CICLO DOM ROBERTO
52) IL BARBIERE DIABOLICO
A metà del XVII secolo artisti stranieri
itineranti cominciano ad arrivare in Portogallo in gran numero
principalmente francesi e italiani, trovando un pubblico fisso e
generoso nelle grandi città. Da questa strada arriva anche Pulcinella,
un immigrato illustre, che conquista i cuori della gente con le sue
malefatte. La simbiosi tra spettacoli teatrali provenienti dall'esterno
e quelli già esistenti ha portato all'ascesa di un nuovo personaggio, un
vero eroe popolare: Dom
Roberto.
In Portogallo, lo spirito pulcinellesco
si incarna in questo curioso personaggio dall’aspetto multiplo a
seconda dei burattinai che sembra sia comparso nel XIX secolo.
In questo corto riportiamo la pièce
più famosa del repertorio in questione. Dom Roberto si sposa e decide di
andare dal barbiere per farsi la barba e radersi i capelli. Un'opera
teatrale dominata dalla crudeltà sanguinaria del sadico barbiere
Francisco che lo tortura e massacra.
Trovando il taglio malfatto troppo
costoso, anche per il servizio terribile ricevuto e le lesioni subite
(tagli, bernoccoli, lividi), Dom Roberto contratta sul prezzo, il che
scatena una lotta sfrenata che culmina con la morte del barbiere.
Appare il poliziotto per indagare, poi
il diavolo per trascinarlo all’inferno ma Dom Roberto riesce a
resistere a tutti e finisce per ucciderli a uno a uno con un bastone
e con la padella, alla fine uccidendo finanche la Morte stessa venuta
a prenderlo.
ATTORI 6
MASCHI 4
FEMMINE 2
53)
DOM ROBERTO IL DIAVOLO. LA CRUSCA E LA FARINA
A metà del XVII secolo, artisti
stranieri itineranti cominciano ad arrivare in Portogallo in gran numero
principalmente francesi e italiani, trovando un pubblico fisso e
generoso nelle grandi città. Da questa strada arriva anche Pulcinella,
un immigrato illustre, che conquista i cuori della gente con le sue
malefatte. La simbiosi tra spettacoli teatrali provenienti dall'esterno
e quelli già esistenti ha portato all'ascesa di un nuovo personaggio, un
vero eroe popolare: Dom
Roberto.
In Portogallo, lo spirito pulcinellesco
si incarna in questo curioso personaggio dall’aspetto multiplo a
seconda dei burattinai che sembra sia comparso nel XIX secolo.
Quanto all’origine Dom Roberto viene
associato solitamente al nome di un impresario teatrale chiamato Roberto
Xavier Matos. Ma si dice anche che potrebbe derivare da una famosa
commedia popolare intitolata Roberto del Diavolo. Si trattava di una
tipica comédia de cordel (letteralmente "teatro di corde"), così detta
in riferimento a libri di racconti, pièces etc., attaccati a fili per
evitare che venisse rubato ai venditori ciechi La vendita avveniva nelle
fiere e nelle feste popolari, sulle spiagge e nelle strade.
Qui la nostra versione comica di Roberto
del diavolo, principe generato per opera del diavolo, poi criminale
nelle terre di Normandia, infine redento a Roma grazie all’intervento
del papa, di un eremita dei Castelli Romani e di un misterioso angelo.
Per incidens in una forma di esercizi di
stile oltre al nostro Dom Roberto,in chiave comica, ho sviluppata la
stessa vicenda in versione drammatica con Roberto il diavolo normanno.
ATTORI 28 (molti sovrapponibili)
MASCHI 25
FEMMINE 3
@
CICLO “LA PORTA GIREVOLE”
54)
IL PENDOLO DI TAYLOR FRITZ.
Storia di un babau
pendolare nei sogni di un uomo qualunque.
55)
CHI E’ CHE BUSSA A ‘STO CONVENTO?
Un priore confessa solo ragazze
piacenti,
56)
IL GIUBBONARO
Storia di una prostituta
pro toro.
57)
QUANDO GIUDA TI BUSSA ALLA PORTA
Santi
investigano sulle droghe.
58)
‘O MUNACIELLO ARRAPATO
Una
ragazza è malata e un monaciello la guarisce con un potente rimedio
personale.
59)
IL SACRO PUTTANAIO
Una prostituta per sbaglio bussa a una sacrestia invece
che dal salumiere.
60)
IL VECCHIO DA OLTRE IL MARE
Arriva
un vecchio del mare lontano. Malandato è spinto a una certa opera suo
malgrado.
@
61)
IL PROFESSOR STRANGULATIS E LE 7 SCIMMIE: LA PROBABILITÀ INVERSA
DEL DANTE SCIMMIESCO
Una lezione all’università con tanto di
prof umano, contornato da sette scimmie regionali in camice, tende a
dimostrare che una sola scimmia instancabile o infinite scimmie che
battono a macchine in eterno prima o poi comporranno la Divina commedia
uguale a quella scritta da Dante Alighieri. Il prof ne è certo ma la
Vecchia Scimmia fiorentina sarà d’accordo?
La soluzione è nel “Paradosso della Probabilità Inversa”.
@
KASPÁREK
KASPÁREK
Kaspárek è una diramazione boema dello
spirito di Pulcinella che invase l’Europa. “Pulcinella è una maschera
universale non solo napoletana. Non rappresenta la caricatura di un
uomo, ma dell’uomo" (Eduardo De Filippo).
Nel secondo quarto del XIX secolo, il
personaggio di Kaspárek sostituì la figura comica originale di
Pimperle nelle opere
di pupazzi popolari cechi.
Delle diverse teorie sulle origini del
suo nome, gli storici tendono a concordare sulla versione che deriva il
nome Kaspárek dall'austriaco Kasperl, un tipo comico del teatro
suburbano viennese.
Il personaggio ceco apparve per la prima
volta alla fine del XVIII secolo sulle tavole del teatro degli attori al
Vlastenské divadlo (Teatro patriottico) di Praga.
