Eroi della Nuova Europa
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LA SERIE E' COSI' COMPOSTA:

1)DOMINEDDRACULA 

http://space.tin.it/clubnet/mttfra/domineddracula.htm

2)SCANDERBEG, UN EROE MODERNO

http://adramelektheater.studiocelentano.it/scannerebecco.htm

3)DIARIO SEGRETO DI ATATURK NEL CONTROCANTO DEL POETA OTTOMANO

4)LA VIA DOPPIA DI COPERNICO

5)L'ALCHIMISTA RODOLFO II

6)DON MINTOFF, L'ULTIMO DEI CAVALIERI DI MALTA

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  DRACULA E SCANDERBEG: GLI EROI MITICI DELLA NUOVA EUROPA.

 

                     di Gigi Trilemma

 

Ci sono grandi editori in  Italia che pubblicano piccole cose; ci sono piccoli editori che pubblicano grandi cose.

E' il caso di Costanzo D'Agostino, operante in Roma, il quale, con pochi mezzi ma tanta bravura,  sta attuando un'operazione editoriale davvero notevole come qualità e significato politico. Egli ha editato  Domineddracula. Vita, gesta, morte  e  resurrezione  di  Vlad  Tepes l'impalatore(Roma, dicembre 2002)  e sta per pubblicare Scanderbeg multimedial hero, due pregevoli opere del giudice scrittore Gennaro Francione.

Domineddracula, con prefazione del Direttore dell'Accademia di Romania a Roma, prof. Eugen Uricaru, è un romanzo storico-biografico, descrivente gli orrori draconiani di Vlad Tepes l'Impalatore, voivoda rumeno ertosi coraggiosamente col suo piccolo popolo contro i turchi di Mohammed il Conquistatore. L'operazione di scrittura vampirica è rovesciata rispetto al Dracula di Stoker: non più dalla realtà di Vlad al mito del Vampiro, ma dal sanguinario dell'inconscio collettivo leggendario alla storia reale.

Scanderbeg multimedial hero è, in parallelo,  un'opera multimediale su Giorgio Castriota Scanderbeg l'imbattibile piccolo grande principe che nel '400 salvò il suo paese dai continui tentativi d'invasione dei turchi. L'opera drammaturgica finale La scala di Scannerebecco,  descrive la rinascita dell'eroe grazie all'amore rievocativo e ritualizzato delle generazioni a venire, che non lo dimenticano e pregano per il suo riemergere dal mondo dell'aldilà.

Il dramma è preceduto da  una serie di saggi introduttivi: la storia di Scanderbeg e le meraviglie della sua strategia alla luce dell'arte della guerriglia del maestro cinese Sun Tzu; le tradizioni giuridiche e focloriche skipetare; l'anima islamica dell'Albania soprattutto attraverso la tradizione dei dervisci Bektashi; l'introduzione didascalica alla costruzione dell'opera teatrale.

Dracula e Scanderbeg. Due piccoli sovrani, due grandi eroi che nello stesso tempo (siamo nel '400) difesero la cristianità ovvero l'Europa dalla più potente armata del mondo all'epoca, quella turca, dopo essere stati educati nell'infanzia proprio dagli uomini del Divan.

Spiega Francione in un'intervista che questi due personaggi mitici, al di là  degli scontri sanguinari tra le varie culture, proprio nella loro capacità di fondere nella loro stessa persona  l'anima cristiana e quella mussulmana, rappresentano il seme del nuovo mondo di pace che andremo a costruire. 

Emblematica è la profezia lanciata da Bektashi Zyko, il maestro sufi, a Castriota morente. Egli predice che conquisteremo una pace giusta  in cui mussulmani, cristiani e fedeli d'ogni altro rito rinunceranno all'uso della violenza per dirimere qualunque controversia. L'indovino così preannuncia la futura imminente unione europea di cui incredibilmente faranno parte turchi, rumeni e albanesi.

Due eroi. Due popoli nel cui sangue è maturato tanto tempo fa, in sincronia, il seme di una pace duratura e di benessere per il nostro continente.

