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‘Domineddracula’, il libro

Scritto da Paola il 04/03/2011

“DOMINEDDRACULA”. Libro di Gennaro Francione.

Romanzo storico-biografico, narra la vita, le gesta, la morte e la resurrezione di Vlad Dracula III (chiamato poi “Tepes”, cioè “Impalatore”, per via della tortura da lui più utilizzata). Vlad III è stato un voivoda rumeno realmente esistito nel 1400 a cui Bram Stoker si è ispirato per il suo famoso romanzo “Dracula”.
Il titolo “Domineddracula” richiama “Domineddio”, ponendo Dracula come l’Anticristo. Un paradosso, dato che lui difese la cristianità contro i turchi e mai abbandonò la fede cristiana, nonostante le variegate vessazioni dei turchi durante il periodo di prigionia alla corte del sultano. Il titolo mostra l’onnipotenza di questo personaggio storico che, quasi a mo’ di sinistro salvatore, viene chiamato a risolvere i mali del mondo, con metodi giusti secondo la sua visione e macabri e atroci per noi.
Quasi tutti i fatti narrati nel romanzo di Francione sono successi veramente, e solo di tanto in tanto si associa il Vlad realmente esistito con la figura del Vlad vampiro. Il vampiro stesso non viene mai apertamente mostrato: vi sono solo associazioni con la sete di sangue del Dracula vampiro, essere soprannaturale e di pura fantasia, e il Dracula uomo, despota sanguinario realmente esistito, attratto dal sangue per mera ferocia d’animo. Francione unifica questi due Dracula narrando la storia del Vlad voivoda per concluderla con la sua trasformazione in Vlad vampiro grazie al connubio col sangue del pipistrello.
Il romanzo mostra i due volti del principe rumeno: tiranno feroce sanguinario e, allo stesso tempo, coraggioso difensore della Cristianità. Vlad non sopportava gli ipocriti, i ruffiani; premiava gli onesti, i sinceri, gli umili; era capace di slanci di inaudita ferocia ma anche di genuina generosità. Vengono perciò descritti sia gli aspetti più umani di Dracula (molto legato alla famiglia, disposto a tutto per il suo regno, un uomo che mai si è arreso nonostante tutte le brutte esperienze vissute) sia quelli più sanguinari (despota severo ma giusto – secondo la sua personale ottica – , che non tollerava alcuna forma di crimine, mancanza o maleducazione e che puniva con ferocia). Da una parte vengono narrati i fatti storici europei del 15° secolo e le cronache di atroci guerre, dall’altra vi è un’attenta visione dei momenti vissuti anno dopo anno di Vlad, con dovizia di particolari. Dracula visse una dura infanzia, all’insegna della violenza e dell’ottima educazione ricevuta da parte di illustri pensatori. Passò dai dubbi dell’adolescenza alla sicurezza della sua giurisdizione durante il suo breve e discontinuo regno in Valacchia. Visse il lusso alla corte di Mattia Corvino e le tremende esperienze della prigionia nel palazzo del sultano turco, la gioia dell’amore e la violenza della guerra.
L’autore condanna e in parte sembra giustificare le gesta di Vlad, sia in guerra sia come voivoda con i sudditi del suo regno. Spiega le motivazioni di Vlad, legate alla situazione storica del periodo; sembra dirci che “non ci si poteva comportare diversamente date le circostanze”. L’opera mostra la dura vita di quel secolo in cui i piccoli stati sopravvivevano solo alleandosi con i più grandi e a qualunque condizione, anche la più crudele, narrando cose ritenute impensabili e disumane ai nostri occhi di lettori del 21° secolo. Il 1400 è stato un secolo di scelte difficili e disumane, esperienze oscene che solo un animo forte può superare pur diventando feroce e con una visione distorta della giustizia, un secolo in cui si vendevano i parenti al nemico per essere poi educati secondo le sue usanze pur di salvare loro la vita, un secolo dove non esistevano mezze misure, parole di consolazione e dove solo chi era forte nel corpo e nello spirito poteva sopravvivere.
Vlad è un chiaro esempio che le esperienze di vita forgiano e ci rendono ciò che siamo, nel Bene e nel Male. E sempre nel Bene e nel Male il nostro animo e la nostra psiche reagiscono in modi diversi a ciò che succede loro per permetterci di sopravvivere.
Francione ha scritto un’opera ottima, che mostra la sua grande conoscenza della storia rumena ed europea e forse per questo il romanzo può apparire pesante in certi punti, ma mai noioso e sempre interessante. Le vicende sono narrate con uno stile ricercato, solenne, a volte pomposo, con parole forti e talvolta con frasi complesse, ma, nonostante questo, non ci si può astenere dall’andare avanti. Da leggere assolutamente.

http://www.ancestrale.it/letteratura/2158/domineddracula-il-libro/