Abbiamo raccolto una serie di materiali
del teatro delle marionette di Praga e li abbiamo rielaborati per il
teatro dal vivo nel quadro di un grande affresco con una miriade di
corti costruiti sul modello de Lo cunto de li cunti. Quest’opera del
1600 di Giambattista Basile, nota anche come “Pentamerone”, rappresentò
la prima raccolta in Europa di racconti rielaborati in chiave letteraria
di fiabe popolari. Alle 50 fiabe di Basile con personaggi diversi
abbiamo sostituito 44 corti teatrali alternati tra il realismo, il
surreale e il fiabesco facendo capo a un solo personaggio: Kaspárek il
rutilante Pulcinella boemo.
1)
KASPÁREK CERCA CASA (E
FINISCE ALL’INFERNO... E POI IN PARADISO)! Kaspárek è preso dalla nella
crisi odierna degli alloggi in affitto. Non si trovano se non a prezzi
esorbitanti. Per non parlare del prezzo delle bollette del gas per
avere caldo nei glaciali inverni. E allora non rimane forse che
andarsene nel caldissimo inferno.
Forse…
2)
L'AVIDITÀ CURATA. Kaspárek e la moglie Kalupinka hanno bisogno
di soldi per comprare un cottage e si rivolgono a un vicino tirchio per
il prestito. E’ Houzvicka che si rivolge a sua volta per un
consiglio a Filuta, usuraio di professione. L’intervento di due
malandrini di buon cuore del condominio risolverà la situazione punendo
i due feroci manigoldi possidenti per la loro avidità.
3)
LA BALLERINA TRISTE. In un
bosco Kaspárek si imbatte nella bella Astra, una ballerina triste di cui
si innamora. Invano cerca di danzare con lei per riscaldarla decidendo
di recarsi dal Mago del Giardino dei Sogni per innescare le frecce dei
cuori. Intanto interviene l’amico paninaro Honza anch’egli abbagliato da
fiore dell’oblio di questa dolce ragazza.
Chi riuscirà a
conquistarla?
4)
IL GIULLARE CHE VOLLE FARSI RE Kaspárek: è il giullare di corte
di re Přemysl Otakar II. Invano cerca di convincerlo dell’inutilità
della guerra che combatterà e perderà risultando prigioniero. Salito al
trono grazie alla stima della regina Kunhuta emetterà leggi assurde ma
poi assolverà il suo compito finale: Liberare il sovrano con l’uso della
giocoleria aiutato dall’intraprendente principino Václav.
5)
IL CABARET DI KASPÁREK. Kaspàrek guida un cabaret con stranissimi
personaggi (Il Politico, Madame Fortuna, il Poeta Triste, La
Contessa, apparentemente disgiunti e invece collegati da un destino in
crociato
6)
IL RE E LA CODA ROSSA DI
CONIGLIO. Il Re Anòe è ossessionato da un incubo diabolico: se non
cattura un coniglio con la coda rossa gli succederanno cose brutte.
Tutta la corte è coinvolta e finanche il cacciatore Matěj Zajíc col suo
cane Vorišek sembra impotente. Una volta che è fallito anche il mago di
corte Cárymáry mentre Kaspárek se la ride sarà quello stupidone
apparente di Honza a risolvere la faccenda?
Forse. Qui… coniglio ci
cova!
7)
LA BILANCIA DEL DIAVOLO.
Il reame è sull’orlo del tracollo per gli eccessivi debiti. Il più
grosso è quello contratto dal Re Anòe col Diavolo. Quando il malefico
viene a reclamarlo Kaspárek escogita una gara di travestimento. Se
riusciranno a scoprire sotto quali mentite spoglie da commercialista tra
una serie di curiosi personaggi si nasconderà il Diavolo il debito sarà
sciolto. Chi
vincerà?
8)
KASPÁREK E IL CAPPELLO MAGICO. La principessa Dorina si è perso
il suo cappello magico che dà saggezza. Kaspárek si rivolge al cavaliere
Baldovino ma s’imbatte in uno stralunato don Chisciotte che pensa solo
alle sue imprese surreali. Alla fine Mefistofele, vestito da ambulante,
cercherà di imbrogliare i due con un presunto cappello magico tratto dal
suo carretto. Riuscirà l’astuto Kaspárek a fregarlo e soprattutto a
trovare il cappello?
9)
DOVE VA ZAN ZAN. Don Zan e
Don Filippo sono due fratelli invaghiti della stessa donna, la bella
Donna Anna. La manovra di Don Filippo per averla in sposa sembra andare
a buon fine ma c’è di messo il servo plautino Kaspárek che scombina
tutti i piani. Come
finirà attraverso iperboliche azioni, la disputa d’amore?
10)
DOTTOR
KASPÁREK, SPECIALISTA IN GUAI. Dicono che Kaspárek è sfaticato ma
quando nasce Janek dagli occhi azzurri si dà da fare per sfamare il
piccolo e la moglie Kalupinka. Crea addirittura uno studio medico con
tanto di assistente: lo scalcagnato portatore indefesso di secchi
France. Ne vedremo delle belle coi due alle prese con strumenti e
tecniche mediche inverosimile utilizzate per curare i pazienti.
11)
IL DRAGO DVOŘÁK ALLA SCUOLA DI KASPÁREK. Un drago ha invaso la
scuola di Kaspárek. Il ragazzo intrepido si porta là per cacciarl,
armato di secchio e mocio usato come spada. Non ci sarà bisogno di
combatteere perché aiuterà il mostro analfabeta a scrivere una lettera
alla nona draghessa. Troverà poi un feeling nel comune amore per il
compositore Antonìn Dvořák. Per gratitudine il drago terrà
un’implausibile e grottesca lezione magistrale sulla dragoneria.
