al canone di abbonamento radiotelevisivo, in ottemperanza alla vigente Convenzione stipulata con l’Agenzia delle Entrate.

Rileviamo altresì che le comunicazioni da noi inviate hanno esclusivamente finalità informative, nel senso che indicano quali sono gli obblighi di legge che sorgono in capo al detentore di un apparecchio televisivo e non costituiscono alcuna presunzione di possesso di televisori. Relativamente al tono delle nostre lettere, dobbiamo invece rilevare che il testo è stato concordato con il Garante per la protezione dei dati personali anche al fine di evitare che il loro contenuto informativo potesse essere percepito come minatorio.

Ciò detto, Le ricordiamo che il canone di abbonamento alla televisione ha natura tributaria (Corte Cost. 26 giugno 2002, n. 284 e 12 maggio 1988, n. 535; Cass. 3 agosto 1993, n. 8549) ed è dovuto da chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle trasmissioni (art. 1 del RDL 246/1938 convertito nella legge 4 giugno 1938, n. 880); pertanto, ove cambiasse idea e decidesse di acquistare un televisore, Lei sarebbe tenuta a stipulare il relativo abbonamento tv per non incorrere nelle sanzioni previste dalla legge.

Peraltro, è cura dell’Amministrazione finanziaria – Sportello Abbonamenti Tv – e della RAI, che con essa collabora in forza della predetta convenzione, svolgere un’intensa, continua e capillare lotta all’evasione del canone con tutti gli strumenti consentiti dalla legge, anche per mezzo di visite domiciliari effettuiate dai nostri incaricati dotati di apposito tesserino di riconoscimento, ovvero avvalendosi della collaborazione della Guardia di Finanza.

Con i migliori saluti.

RAI- RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Direzione Produzione Abbonamenti

E Attività per le Pubbliche Amministrazioni

(Stanislao Argenti)

 

 

Caro Stanislao,

ti ringrazio per la pronta risposta, che quasi quasi mi rende fiduciosa nella celerità della burocrazia italiana.

Mi sembri una persona simpatica, pertanto sento il desiderio di replicare alla tua missiva.

Non sono certa che, se la mia “lettera aperta” non fosse stata pubblicata da Liberazione (e molti altri quotidiani e riviste), avrei ricevuto ugualmente risposta. Ti lascio il beneficio del dubbio.

Debbo, comunque, precisare un paio di cosette, sennò tu pensi di aver, in tal modo, risolto il problema, nascondendoti dietro parole puntate quali Cass., TAR, Cost., art. ed RDL (che sembra il nome di un’emittente radiofonica…). Mi auguro non mi chiederai un canone anche per quest’ultima.

Le leggi, nel Nostro Paese, caro amico mio, non le faccio io, e tutto ciò che è considerato “lecito” perché la Cass. ha così stabilito, non è detto che sia “giusto” per i cittadini che sono costretti a subirlo passivamente.

Ho avuto modo di osservare da vicino qualche personaggio che legifera nel nostro Paese, e, senza offesa, non gli affiderei neanche per un istante una sola delle mie papere!

Io posso sbagliare, tu puoi sbagliare, e la Cass… non ne parliamo proprio…

Ti giustifichi affermando che i nominativi (in questo caso, il mio) vengono presi “legalmente”.

E allora? Andate a ficcare il naso negli affari della gente, e lo fate “legalmente”.

E allora? Ciò non vuol dire che, così facendo, tu non abbia violato la mia privacy.

Che ne sa il Garante cosa mi disturbi, cosa mi dia sui nervi? Guarda caso, mi dà sui nervi che la RAI mi invii lettere a casa. Mi dà sui nervi, soprattutto perché la lettera della RAI arriva dopo solo pochi giorni dalla mia comunicazione, al mio Comune di appartenenza, ossia quello di Baia e Latina, del distacco dal nucleo familiare. Sono io stessa il mio capo famiglia, non c’è altra persona che “detenga” un televisore nel mio nucleo familiare; manda pure chi vuoi a “visitare” la mia abitazione, con tutti i tesserini che ti pare, perché non troverai alcuno strumento che permetta alla tua emittente di invadere la mia privacy. Ma sarà un piacere offrirgli the e biscottini.

Tutto ciò che troverebbe il tuo messo, con tanto di tesserino, sarebbe una piccola radio che riesce a sintonizzarsi esclusivamente su Radio Capri. Se ciò è un reato, non farò resistenza quando verranno ad arrestarmi! Ma giuro che non lo sapevo!

A proposito di questo, tuttavia, intendo precisare che la mia opinione, della quale mi assumo ogni responsabilità, riguarda anche le tv private (forse anche più): queste, però, non hanno mai chiesto agli utenti di pagare un canone.

Mi scrivi una lettera per conto della TV DI STATO.

Per questa ragione mi confondi: io, nella mia ingenuità di piccola trentenne che sogna un mondo perfetto, avevo sempre creduto che ciò che venisse considerato dello STATO fosse un bene di tutti, dunque NECESSARIAMENTE accessibile e GRATUITO. E lo sai perché? Perché lo Stato è costituito di persone abbienti e persone che lottano per tirare avanti. E se quest’ultime hanno voglia di guardare un po’ di tv per scaricare lo stress della giornata, non sarò io a giudicarle male e non sarai tu a negarglielo. Ma so anche che queste sono tra quelle che meno evadono quando si tratta di regalar soldi allo Stato. Guarda caso, gli evasori sono sempre i furbi che più hanno e più vogliono. E lo fanno "legalmente".

La tua emittente propina pubblicità a non finire, e tu come me lo spieghi?

Perché non fai pagare il canone ai venditori degli osceni video games, rendendolo gratuito ai cittadini di questo Stato a cui l’euro ha reso la vita un inferno (ed i video games pure)? Oppure, quei soldi falli sborsare a chi vende tutte le schifezze che ci si ritrova nei banchi dei supermercati e che la tua RAI pubblicizza, facendo il lavaggio del cervello agli indifesi consumatori!

Io proporrei, anzi, di farlo pagare ai venditori di carne in scatola, che oltre ad assassinare animali, te ne vendono la parte più schifosa ed avariata… O, meglio, ai distributori di carburante che riforniscono le macchine da guerra in Iraq. Che ne dici?

Affermi che le comunicazioni da voi inviate hanno solo uno scopo informativo: ne sei certo? Tu mi invii una lettera in cui mi inviti ad acquistare il digitale terrestre, proponendomi un finanziamento, ed hai il coraggio di venirmi a dire che non è pubblicità! E credi pure di farmi un favore?

Ai miei amici che non hanno di che sfamarsi, nessuno mai ha proposto un finanziamento per comperare un po’ di pane.

Se cambierò idea e deciderò di acquistare un televisore?

Caro Stani, la vita è in continua evoluzione, tutto muta ogni istante che passa, ed io, come il saggio Socrate, (perdona la presunzione), so solo di non sapere, ma, superando Socrate di un passetto, ho scoperto una verità, ossia che due cose al mondo non muteranno mai:

1. che i ricchi rubano ai poveri, facendogli credere che gli stanno facendo un gran bel favore

2. che nella mia casa non ci saranno televisori finchè campo.

 

I migliori saluti a te!

Marcella Boccia

Baia e Latina, Caserta, 25 settembre 2004