 

 

 

                       Il ritorno di Scanderbeg 

                          A Roma, non a Tirana

                ( Scanderbeg e Vlad pionieri della UE)

                                             di

                                 Ylli Polovina

   pubblicato sulla Gazeta Ballkan Tirana, 10.01.2003 Traduzione dall’albanese degli studenti del Corso di Laurea in Studi linguistici e filologici, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Non sono pochi i miei connazionali che sanno dell’esistenza di una statua di Giorgio Castriota, il nostro grande eroe nazionale, in una delle piazze più grandi di Roma. Ma solo una modesta parte sa che adiacente al Quirinale, accanto alla famosa Fontana di Trevi, si trovano un vicolo che porta il nome di Scanderbeg, un ristorante (per i turisti) e anche un edificio con una targa in bronzo , dove si legge che il nostro eroe ha pernottato lì durante la sua permanenza a Roma a metà del XV secolo. E nella parte superiore del portone un dipinto di antica fattura che raffigura il volto dell’eroe albanese.

Non molti di noi sanno che in Italia oltre ai numerosi libri, scritti dagli arbëreshë(gli albanesi d’Italia), agli stemmi, ai distintivi, agli stendardi, alle statue grandi e piccole, sono circa centocinquanta i club letterari, i circoli o le associazioni culturali, i premi artistici e perfino i ristoranti e gli alberghi nelle zone abitate da italo-albanesi che portano il nome di Scanderbeg.

Qualcuno di noi avrà perfino dimenticato che il valido e bel libro Skënderbeu (Scanderbeg) di Sabri Godo è stato tradotto e pubblicato nella lingua del popolo vicino, ormai da anni, ed è stato anche bene accolto.

Pochi invece sanno che il libro dal titolo La moto di Scanderbeg di Carmine Abbate, pubblicato solo due anni fa, ancora continua a ricevere premi nazionali.

Ancor meno persone sanno che il regime comunista, una dittatura da noi giustamente condannata, ha donato a tutte le comunità arbëreshe in Italia, che sono circa cinquanta, un grande busto da collocare nella piazza principale del paese.

Ma essi sicuramente ignorano che presto ci sarà un evento che riguarda Giorgio Castriota: a Roma, Gennaro Francione sta per dare alle stampe il libro Scanderbeg, eroe multimediale. A qualcuno questa notizia potrebbe sembrare normale e non suscitare l’ interesse  della novità perché  sul nostro eroe nazionale sono stati scritti tanti libri in molte lingue del mondo, non solo in italiano. Infatti il numero dei volumi col tempo ha superato la cifra mille.

Ma la novità sta nel fatto che il libro Scanderbeg, eroe multimediale contiene un messaggio che non deve essere attratto nella routine.

L’autore Gennaro Francione e l’editore Costanzo D’Agostino hanno ideato e scritto il libro, che sarà messo in vendita a marzo di quest’anno (specialmente per i tanti turisti che visitano Roma), con un ben preciso motivo. Essi pensano che Giorgio Castrista sia un  pioniere dell’Unione europea. 

Dopo queste affermazioni il lettore a pieno diritto può dire: “Ferma la penna, amico! Stai esagerando!”.

Sapendo perfettamente che i pionieri dell’Unione europea, i sognatori, i suoi ideatori e fondatori si trovano al centro del continente e non nella sua parte sud-orientale più profonda e ancor meno in Albania, il lettore perderà la fiducia in questo nostro scritto. Sicuramente si sentirà vittima dell’informazione, come avviene con quelle fandonie frequenti, che riferiscono di alcune mostre, libri o concerti di autori albanesi che meravigliano Londra, scuotono Parigi, sorprendono Berlino e stupiscono New York.

Ma noi, sempre per rispetto del lettore, saremo più precisi nello spiegare che in verità l’editore Costanzo D’Agostino (due anni fa il giornale Rilindja Demokratike ha dedicato all’intervista da lui rilasciata ben due pagine speciali) è conosciuto dalla cerchia dei suoi amici e dalla nostra Ambasciata a Roma come un entusiasta amico dell’Albania. Mettiamolo pure per un momento da parte anche come autore del libro L’Albania diventerà il miracolo del dopo 2000. 