12)
LA PROFEZIA DEL GUFO
SBRONZO. Kasparek si avventura in un villaggio alla ricerca di un
lavoro. A fronte di cafoni come lui piuttosto burberi si inventa, pur di
sbarcare il lunario, di dialogare con un gufo profetico che annuncia la
fine del mondo. La festa finale prima che tutto esploda sarà interrotta
dal diavolone Cert, allarmato per un esito prematuro non progettato dai
signori dell’inferno.
Scopertosi l’imbroglio del
gufo falso profeta come finirà?
13)
KASPÁREK FUTURISTA. Un viaggio nel tempo in un implausibile
futuro. Questo mondo è un paradosso ambulante, dove Kaspárek non è solo
il buffone, ma il creatore di assurdità diacroniche e il solo che
sembra divertirsi nel caos.
14)
I MAESTRI DELLE OMBRE SOGNANTI. Kaspárek si imbatte in un
mercante che promette di realizzare i sogni di una serie di allocchi. È
una truffa. Il losco venditore verrà smascherato e messo in prigione ma
il Nostro impietosito gli porterà da mangiare. In cambio ne riceverà
insegnamenti per diventare a sua volta maestro di ombre per guadagnare
un po’ di kreuzer e sfamarsi.
15)
DEBITI DI FORTUNA. Kaspárek è un locandiere pieno di debiti. È
costretto a scapparsene in una casupola in una foresta ma là riceve la
visita della dea Fortuna e del suo scagnozzello, il satiro Sotek. Lo
vogliono arricchire ma sviene di fronte al gruzzolo di monete d’oro e
gliele portano via, temendo le due entità un coccolone. In carcere per
debiti riceve prima la visita del Diavolo mefistofelico che caccia via e
poi ancora di Sotek che gli offre una seconda possibilità. Accetta ma i
servi gli portano via tutto ridendolo in condizione asinina, Ha perso
tutto ma forse ha ritrovato se stesso.
16)
PAN D’ORO. Il Principe Kresomysl è ossessionato dall’oro,
convinto che sia la soluzione a tutto. I suoi minatori lavorano a pieno
ritmo ma i lavori dei campi lasciano a desiderare. Il popolo ha fame e
sull’orlo della rivolta il buffone di corte Kaspárek riesce a redimere
il suo padrone che avvierà un’equa distribuzione di lingotti da usare
per murature e dei numerosi pani finalmente sfornati per sfamare la
gente.
17)
MARIUOLI IN QUINTA DIMENSIONE. Bernardino, capo dei ladri vuole
sposare la bella Narcisa, figlia del conte Celestin. Questi incarica
Kasparek di catturarlo con una trappola. Ci riesce ma a liberare il
brigante e la sua ciurmaglia sarà un salto implausibile in Quinta
Dimensione.
18)
L’IPERSOLDATO. Kaspárek ha il compito eroico di salvare il re
attaccato dai briganti. Ma che ruolo avrà il soldato František che si
scaglia contro la guerra denunziandone i mali e l’ammazzamento inutile
dei poveracci? Possibile che un disertore antimilitarista venga
nominato governatore del regno?
19)
ORCOPROF. Il professor dottor Masorád come ogni insegnante
tradizionale che si rispetti cerca di mangiare non solo l’anima ma anche
il corpo degli allievi. Aiutato dalla cuoca governante Katus cattura
prima i due ragazzi Jeník e Marenka, poi il sarto Kaspárek venuto a
fargli un vestito o almeno a cercare e un po’ di elemosina. Riusciranno
i tre a scapare dalla gabbia prima di essere divorati come tacchini
umani?
20)
LE PATATE DEL DIAVOLO. C’è
la carestia e Kaspárek sta per essere licenziato dal contadino Drtina.
Sua moglie Baruska è una gran taccagna e nega poche patate anche a una
cafona madre di molti figli. Viene colta da un ictus ma sembra
risuscitare al che le maledizioni della povera donna maltrattata la
fanno rimorire. Stavolta nella veglia funebre per il ritardo
dell’inumazione toccherà a Kaspárek entrare in gara con un diavolo
codato per evitare che trascini la donna definitivamente all’inferno.
Riuscirà tutto
questo a far rinsavire la Barska?
21)
LA MADRE DEL CITRULLO HONZA. Il Drago Chñapal infesta il
villaggio rubando mucche e capre ma anche umani. Ha sequestrato la
grande cuoca Brázdová, madre di quel pigrone di Honza. Tutto il
villaggio si mette in moto per liberarla ma li anticipa lo stesso figlio
che aiutato da Kaspárek col suo cavallo Skokan si accinge all’impresa.
Irrealizzabile senza l’ausilio della strega Radoan il cui ausilio ha un
caro prezzo.
22)
LA GRANDE MANO DI
KASPÁREK. In un paesaggio innevato il nostro giullare osa mangiare e
bere di soppiatto al tavolo del Mago Console. Ma è costui veramente un
mago? E come ha perso la mano che poi riappare ingigantita per aggredire
il ladruncolo di prosciuttino di cincillà?
C’è della mostruosità in
tutta la vicenda…
23)
LA ZUCCA DI MIZKA. Sikandá, barista e sensale ciarlatano, ha
venduto a Mizka una zucca a suo dire capace di produrre oro. L’ingenuo
mugnaio promette di dare in sposa la bella figlia Liduska a chi riuscirà
a farla funzionare. Si presentano Honza il tontolone e il più astuto
Kaspárek che con uno stratagemma vincerà la contesa.
24)
KASPÁREK MEDICO DI CORTE. Il nostro giullare è chiamato a
sollevare il Re Anòe dalla sua tristezza che lo fa deperire giorno dopo
giorno. Entra in contrasto col Dottor Chripka, medico di corte
incompetente, gobbo e rachitico, ossessionato dalle pillole. Riuscirà il
nostro buffone a guarire il povero re e nel contempo a liberarlo dai
ministri corrotti facendolo amare dal popolo?
