Allegato
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POLITICA E CODICE MORALE
Per "Politica" intendiamo l'attività
umana con la quale con scienza e abilità si cerca di organizzare la vita
comune nel suo continuo adattamento alle mutevoli condizioni ambientali e
alle mutevoli acquisizioni conoscitive e tecniche, perseguendo la
realizzazione dei valori della solidarietà, della verità, della libertà
e della giustizia che formano l'Umanesimo Universale.
La sperimentazione storica di questi ultimi due
secoli ha falsificato tutte le ideologie politiche attraverso il criterio
negativo assiologico perché tutte per essere realizzate contenevano il
conculcamento dei valori dell'Umanesimo Universale che formano il
“codice morale” sostegno della difficile vita umana, per il quale,se
viene calpestato,si fanno anche le rivoluzioni. Per retrospezione ci ha
fatto capire che anche tutte le teologie su cui si trovano fondate le
religioni storiche sono state falsificate dalla loro impostazione secolare
perché in nome delle foro presunte "ortodossie" hanno fatto
calpestare gli stessi valori in maniera macroscopica. Tale constatazione
storica ci ha fatto comprendere che l'umanità nonostante tutti i suoi
sforzi non è riuscita a impadronirsi dei segreto dei Mistero della realtà
in cui si trova a vivere e che deve rifiutare la concezione dualistica
ereditata dalla cultura precedente dello spiritualismo e del materialismo
con cui ha creduto di spiegare la natura dell'uomo e del mondo. Spirito e
materia non esistono; esiste un'unica realtà fornita di intelligenza, che
opera non solo nell'uomo ma anche negli animali, nella struttura
macroscopica dell'Universo e nelle strutture microscopiche cellulari,
molecolarí, atomiche e subatomiche.
Hegel ha
scoperto il modo con cui funziona l'Intelligenza nella storia dello
sviluppo della conoscenza umana: è il “processo triadico" della
tesi, della antitesi e della sintesi. Ma tale processo lo ritroviamo in
tutta la realtà: Darwin lo ha individuato nell'evoluzione biologica e lo
ha chiamato “elezione naturale"; Marx lo ha individuato nella
storia economica e sociale umana e lo ha chiamato "lotta di classe”
Tale processo è un segno univoco che indica che la realtà è costituita
di un'unica stoffa la cui intima natura ci sfugge e ci sfuggirà, però ci
fa cominciare a comprendere che nella sua sensibilità opera la sua
intelligenza.
Il “processo triadico” ci dice che l'eterno
fluire della realtà che forma la storia non è come quello di una linea
retta su un piano ma è uno sviluppo su più piani o dimensioni, come a
“quínconce", e questi segmenti sono stati denominati da Hegel
tesi, antitesi e sintesi ovvero posizione, opposizione e composizione.
Questo effettivamente è il modo di procedere della realtà nelle sue
varie componenti e creazioni e questo è il modo di procedere
dello sviluppo del nostro pensiero e il
modo di procedere della nostra attività. Io non avrei mai pensato
alla "contraddizione" dei comportamento dei Papato nella Storia
se non avessi accostato la sua condanna delle ideologie totalitarie e
oppressive dell' "uomo" dei secolo XX e il suo comportamento
totalitario e oppressivo dell'' "uomo" nei secoli della sua
egemonia. L'umanità per i suoi contingenti e meschini interessi si sforza
di ostacolare il “processo triadico” cercando di stabilizzare« la
Storia con i propri sistemi dogmatici e le proprie ideologie frutto della
sua 'Ragione', ossia, per interessi di ogni genere, singoli e gruppi
tentano di fermare la Storia entro certi schemi comodi ma l'intelligenza
che sospinge la realtà, di cui fa parte anche la storia umana, si ribella
a scadenze più o meno ravvicinate e si scrolla di dosso schemi e
situazioni superate per la sua vita creatrice. In passato in tutte le
società c'è stato questo comportamento di chi deteneva il potere e vi è
caduta anche la Chiesa cristiana che aveva in se stessa una dottrina di
pietà e di tolleranza e invece con scomuniche, inquisizioni, torture,
roghi, 'imprimatur', indice dei libri proibiti, ha cercato di bloccare il
“processo triadico” impedendo al "libero pensiero”, che ne è
l'espressione tipica in campo umano, di realizzare lo sviluppo della
conoscenza per mantenere stabili le posizioni del dogmatismo teologico e
filosofico, ma non ci è riuscita. Anche Marx e Lenin, che erano animati
da una dottrina tanto umanitaria, sono caduti nello stesso errore
bloccando il 'processo triadico' con la dittatura dei proletariato,
rinnovando metodi contro i quali era insorta la coscienza morale
dell'umanità col movimento liberale e il movimento socialista. Così dal
Cristianesimo Teologico e dal Socialismo Marxista‑Leninista abbiamo
