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Dal 16 al 18 gennaio penalisti in sciopero 


La decisione della giunta dell"Ucpi, contro la legge «ex Cirielli» che «riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati e taglia i benefici ai recidivi» 

ROMA - Seconda tornata di scioperi degli avvocati penalisti contro la «ex Cirielli». L’Unione camere penali ha indetto tre giorni di astensione dalle udienze, dal 16 al 18 gennaio 2006 per protestare contro una legge «regressiva, frutto di una concezione tanto sorpassata nel pensiero giuridico quanto propria dei sistemi autoritari». 
Contro la legge che riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati ma allo stesso tempo taglia i benefici ai recidivi, i penalisti avevano già incrociato le braccia lo scorso 19 settembre. 
La decisione di tornare a scioperare è stata presa dalla giunta dell’Ucpi «per far comprendere la gravità della situazione delle carceri italiane» e «per denunciare la mancata riforma dei codici e le gravi carenze che impediscono il buon funzionamento della giustizia penale». 
«Il dibattito politico e mediatico, a proposito della legge ex Cirielli - afferma la giunta dell’Ucpi - ha posto l’attenzione solo sugli aspetti relativi alla prescrizione dei reati, nonostante i moniti e le denunce già da tempo provenienti dalla avvocatura e dalla migliore dottrina penalistica, ignorando la circostanza che le altre disposizioni della normativa avrebbero prodotto una gravissima regressione del nostro sistema penale». 
«Con la legge approvata ai primi di dicembre si è liquidata di fatto, per una larghissima parte di detenuti, ogni possibilità di recupero e reinserimento. Il ’doppio binariò, che già comprime il diritto al giusto processo per imputati accusati di particolari delitti - aggiungono gli avvocati penalisti - è divenuto sistema d’elezione anche dal punto di vista sostanziale. La concreta ed evidente ingiustizia di molte delle norme contenute nella ex Cirielli ha già prodotto l’effetto, e ancora più lo produrrà se questa legge non verrà radicalmente modificata, di colpire gli imputati e i condannati appartenenti alle categorie sociali più deboli». «La sottovalutazione di questi effetti è stata talmente evidente e plateale che persino esponenti di primissimo piano del Governo hanno chiesto la modifica delle norme il giorno dopo la loro entrata in vigore. Una autorevole dottrina ha parlato di applicazione della ’colpa d autorè, concetto caro ai sistemi più autoritari e repressivi». «L’avvocatura penale italiana - conclude la nota - non può assistere silente di fronte a ciò e per questo (dopo averlo fatto per prima e in solitudine durante l’iter parlamentare) ha deciso di ribadire la sua protesta: la legge ex Cirielli è indegna del nostro ordinamento, perché è l apoteosi, antistorica e incostituzionale, del diritto diseguale».

23/12/2005 


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_interni_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=149308&IDCategoria=1