25)
LE NOCI QUIZZOSE. Il
professor Enigmiston, un genio occhialuto dei giochi di parole, ha
organizzato una gara a quiz sulla pubblica piazza. Si vince un grosso
sacco pieno di noci. Personaggi strani partecipano a partire dal nostro
Kaspárek. Con lui il suo compare nasolungo Titop, il Postino
frettoloso, il macellaio maculato di sangue, il lugubre becchino,
il calzolaio con colla e martello. Infine implausibilmente una
prostituta dagli abiti sgargianti in gara con un prete austero e
sacrale. Chi
vincerà?
26)
IL MAIALE AURIFERO. A Kaspárek hanno rubato un fantastico maiale
che produce ducati d‘oro. Disperato si rivolge a un prefetto parolaio, a
un contadino sospetto, a un alchimista e a un negromante evocatore di
fantasmi umani e porcini. Riuscirà il Nostro a trovare il ladro e a
riprendersi il maiale d’oro?
27)
IL NUOVO GOLEM. Mago Merlino con l’assistente Kaspárek
ricostruisce il Golem, il mostro di argilla già azionato secoli prima
dal rabbino Jehuda Lòw ben Bezabi per proteggere gli ebrei di Praga dai
Progroim. La creatura rivela subito azioni maldestre e il Mago decide
di lanciarla contro alcuni personaggi del villaggio portatori dei sette
vizi capitali.
28)
IL CORNAMUSARO DEL CIELO. Svanda, il più grande cornamusaro del
Chodsko, e il suo allievo pifferaio Kaspárek si trovano a morire
insieme. In un Paradiso poco incline ad avere rumorosi concerti la noia
secolare è rotta dall’arrivo di Peppe e Ciro. Sono due mandolinari
napoletani morti tragicamente mentre facevano una serenata. Riusciranno
i nuovi arrivati a riportare i due artisti boemi sulla terra, nella
bella Napoli, per far incontrare Kaspárek col suo grande avo,
Pulcinella?
29)
KASPÁREK E L’ECONOMIA CARTALISTA. Il Sindaco ha bisogno di
riempire le casse esauste del villaggio con nuove tasse. Chiama il
cosiddetto economista Kaspárek che prima peggiora il sistema delle tasse
rinominando il sovradosaggio per abbindolare la gente. Poi passa a una
rivoluzionaria teoria cartalista per cui si può liberamente stampare
moneta per quanto si necessita per i bisogni primari della gente.
30)
IL PRINCIPE CELESTE MANÙ.
Per riassestare il regno in decadenza Re Anòe indice una gara tra le
figlie, la Principessa Viziosa e la Principessa Astuta, per vedere quale
sia degna di sposare il ricco Principe Celaste Manù. Organizzatori
della gara Kaspárek e Titoop , con i molteplici compiti di giullari,
curatori del mali del sovrano, ora anche di giudici immersi in una
grottesca danza togata.
Chi sarà il prescelto del
sonnacchioso Principe Celeste Manù?
31)
LA PRINCIPESSA MALVAGIA ROSALINDA. La cattiveria della
principessa Rosalinda non conosce limiti. Cíli, serva oggetto primario
delle sue angherie, fa intervenire lo zio. È il Mago Papok che prima fa
crescere il naso a lei e al servo complice beffeggiatore Kaspárek; poi
li spedisce nell’inferno dei nasi lunghi. Là incontreranno per
l’eventuale redenzione Pinocchio, Pulcinella e Dante Alighieri.
32)
COME SI SPOSÒ KASPÁREK. Kaspárek, in veste eroica, libera la
principessa Včelka, rapita dal Mago Bombardik perdutamente invaghitosi
di lei. Il nostro eroe rifiuta di prenderla come moglie per questo e per
aver vinto poi una serie di gare. Egli ama Kačenka, una ragazza bella e
vivace che canta nelle osterie per raggranellare qualche spicciolo. La
sposerà e insieme faranno la posteggia cantando il boemo come il suo
glorioso avo Pulcinella.
33)
KASPÁREK PUZZLE. Il Re Mattias coinvolge Kaspárek nella
soluzione di avventurosi enigmi. Se riesce avrà un premio misterioso
alias dovrà sposare la Baronessa Grimilde, quella che ride come un
cavallo e ha l’alito di una fogna. La storia sfingica si intreccia con
quella della bella principessa Anita, grassona che vorrebbe maritarsi
con un uomo in stazza sua pari e non quell’alice dello sposo promesso,
il Principe Balocco.
34)
LA STREGA DELLA NOTTE DI SANTA GIOVANNA. Kaspárek è chiamato a
liberare la Principessa Včelka, fatta prigioniera dalla strega Klapzuba
e destinata a un oscuro baratto con lo Spirito Antico Babaluk. Lo
stregone redivivo vuole sposarsi nel paese dei Babau ed è pronto a
ridare la giovinezza alla vecchiaccia bicentenaria se lei gli darà la
principessa in sposa. Intermediario il becchino Mariosko sempre alle
prese, tra una tomba e l’altra, con un panino e un fiasco di vino.
35)
LA RADICE MERCURIALE. Betuna per curare la madre assai malata
parte con Kaspárek alla volta della foresta incantata dove è nascosta
una radice magica. Una radice innocua è pervenuta attraverso il Nano e
l’Eremita, due truffatori, nelle mani della Fata Villa circondata da
faeries danzanti. Riuscirà la fata a trasformare la radice in un reale
farmaco curativo miracoloso?
36)
LA REGINA PAPEFIGUEIRE. Cuba, amico di Kaspárek, diventa re
vendendo l’anima al diavolo. Il suo regno è rivolto a opere di bene con
provvedimenti grotteschi. Quando il diavolo verrà a reclamare la sua
anima toccherà alla moglie Papefigueire inventarsi, su suggerimento del
giullare, un incredibile stratagemma per mettere in fuga il malefico e
distruggere il patto diabolico.
37)
ORAZI E CURIAZI PER LA
GUERRA DE STICAZZI. C’è guerra tra i repubblicani e gli imperialisti.