ereditato nella cultura la “lotta ideologica” la quale invece di
stimolare all'emulazione nella realizzazione dei valori dell'Umanesimo
Universale, spinge a formare la
"mafia ideologica” e addirittura a ricorrere al terrorismo per
imporre la propria ideologia. Giustamente Giovanni Aultieri ha scritto:
“Le mafie ideologiche e accademiche di gran
lunga più serrate e crudeli di quelle della cronaca nera, deviano gli
studi dei giovani, sbarrando ai non affiliati le colonne dei giornali e le
tipografie degli editori”1
L'errore chee si è commesso finora nell'attívità
politica sta nel trasferirvi la logica razionale: la realtà non è
razionale, come si erano illusi Cartesio ed Hegel, ma dialettica: se nella logica il «tertium non datur" c'è invece nelle
realizzazioni della natura e della storia, che creano col “processo
triadico”. La comunità umana trova nel processo triadico la vera
formula per realizzare la democrazia, che è fatta di due elementi
inscindibili, libertà e solidarietà, due dei quattro valori
dell'Umanesimo Universale, perché l'unico metro di giustizia è l'uomo e
l'unico giudice è il popolo, la cui genuina maggioranza in un dato
momento storico non può esprimersi se non nella libertà, cioè non
vincolato da pastoie oscurantiste e oppressive. Non è altro che il
'metodo critico' nato già ai tempi dei filosofi presocratici,applicato
alla Politica, col quale si ammette che soltanto con la discussione, il
confronto e la sperimentazione delle decisioni della maggioranza l'umanità
può pervenire alla verità e alla saggezza. E’ quello che ha espresso
con molta efficacia Karl Popper con "L'elogio del disaccordo'
apparso il 16 Giugno 1985 sul 'Corriere della Sera': solo col
metodo democratico fondato sul processo triadico si possono costruire e
far funzionare istituzioni e organismi aperti al gioco della tesi, dell'
antitesi e della sintesi che permette alle varie esigenze e forze che si
esprimono in diverse ideologie di avvicendarsí nell'esercizio del Potere,
concepito come guida nella realizzazione di una realtà umana fatta di
giustizia e di libertà.
L'attività politica deve equilibrare le due
istanze fondamentali dell'umanità che sono la libertà e la solidarietà,
che si concretizzano nell'individualità e nella socialità, nella
molteplicità e nell'unità, nell'individuo e nello Stato, nella
iniziativa privata e nella legge. Per realizzare queste due istanze
fondamentali sono sorti i due movimenti del Liberalismo e del Socialismo:
il Liberalismo tende a tutelare la libertà che va intesa come espressione
della personalità umana; il Socialismo tende a tutelare la giustizia
intesa come ordine sociale in cui la personalità possa esprimersi avendo
i mezzi necessari e utili per farlo. Il Liberalismo tende a tutelare i
diritti fondamentali umani, quali la vita, il pensiero, l'espressione dei
pensiero nella libertà di parola, di stampa, di religione, di
associazione, di iniziativa, di proprietà; il Socialismo tende a tutelare
la struttura sociale che dà vita e sviluppo agli individui, creando
condizioni di fondo o di quadro costituite dalle strutture politiche ed
economiche entro le quali le personalità individuali vivano e operino a
loro agio ma trovino anche quei limiti che non consentano di crescere come
piovre in una giungla soffocatrice degli spazi vitali di cui ognuno
abbisogna. Insomma il Liberalismo e il Socialismo devono essere due poli
che allargano e restringono la loro zona di influenza secondo il gioco dei
processo triadico e secondo le possibilità di ogni comunità umana.
Finora, non avendo compreso il “processo
triadico", il Liberalismo e il Socialismo si sono combattuti per circa due secoli sfociando nei due pericolosissimi blocchi che
sono stati la tragedia dei XX secolo.
Certamente ciascuno preso a sé è incapace di realizzare le esigenze
fondamentali dell'umanità, perché da soli non sono che due tronconi
capaci di produrre, insieme a qualche beneficio, terribili effetti di
oppressione e di miseria. li Socialismo è sorto proprio per eliminare le
oppressioni dei capitalismo figlio dei Liberalismo economico che, oltre lo
sfruttamento degli individui indifesi, schiacciava e schiaccia con la
corruzione plutocratica le opposizioni arrestando il genuino corso
dell'espressione dei popolo e intervenendo con colpi di stato ha creato
dittature, razzismo e schiavitù. Ma anche il Socialismo oramai ha
dimostrato sperimentalmente che da solo non è stato capace che di
produrre censura, repressione, immobilismo, oppressione,
controrivoluzioni, atrofizzazione, bassi livelli di produzione,
alimentazione di guerriglie e terrorismo: nel 1989 i popoli hanno fatto un
grosso sforzo per liberarsene quando non sono intervenuti i carri armati.
