Successe oggi
Home Up L'Ordine Corriere della Sera New York Times The Times La Stampa Il Giornale d'Italia Risorgimento Gazzetta del Mezzogiorno Il Gazzettino Corriere  di Salerno Il Nuovo Il Mattino Diario Il Saggio Liberazione La Tofa Successe oggi L'Europeo Telesanterno Il Cingolo Il Fatto Quotidiano Una tragedia dimenticata Titanic ferroviario Nuove Proposte Gazzetta del Mezzogiorno Dossier Balvano 1944 Tutto E'

 

 3 marzo: Tragedia treno 8017

1944

Fu un venerdì di 62 anni fa.

Tragedia treno 8017
Balvano, Potenza - Italia

(A cura di A. Fleres)
Dato che a Salerno finiva la linea elettrificata, al treno merci 8017, partito da Napoli e diretto a Potenza, venne sostituito il locomotore elettrico con due locomotive a vapore. Inspiegabilmente, i locomotori vennero messi tutti e due in testa e non uno in testa e l'altro in coda, data la lunghezza del treno e la strada tortuosa ed in salita. In più quella fu una notte molto umida e, quando il convoglio giunse nella galleria delle Armi (lunga circa 2 km, situata tra le stazioni di Balvano-Ricigliano e Bella-Muro), le ruote dei locomotori iniziarono a perdere l'aderenza, cosicché pur al massimo della potenza, il treno 8017 arrivò praticamente a fermarsi. Fu così che i fumi di scarico delle locomotive saturarono l'aria della galleria e, nel giro di poche ore causarono la morte per asfissia di moltissime persone (circa 600 tra personale ferroviario e passeggeri). In quel periodo, il neonato Governo Badoglio dell'Italia del Sud (al Centro Nord vi era ancora la Repubblica di Salò) mise a tacere la notizia e diffuse anche diversi particolari inesatti, come per es. il fatto (poi smentito) che i passeggeri sarebbero stati tutti abusivi poiché stipati sui carri merci. In effetti a quel tempo era vietato l'utilizzo di quel treno ai passeggeri (quasi tutti commercianti al nero) ma il personale di scorta del treno, come è facile capire dati i tempi, era solito chiudere un occhio e permettere (a fronte di un pagamento del pedaggio) ciò che invece era proibito. Tutte le vittime furono sepolte in una fossa comune a Balvano. Dopo decenni di vertenze in tribunale i parenti delle vittime riuscirono ad ottenere solo un indennizzo assai modesto. Nei pressi della stazione di Balvano venne intitolata una via per ricordare la tragedia, ma anche qui l'imprecisione ebbe la meglio, dato che sul cartello si legge via 4 marzo (anziché 3 marzo).

tratto da http://www.successeoggi.it/marzo_03.php