Viene accolta l’idea di Kaspárek di combattere sul modello Orazi e
Curiazi, stavolta a base di sole paroccolate? Per evitare stragi
combattono i popolani Václav Kasparek Jeník e due ministri amici contro
tre popolani e due ministri nemici con situazioni grottesche slapstik,
gag. Chi vincerà
riportando solo qualche livido ed escoriazione?
38)
LE
TAVOLACCE MEDICHE DI KASPÁREK. Ecco che il Nostro si improvvisa come
medico salutista vendendo pozioni miracolose (per la crescita die
capelli, per risolvere impotenza e frigidità, per ridare vigore agli
apatici etc.) sulla pubblica piazza. È davvero un ciarlatano se il
Sindaco arriva a nominarlo giudice del Tribunale della Salute Umana e
Animalesca?
39)
IL DRAGO INNAMORATO. Kaspárek è incaricato di liberare la
principessa Holubicka dal Drago Amylon che l’ha rapita per sposarla.
Aiutato dal principe Radomil, promesso sposo della ragazza, proverà le
vie della strategia e della tattica ricorrendo prima alle autorità, poi
a una strega e a uno spiritello dello stagno. Risultate vane queste vie
riuscirà la poesia sconclusionata del principe poeta a ridare la libertà
ad Holubicka?
40)
LA PRINCIPESSA STELLA D'ORO. Il cavaliere Radovan deve
liberare dalla strega Jezebel la principessa Miralia dal volto di luna
e dalla stella d'oro fulgente sulla fronte. In quest’impesa trova un
valido alleato nel giullare che lo aiuta a superare le prove improbe cui
lo sottopone la sadica megera.
41)
LA TRUFFA NECROFILA DI KASPÁREK. Il Nostro, disperato
economicamente dopo essere stato cacciato come giullare dal Re per i
guai che ha combinato, imbastisce con la moglie Čičvárková una truffa ai
danni di Skortil. È un avaraccio vicino di casa che di lei si è
invaghito e sarebbe disposto a sposarla in caso in cui Kaspárek venisse
a morte. Un progetto valido ma i coniugi pretendono una bela caparra
confirmatoria di 5000 kreuzer.
42)
I TRE DESIDERI DI
KASPÁREK. Il tagliaboschi Matěj spreca i tre desideri realizzabili
offertigli dalla Fata Cimberimbimba. Ci riprova il suo amico Kaspárek,
tentato anche dal mago Turlusbirgo, zio della Fata, e si ritrova in mano
una scatola misteriosa.
Cosa conterrà mai
quell’involucro magico?
43)
IL TRIBUNALE DELLA
FOLLIA. Siamo in un tribunale grottesco, dove il giudice è un uomo
baffuto che si addormenta di continuo, il Pubblico Ministero sostiene
l’accusa con canti lirici e l’avvocato è nientemeno il giullare
Kaspárek coinvolto in interventi giudiziari assurdi. La causa verte
sulle accuse mosse da Kačena all’anziano marito ubriacone Scrawl di
vessarla e picchiarla. I testimoni sono ancora più stravaganti: un uomo
che non ricorda nulla, un pappagallo parlante e un vecchio con una
campana che suona a ogni frase per sottolineare i momenti "importanti".
Come finirà questo
processo-farsa?
44)
L’UOVO
D’ORO. Un uovo d’oro con dentro il terribile uccello Pták-Osklivák è
stato commissionato dal Console a Kouzelnik per difendere le mura del
suo castello dai nemici. Il Diavolo Certik lo ruba al mago ma poi,
infastidito disturbi che l’uovo gli provoca, lo scambia furtivamente con
un ovetto posseduto dal sonnolento angelo Anděliòek. L’uovo verrà
trovato da due pastori Kuba e Marjanka ma solo l’intervento nel percorso
di Kaspárek potrà forse porre rimedio alla fuoriuscita esplosiva del
famelico mostro.
CICLO CORNUCOPIA
45) IL DECACORNO FILOSOFICO
Dieci scene di sublimazione delle corna
in stile grottesco barocco.
Dieci scene grottesche con cornuti che
diventano santi, profeti, banchieri del dolore, pittori erotici,
astrologi delle mogli, e altro ancora tutti in chiave satirica,
teatrale e garzoniana.
46) PROCESSO
ALLE CORNA
Colombina e Arlecchino sono servì
dell’usuraio Pantalone.
Pulcinella fa l’attore viaggiante sul
carro di Tespi ma per arrotondare porta prodotti del campo a
Pantalone.
Colombina tradisce il marito Arlecchino
prima con Pantalone per soldi poi con Pulcinella perché innamorata
soprattutto perché artista.
Arlecchino la scopre tra le braccia di
Pulcinella e vorrebbe ucciderli col coltello ma Pantalone lo ferma
rivelando che la donna è stata anche sua amante. Lo convince che
otterrebbe soddisfazione ma passerebbe la vita in carcere se non
impiccato pure lui. Offre un gruzzoletto, Arlecchino vorrebbe di più ma
Pantalone avaro rifiuta. Andranno dal giudice per ricevere giustizia. Ci
sarà il processo con imputati di tradimento Colombina e i due amanti.
Arlecchino parte lesa.
In scena una versione dialogata tra un
"Avvocato delle Corna" e un "Accusatore". La scena è comica, piena di
battute e contraddizioni paradossali, tipiche dello stile di Garzoni. È
pensata per essere un gioco di parole, con i due personaggi che si
scambiano battute e ironie sul tema delle corna. Alla fine sentenza del
giudice che è doppia com’è porpia delle corna a doppia punta.
<-
CICLO “LE MUSE AL BASILICO”
1)
LA BRISCOLA DI CLIO
In una piazza napoletana due giocatori
logorroici prima litigano giocando a carte, poi si perdono in un flusso
di parole e insulti per malo gioco, a stento salvati dal vecchio Cola.