La Dottrina Sociale della Chiesa,che ha cominciato
a elaborare oltre un secolo fa con la "Rerum Novarum” del 1891 di
Leone XIII dopo essere stata costretta a cedere il nocivo Potere
Temporale, non è che una mistura di Liberalismo e di Socialismo come sono
una mistura simile tutti i programmi dei vari partiti dove vige il
pluripartitismo. E’ il "Liberalsocialismo", proposto con più
chiarezza da Piero Gobetti fin dal 1918‑26 con la sua "Rivoluzione
Liberale”, proseguito dal "Socialismo liberale” di
Carlo Rosselli nel 1930 e confluito nel movimento socialdemocratico “Giustizia
e Libertà” ispirato da Guido Calogero, il quale nel 1940 lanciò il
“Manifesto dei Liberalsocialismo" sostenuto poi con apposita
rivista nel 1946. Questo tipo di "Liberalsocialismo" è quello
che è stato sperimentato nel lungo dopoguerra in Italia e ha il merito di
averla difesa dal gravissimo pericolo dei
"Social‑Leninismo" cavallo dei Partito Comunista Italiano,
la cui presenza ha bloccato il funzionamento della democrazia completa.
Tuttavia questo "Liberalsocialismo", praticato da tutti gli
altri partiti costretti a stringersi in blocco attorno alla Democrazia
Cristiana, sembra abbia la responsabilità ‑ con l'attenuante della
presenza dei “blocco della democrazia” ‑ del clientelismo, della
partitocrazia e di tutto il vasto stato di corruzione in cui si è trovata
la vita politica italiana sfociata nella tragedia di
"Tangentopoli"'. Papa Wojtyla ha fatto appello più volte alla
“conversione dei cuore' per superare tali difficoltà e per realizzare
il giusto assetto secondo l' “ordine morale': ma tale conversione di
natura morale può essere invocata nella sfera individuale, non nella
sfera sociale e politica, nella quale occorre uno strumento in cui si
esprimano le forze psicologiche, morali, sociali e ideologiche. E' la
conclusione a cui perveniamo dopo due mila anni di Cristianesimo: nei
primi tre secoli la “conversione del cuore” è stato il lievito che
fermentò l'impero romano e realizzò la più bella rivoluzione della
storia ma nel Medio Evo la Chiesa fu costretta a sostituirla con la
violenza dei suo potere alleato a quello civile.
Ricordiamo che "l'ordine morale", costituito dai
quattro valori dell'Umanesimo Universale e che scaturisce dalla condizione
umana, diventa una forza dirompente accendendo rivoluzioni violente quando
“l'ordine giuridico", diventato incrostazione di sistemi sociali e
politici inadeguati, lo comprime e opprime. La fusione dei due valori di
"libertà e giustizia* nelle dottrine democratiche di tipo
ottocentesco è stata la causa per la quale per reazione patologica il
Liberalismo ha fatto sorgere il Socialismo che, escludendo il Liberalismo,
ha generato quei mostri chiamati leninismo, fascismo, stalinismo e
nazismo, tutti impastati dall'idea di unità e di totalitarismo. Ormai
dovrebbe apparire chiaro che qualunque ideologia politica, per la sua
stessa parzialità, non potrà che sfociare nel fallimento e nel disastro.
Anche la Dottrina Sociale della Chiesa non è che un palliativo col quale
si cerca di creare uno "strumento temporale" per attuare nella
legislazione civile le sue tesi teologiche. il 'Regno di Dio",
tradotto da S. Agostino nella sua 'Città di Dio', ideologia dei filoni
culturali teologici, ha prodotte le oppressioni e le guerre delle
teocrazie ebraica, islamica e cristiana; il "regno della
"Ragione" ideologia dei filoni culturali laici illuministi, ha
prodotto le oppressioni e le guerre delle varie rivoluzioni liberali e
socialiste; solo il `Regno dell'Intelligenza’, che opera non attraverso
una ideologia ispirata da una metafisica o da una teologia ma attraverso
il paziente 'processo triadico che confronta le situazioni concrete della
gente, può aiutare l'umanità a realizzare evolutivamente le due esigenze
di libertà e di giustizia. Qui l'ex Presidente Giuliano Amato troverebbe
risposta alla sua domanda: "Come mai noi laici, pur avendo valori
simili e validi come i Cattolici, non riusciamo a fare presa? Perché Kant
non funziona?' (1). La verità è che non hanno funzionato né i Cattolici
né i Laici: solo nel "Processo Triadico'' si trova la giusta via
realizzando il duplice schieramento politico, Liberalismo e Socialismo, e
l'equilibrio nel Federalismo tra Governi Centrali e Autonomie Locali
perseguendo i quattro valori dell’Umanesimo Universale:verità, libertà,
solidarietà e giustizia.
Severino Proietti
1-G. Affleri - Quando il Croce stava in posa
‑ Art. su "Il Tempo" dei 10.4.1984
2-Cfr.. Corriere della Sera del 2/8/1993
art di Lucia Annunziata – “Bossi tra Robespierre e Friedman"