Occupiamoci adesso dell’autore del libro Gennaro Francione. Questo è uno dei più noti giudici  italiani. Le sue sentenze a favore degli immigrati sono state seguite da articoli polemici apparsi sui principali giornali italiani, compreso il Corriere della Sera, quotidiano con una tiratura di un milione di copie. Francione è anche un noto scrittore, è autore di più di 100 libri e vincitore di molti premi. Egli è anche il Presidente dell’Unione Europea dei  Giudici Scrittori.

Eccoci riallacciati all’UE, e, dunque, ad un uomo rappresentante di questa grande comunità dei paesi sviluppati del continente, dove noi albanesi desideriamo un giorno entrare a fare parte con pieni diritti e doveri.

Certamente Gennaro Francione non è Doris Pack, le cui dichiarazioni sono attentamente seguite da tutti i politici albanesi e alle quali tutti i nostri mass media concedono senza risparmio i loro spazi d’informazione.

Noi abbiamo il diritto di attribuire la giusta importanza e rendere pubblica la dichiarazione, al momento confidenziale, dello scrittore dell’UE. Tale dichiarazione apparirà probabilmente, a primavera di quest’anno, nell’introduzione al libro.

Secondo Gennaro Francione il generale e il re albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, essendo stato un famoso e fedele difensore dell’Europa, ha il diritto morale di essere considerato anche uno dei suoi antichi pionieri.

Del resto, aggiungiamo noi, l’UE di oggi non è che l’Europa di ieri, è l’antico continente che sta completando di anno in anno la propria geografia con l’accettazione di Stati storicamente suoi, accomunati non solo dalle costanti condizioni di far parte dello stesso spazio, ma dagli alti  livelli della democrazia e dello sviluppo.

Scanderbeg combatté proprio per questo tipo di futuro del vecchio continente e non per un’alternativa che non avrebbe mai dato vita nei secoli a venire a qualche UE. Questa è la ragione per cui egli impegnò per un quarto di secolo tutte le energie del proprio popolo in un sacrificio sublime e plasmò in questo scenario le vite di migliaia di nostri avi.

Per non stare a dipingere il promotore della coraggiosa e provocatoria idea, secondo cui Scanderbeg può essere considerato uno dei pionieri antichi del nostro forte e prospero continente, aggiungiamo che, diversamente dal suo amico, l’editore D’Agostino, Gennaro Francione non soffre di particolari entusiasmi per l’Albania. L’opera Scanderbeg, eroe multimediale sarà pubblicato dopo l’altro suo libro, che ha visto la luce a dicembre dello scorso anno, dal titolo Domineddracula. Nelle più di seicento  pagine del volume è raccontata la vita e la lotta del principe rumeno Vlad Tepes, chiamato dal proprio popolo L’indomabile. Il condottiero rumeno, come anche Scanderbeg, combatté per la difesa dell’identità occidentale dell’Europa dal dominio orientale ottomano.

Francione pensa che anche i rumeni abbiano il diritto di considerare il principe Vlad Tepes come uno dei pionieri dell’UE.

Certamente l’UE rappresenta un progetto e una realtà recenti, nessuno né in Romania né in Albania ha l’intenzione di sostituire Chuman, il Ministro degli Affari Esteri francese, riconosciuto su scala mondiale come l’ideatore del progetto dell’Unione europea, né con l’eroe Giorgio né con il principe Vlad.

Rendendo pubblica quest’amichevole idea del Presidente dell’Unione Europea dei Giudici Scrittori  su Il ritorno di Scanderbeg, dunque sulla risonanza della sua opera (pensiero formulato a Roma alla fine dello scorso dicembre), si vuole solo trasmettere a Tirana una sollecitazione per la  importante missione di integrazione nell’UE.

Formuliamo alfine una proposta: anche noi possiamo ritornare a Scanderbeg.