Subentrano poi tre “aedi” — ognuno a
modo suo fanfarone e vanitoso — che si contendono la gloria dell’arte
poetica. Ognuno si proclama il più degno cantore: Don Spaccatromba con
le sue rime roboanti, Pappaculo con la sua dotta ignoranza, Frastroccone
con le sue fole da baraccone.
Il dialogo è acceso, fatto di sfottò,
sproloqui e vanterie. Nessuno dei tre ascolta davvero gli altri, ognuno
è preso dal proprio ego. Il Coro dei Lazzari li commenta con ironia e
scherno, rivelando il vuoto dietro i loro proclami. Alla fine farà
giustizia la musa Clio bastonando come si deve sia accademici che
popolani invadenti e chiacchieroni.
L’egloga è una satira contro i falsi
poeti, l’erudizione vuota e la ciarlataneria alta e bassa spacciata
per arte.
Nella scena finale Clio assume un potere
metafisico e coreutico: la punizione dei vanesi avviene tra danza,
metamorfosi e sberleffi.
ATTORI 7
MASCHI 6
FEMMINA 1
CORO DEI LAZZARI
2)
EUTERPE, LA DOUCE MAÎTRESSE
Il nobilotto Giangrazio è innamorato di
una meretrice, la bella Clelia.
L’amico Antoniello, venditore ambulante
pieno di saggezza popolare, cerca di convincerlo senza riuscirci che
le puttane sono tutte false e avide solo di soldi.
Entra il scena Euterpe, Musa Maîtresse
che con abile oratoria convince la gente della bontà della sua attività.
Presenti all’oratoriaAntoniello e i clienti Don Fulgenzio, Masto
Tittarello e Ser Peppe 'o Scarfalieto.
La retorica puttanesca verrà presto
smentita da Clelia che lascerà Giangrazio per mettersi col più danaroso
Fulgenzio.
All’innamorato scornato, spogliato di
tutti i suoi averi, non rimarrà che richiudersi in convento. Ma riuscirà
a sfuggire ai mali del mondo? L’avveduto Antoniello tornerà a fargli la
nuova morale sull’inutilità del nuovo escape.
Intrusioni finali di frati e meretrici
in cori danzanti chiuderanno l’opera al rosso.
ATTORI 8
MASCHI 6
FEMMINE 2
3)
TALIA E LA METAMORFOSI DEL CERRIGLIO
Due amici il giovane Rienzo e il
navigato Peppo viaggiano verso la taverna del Cerriglio, raccontandone
meraviglie e insidie.
Entrati nel locale si trovano in un
fantastico caos diretto dalla bella ostessa Talia che Rienzo tenta
goffamente di conquistare. Zampariello il guappo puzzolente è geloso e
scoppia una rissa.
Nella bettola del Cerriglio, mentre i
cocci della rissa non sono ancora del tutto raccolti, arriva una visita
grottesca e misteriosa… Nobili travestiti da popolani, venuti “per
ridere tra il volgo” e magari spiare, giudicare, o tentare – chissà – la
musa Talia. Smascherati propongonoa Talia, di cui sanno la bravura
recitativa. di fare l’attrice a corte.
Lei ama il teatro vivo, popolare
erifiuta.
In una scena onirica appaiono le Masche
di Forcella, che leggonoi tre destini di Talia. Alla fine è lei che
sceglie.In un rovesciamento comico (o tragico) in cui lei decide di
trasformare il Cerriglio in un suo teatro ribelle del popolo.
Tra l’odore di trippa e sudore, nasce
una nuova scena sovversiva e barocca, dove ogni ubriaco è un attore e
ogni piatto rotto un sipario.
Parte un assaggio di “commedia nella
commedia” dove Talia fa la Duchessa, Zampariello lo Spagnolo, Rienzo un
prete vizioso.
Le Masche di Forcella compaiono per
benedire e consacrare il Cerriglio come teatro ribelle e popolare,
custode di verità e follia.
4)
MELPOMENE E LE FONNACHERE
Pascadozia, Colospizia, Marchionna sono
tre donne “vilissime” dei vicoli napoletani, che si beccano tra loro
come al solito.
La scena dipinge un vivace litigio tra
queste “fonnachere” (tavernaie) napoletane, che si sfidano in una gara
dialettale di versi e rime: un ritratto ironico e verace della
tradizione popolare, dove l’arte del canto, dell’improvvisazione e del
pettegolezzo si intrecciano.
L’egloga è una parodia popolare della
tragedia classica. Invece di eroine tragiche, troviamo tre donnacce da
taverna che si rinfacciano miserie e vizi a colpi di battute feroci e
versi vivaci.
Melpomene, musa della tragedia, invocata
dalle vaiasse interviene a fare loro un processo surreale guidato da
animali: un gufo, una jena, una scimmia, un pappagallo, un maiale e un
asino. Diventa così la patrona delle commedie urlate dei vicoli
napoletani trasformando la tragedia della parola sconcia in satira
eterna
Calliope, musa della poesia epica e
dell'eloquenza, è considerata la più saggia e la maggiore delle Muse. In
versione napoletana barocca, come figura ispiratrice, teatrale e carnale
allo stesso tempo. La Musa entra come visione grottesca, poetica, tra il
sacro e il profano, portando con sé un canto antico e risvegliando la
forza della musica.
5)
ERATO NZORATURI TE SALUTANT!
Pacione è un giovane contadino
scapolo, irrequieto. Vuole maritarsi con Narda e chiede consiglio a
Cuosemo, suo zio esperto che cerca di dissuaderlo. Per togliersi dalla
testa la ragazza esca con la fruttarola Franchina che la dà un po’ a
tutti.
La giovane Narda, innamorata pazza
di lui, avendolo visto con la rivale dà in escandescenze con Meneca,
vicina di casa, concreta e disincantata. Lei le consiglia di
affrontarlo soprattutto se lo vede con Franchina.
La cosa si verifica quando Narda piomba
tra i due che amoreggiano sulla spiaggia. Vorrebbe aggredire la
fruttarola che la ferma rivelando di essere Erato la Musa associata
alla poesia amorosa e al canto corale.
Esalta l’amore multiplo e li invita
comunque a sposarsi se si amano e finché si amano, pronti ognuno a
percorrere altri lidi erotici se l’amore dovesse svanire.
La scena si chiude con le sirene che
trascinano in una danza liberatoria i due innamorati. Con la coorte
marina Erato sparisce tra le onde e li saluta.
6)
POLIMNIA E IL VECCHIO INNAMORATO
Il vecchio Ambruoso è innamorato pazzo
della bella e giovane Zeza. Invano gli amici Pizo e Millo cercando di
dissuaderlo
Per Ambruoso il matrimonio è stata una
jattura. Zeza gli ha tolto tutti i soldi e durante i ripetuti atti
sessuali è diventato cieco. Un tempo dicevano che si diventava ciechi
masturbandosi e invece è più verosimile che lo si diventi facendo molto
l'amore da vecchi. Per sopravvivere col soprannome di Tricco fa il
poeta e il cantore all'angolo delle strade. Al giovane rappa racconta le
sue disavventure
Alla fine moribondo in un vicolo lamenta
il suo misero destino dimenticato da tutti e si augura che se c’è vita
nell'aldilà qualcuno dia spazio a un povero anonimo artista di strada.
Morto Polimnia ascolta il suo desiderio e lo porta nel limbo dei poeti
ciechi dove incontra Omero e Tiresia. Entrambi misogeni.
Omero ricorda il maleficio di Elena di
Troia che ha cauScrivimi questo pezzo teatrale. Tricco moribondo in un
vicolo lamenta il suo misero destino dimenticato da tutti e si augura
che se c’è vita nell'aldilà qualcuno di spazio a un povero anonimo
artista di strada.
Morto, Polimnia ascolta il suo desiderio
e lo porta nel limbo dei poeti ciechi dove incontra Omero e Tiresia.
Entrambi misogeni. Omero ricorda il maleficio di Elena di Troia che ha
causato la guerra tra greci e troiani. Tiresia lamenta la cecità dovuta
al fatto di aver visto Venere nuda. Almeno Tricco è diventato cieco
facendo l'amore con una giovane donna lui ha solo una guardato ed è
“rimasto l'occhio sotto a botta mpressionato”.
Polimnia alfine li invita a considerare
i lati positivi delle donne. Non a caso le arti sono custodite da Muse
ovvero esseri femminili. Lei è la musa protettrice della poesia, della
pantomima, della retorica e della memoria grazie al potere del ricordare
trasmesso dalla madre.
7)
LA ZITA DI TERSICORE
In un vivace vicolo di Napoli, tre
giovani popolani — Masiello, Lello e Petrillo — si incontrano e si
lasciano andare a un acceso scambio di battute, chiacchiere e lodi
sperticate nei confronti della bellissima Renzolla, una giovane del
quartiere che sta per sposarsi. I tre amici, con toni comici e
iperbolici, ne descrivono le grazie fisiche, la dolcezza, l’eleganza e
la modestia, tracciando un vero e proprio elogio barocco e popolaresco
della bellezza femminile.
Il discorso si allarga poi allo sposo,
il ricco Col’Ambruoso, considerato fortunatissimo per essersi
aggiudicato una ragazza tanto perfetta. Ne vengono lodate anche le doti
domestiche e la dote vera e propria: denaro, corredo e provviste. Il
tono resta leggero e ironico, tra proverbi, paragoni buffi e battute da
bettola.
La conversazione si sposta presto sulla
festa di nozze imminente, tra entusiasmo e aspettative culinarie. Si
preannuncia una gran mangiata con ogni ben di Dio, e i tre cominciano a
discutere su come presentarsi: rasati, vestiti bene, in ordine. Nasce un
piccolo contrasto quando Petrillo, non essendo ufficialmente invitato,
si tira indietro per non fare brutta figura ma non senza lasciare
spazio a una tirata moraleggiante sul decoro e sull’orgoglio.
Il testo si chiude in tono comico e
teatrale, con gli amici che si preparano per partecipare alla festa,
ognuno a modo suo, tra la voglia di apparire e quella di abbuffarsi
mentre Petrillo, in fondo, rimane ai margini, offeso ma coerente.
Nell’azione successiva si descrive la
festa di matrimonio. Petrillo alla fine si è intrufolato vestendosi da
Pulcinella col pretesto di una performance per allietare gli sposi. Alla
fine genera una rissa perché tocca il sedere della sposa. La cosa sta
per degenerare quando compare come dea ex machine Tersicore che, aiutata
da un Coro di Ninfe, con una danza della gioia e dell’eros ricorda i
momenti felici che aspettano i due sposi rasserenando così tutti.
8)
URANIA E IL VIAGGIO ASTRALE TRA I PIANETI DELLA FORTUNA.
Due pescatori Nardiello e Micco
Antuono discutono di Renzullo improvvisamente baciato dalla fortuna che
gli ha cambiato vita, abiti e rispetto sociale. Più acceso e invidioso
il giovane, più riflessivo e moraleggiante l’anziano Micco Antuono.
Nardiello, inquieto, cerca di conoscere
il futuro, si rivolge a Zoroastro un ciarlatano, ma alla fine viene
rapito da Urania. La Musa dell’astronomia lo conduce in un viaggio
siderale tra i pianeti, ognuno dei quali rivela un frammento di verità
sulla condizione umana.
Non pago Nardiello viene ricondotto
sulla Terra, ma ora la vede trasfigurata, come se ogni angolo del mondo
umano fosse diventato un pianeta morale. Là incontra , figure
allegoriche umane: Il Ricco, Il Disperato, La Donna Bella, Il Fanatico,
Il Giullare, Il Morente.
Alla fin la Terra si rivela non meno
misteriosa del cielo ma gli ofre uno spunto di salvezza.
ESERCIZI DI STILE PER SOLDATATTORI
Ecco una serie di esercizi di stile
in un’azione mutante solo formalmente in cui durante le prove gli
attori, impersonando la storia comica di un tradimento, vengono trattati
dal regista militaresco con la disciplina rigorosa dei soldati. Impone
il generale di Tespi rispetto dei tempi, la ripetizioni ossessive di
frasi e gesti, prende gli attori a male parole per spronarli, li punisce
in modo grottesco se sbagliano etc..
Gli stili cambiano: Pirandello,
Grotowski , Eduardo De Filippo, commedia dell’arte. Ma il senso
rimane.
Se siete un regista dittatoriale,
dopo aver visto questa piéce cambierete stile!
***
NOMENCLATURA
CICLO “SOLDATATTORI”
ESERCIZIO 1: A SCUOLA DI TRADIMENTO
(DISCIPLINATO)
Commedia farsesca in un
atto e sette scene
Lo stile è da commedia corale,
con dinamiche slapstick, ritmo farsesco, linguaggio brillante e
situazioni assurde.
Nel teatro municipale di una piccola
città, una compagnia di attori sta provando una commedia leggera sul
tradimento coniugale: un intreccio di equivoci, porte che sbattono, e
amanti nascosti sotto il letto. Ma il regista, ex sergente dell’esercito
e maniaco della disciplina, trasforma le prove in un vero campo di
addestramento teatrale.
Gli attori, invece di provare le
battute, vengono schierati come soldati: devono entrare in scena al
millisecondo, ripetere le stesse frasi fino allo sfinimento, e perfino
eseguire esercizi fisici per imparare a respirare “a ritmo di comando”.
Chi sbaglia un passo o un accento viene
“punito” con assurdi castighi comici — inginocchiarsi davanti alla
scenografia, recitare la propria parte al contrario o cantare la scena
come un inno militare.
Il tradimento amoroso del copione si
confonde con quello reale: l’attrice protagonista, stanca delle
angherie, trama una piccola vendetta con il suo partner di scena. I due
cominciano a improvvisare gesti e parole che mandano in tilt la
disciplina del regista, creando un effetto a catena di confusione,
risate e ribellione artistica.
Alla fine, il teatro si trasforma in una
caserma grottesca dove la guerra è tra arte e autorità, libertà e
ordine, risata e comando. Ma dal caos nasce la verità: solo chi
disobbedisce al copione riesce davvero a recitare.
Gli stili cambiano: Pirandello,
Grotowski , Eduardo De Filippo, commedia dell’arte. Ma il senso
rimane.
ESERCIZIO 2: IL REGISTA AMMUINATO
E’ la versione ampia in napoletano
vaiasso-populare, piena di ritmo, espressioni dei bassi, battute
improvvise, risposte scugnizze e un’umanità sanguigna. Lo stile è
quello dei cortili, delle compagnie di paese, dei teatri di Eduardo
mescolato a Raffaele Viviani e ai guitti veri: teatro che profuma di
caffè, sudore e ironia. “Vaiassa popolare”, cioè più verace, colorita,
quasi da commedia di quartiere.
ESERCIZIO 3: LA COMMEDIA DELL’ARTE… DI
GUERRA REGISTICA
VERSIONE A - OPERA 3:
TRADIMENTO TRADIZIONALE
Commedia farsesca in un
atto e sette scene
E’ la versione teatrale di Soldatattori
riscritta in chiave di attori della Commedia dell’Arte, che recitano
sotto la ferrea disciplina di un regista-militare.
Il testo unisce ritmo slapstick,
improvvisazione, lazzi fisici e situazioni grottesche, con i personaggi
classici (Arlecchino, Pantalone, Colombina, Pulcinella, Brighella)
costretti a “recitare la guerra” del teatro.
VERSIONE B - OPERA4: GRAND
GUIGNOL MASCHERATO
Commedia farsesca in un
atto e quattro scene
Ecco una farsa grottesca e slapstick
dove gli attori — costretti a provare una commedia del tradimento —
vengono trasformati in marionette dell’orrore teatrale, con disciplina
militare, punizioni raccapriccianti ma comiche, e una tensione che
scivola costantemente dal terrore al ridicolo.
Immaginate un palco a metà tra Totò e
Edgar Allan Poe, con riflessi di Grand Guignol e Grotowski deformato dal
riso.
VERSIONE C- OPERA 5:
L’ESERCITO DELL’ORRORE
Commedia farsesca in un
atto e tre scene
Ecco la versione horror-comica”,
ambientata in una compagnia teatrale folle che prova una commedia
dell’arte in chiave gotica: Arlecchino vampiro, Pantalone necromante,
Colombina strega sensuale, Pulcinella zombi ribelle… e un
regista-sergente che li tratta come soldati in addestramento
all’inferno.
Il tono è grottesco, slapstick, gotico e
surreale, con ritmo fisico alla alla maniera del teatro povero di
Grotowski ma con elementi horror e grotteschi, come corpi deformati,
movimenti rituali, suoni umani quali strumenti di paura. Insomma un
mix di comicità da teatro dell’assurdo e da “comedy horror” italiano.
OPERA 6: ACTORS MILITI DI GIUSTIZIA
Commedia farsesca in un atto e
due scene.
Scena ambientata in un tribunale
assurdo, dove gli attori, durante le prove, devono impersonare giudici,
avvocati e imputati, sotto la direzione sadica del Regista-Comandante,
che li addestra come in un’aula militare.
Alla fine la prova teatrale degenera
completamente: gli attori si ribellano, trasformano la scena in un vero
processo contro il regista lo accusano di “abuso di drammaturgia”
e “crimini contro il buon senso teatrale. Lo mettono “a giudizio
teatrale” in questa una farsa giudiziaria metafisica e lo fanno
confessare di non saper dirigere.
Il tutto in tono farsesco,
slapstick, grottesco e satirico, come
una rivolta scenica che diventa metafora del teatro stesso.